Lojacono Francesco *

LOJACONO FRANCESCO
Palermo 1838 - 1915
Fu avviato all'arte dal padre Luigi e intorno al 1854 proseguì la sua formazione presso S. Lo Forte. Agli esordi si applicò alla pittura di storia letteraria, sui modelli di F. Hayez e di M. d'Azeglio (Ferruccio a Gaviniana; Pia dei Tolomei; Giovanni dalle Bande Nere, Palermo, Galleria Civica d’Arte Moderna). A questo momento sono anche da collegare i due quadri Paesaggio ideale (coll. privata) e Paesaggio grande ideale, presentato nel 1856 all'Esposizione di Belle Arti di Palermo, che attirò sul pittore l'attenzione del pubblico locale e gli valse una borsa di studio per il perfezionamento a Napoli. Qui frequentò lo studio di F. Palizzi e assunse utili suggestioni del Realismo europeo, maturando un deciso orientamento verso la pittura di paesaggio. Fra il 1860 e il 1862 partecipò assieme al padre e al fratello Salvatore alle imprese garibaldine, combattendo al Volturno e subendo la prigionia in Aspromonte insieme a M. Garibaldi. Nel frattempo aveva inviato alla I Esposizione Italiana di Firenze del 1861 alcuni studi di paesaggio dal vero. Quindi, stabilitosi a Girgenti (oggi Agrigento), avviò la sua acuta indagine pittorica sul paesaggio siciliano realizzando, fra l'altro, il Tempio di Castore e Polluce (Agrigento, Museo Civico). La personale cifra stilistica che andò precisando negli anni '70 fu contrassegnata dalla resa realistica del motivo (marine e paesaggi fluviali), coniugata a un sentimento lirico della natura, spesso animata da figure. Una sperimentata sapienza tecnica gli consentì di appropriarsi delle vibrazioni luminose dei luoghi natii, come si evidenzia in una serie di dipinti degli anni fra il 1870 e il 1890: Campagna di Bagheria (1870, Agrigento, Museo Civico), Veduta di Palermo (1875, Palermo, Galleria Civica d'Arte Moderna), Il duello-Una giornata di caldo in Sicilia (presentato alla Promotrice di Napoli del 1876, Napoli, Museo di Capodimonte), Presso il Vesuvio (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), L'arrivo inatteso (presentato nel 1883 all’Esposizione Internazionale di Roma, Roma, Palazzo del Quirinale). Nel 1891 partecipò all’Esposizione Nazionale di Palermo con Autunno, Estate (intitolato anche Sulla via di Romagnolo, Palermo, coll. Banco di Sicilia), Dall'ospizio marino (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna) e L'Anapo (coll. privata). Dalla fine degli anni '90 andò sostituendo alla lucidità oggettiva della rappresentazione una visione sentimentale, talvolta malinconica, tradotta da una materia pittorica più densa (Sulle rive dell'Anapo presso Siracusa, Spiaggia di Palermo, Piacenza, Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi). Un tono riflessivo e la luce quasi crepuscolare segnano anche i dipinti Sul fiume al tramonto (Palermo, coll. Banco di Sicilia), Rocce a Romagnolo e Tramonto sull'Anapo (comparsi di recente sul mercato palermitano). Intensa fu la partecipazione alle mostre e molte opere sono oggi conservate in collezioni siciliane (fra le altre, Golfo di Palermo, Pescatori di telline, Palude, Palermo, coll. Cassa Centrale di Risparmio; Whitaker in Tunisia, coll. privata; Bassa marea, Ficus Magnolia, Dopo la pioggia, In giardino, Palermo, coll. Banco di Sicilia). Le ottantotto tele che il pittore realizzò per gli eruditi F. e G. Sinatra sono passate nelle collezioni del Museo Civico di Agrigento. Nel 1911 venne nominato professore di marina e paesaggio all'Accademia di Belle Arti di Palermo.
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