Gaetano Previati focus

On 17 February 2016

In occasione della mostra a Milano "Simbolismo. Arte in Italia dalla Belle Èpoque alla Grande Guerra" visitabile a Palazzo Reale fino al 5 giugno 2016, riproduciamo uno stralcio del testo "L'Opera religiosa di Gaetano Previati":

 

 

 "La natura appare al Previati in un modo tutto intimo. Quello stesso stato d´'animo che crea nel Debussy le impressioni sinfoniche più  morbide d'indeterminatezza, sembra muoverlo alla natura segreta de' fiori, comprendendone la delicatezza suggestiva della grazia sottile , le tinte armoniose e profonde, il loro sbocciare e il loro spegnersi lento e prezioso. Ed il Previati mescola la loro poesia alla realtà e al sogno: e la significazione loro veste di una purezza strana che penetrare è pena e riposo, tanta dolcezza ne riveste le forme.Una freschezza emotiva rara, correle tele raffiguranti rose, con tutte le loro morbidi gradazioni, con la pienezza della loro unità coloristica in cui le ombre si accentuano e digradano in un vibrare unico; crisantemi dai lunghi petali, dalla tristezza un po'romantica e tenue; peonie, dai petali aperti come per sensazioni di piacere; cardi dalle forme strane; gerani musici; grandi mazzi di fiori emergenti dai vasi.

Alcuni sono raggruppati in trittici, ad uso di pallii d'altare e, nella loro nitida purezza, rievocano quegli intarsi marmorei a fiori che i sacchi pazientemente lavorarono per gli altari della Certosa di Pavia, e simboleggiano quasi la purità  dei monaci che celebrarono, e stanno vigili, sbocciati perennemente come nel tremolare del pensiero che li dispose.

La freschezza dei fiori si trasfonde negli aspetti della campagna fiorita sotto cieli sereni, dove le nubi passano come bioccoli di lana, dove rosse chiazze di fiori pongono la nota centrale della composizione, e dove un mare appena accennato evoca gli accenti profondi di una misteriosità presente e viva; nelle triste visioni di paesaggi autunnali, attediati di nubi o corsi da vibrazioni di tramonto, in cui grandi alberi neri gettano la loro mestizia grave. Ed è nelle composizioni in cui sono presentati gli aspetti della campagna padana, a seconda delle stagioni, in modo che vuol rendere anche l'impressione di gioia e di sconforto che la natura dà; nelle grandi tele con l'"Alba", il "Tramonto in Liguria", "le "Colline liguri" trepide delo stupore sereno dei luoghi. La natura assume una sua favolosa vita, attraverso l'opera che la fa vibrare in tutta la sua intensità. L'artista vive con la natura: è fatto uno con essa; sa la bontà delle dolci cose che essa esprime per mezzo della sua flora. Trasportare questa visione all'umanità, è porre l'umanità tra 'fiori, vedere in essa meravigliosi fiori animati che parlano con altri fiori, è scorgere una potenza d'intimità  che compone le cose animate con il cielo, con le piante. Per questo il Previati potè volgersi a ritrarre la poesia dell'infanzia e della donna. Dopo che rifece se stesso, vide ogni cosa secondo il suo nuovo spirito, e la sua attività si fece sempre più  semplice e pura: piegato il disegno alla più agile morbidezza e alla plasticità del suo pensiero colse gli attimi più dolci delle cose nella loro più serena espressione. Fanciulli cari si sperdono tra 'fiori in mistici connubi d'ingenuità. Nelle quattro tele intitolate, simbolicamente, dalle quattro stagioni, una meraviglia agile passa da due bimbi sperduti su una distesa verde in cerca di fiori, tondi e un po' incoscienti di quella pesantezza che è nei fanciulli al primo schiudersi delle impressioni, a quello che sta immoto presso una pianta di gigli, ad altri due, pure tra 'fiori, che guardano assorti farfalle volanti, e ad una bimba che ammira, con un bambinetto seduto, le meraviglie di una pianta fiorita in un vaso.

Lo spirito lieto della giovane madre s'allarga estatico in altre tele, sbocciate da un'eguale ispirazione, quali "Tramonto" e "Mattino", in cui il cielo e la terra pongono giovani donne ed i loro bambini in un ambiente etereo, fatto di carezze, in mistiche armonie che corrono tra piante, le erbe, il cielo.

Le figure assurgono a simboli, man mano che l'ascesa del pensiero determina nuove forme. Così nei pannelli decorativi dove, accanto a forme infantili, le snelle movenze di fanciulle si spiegano, così nelle figurazioni ideali del "Giorno che sveglia la notte", così nella "Danza delle ore", così nelle tele mistiche dove l'artista s'indugia a ritrarre la maternità  sotto forme più carezzevoli che mente inebriata di genitore può sognare, nella "Maternità" del 1891, che prima segna lo spogliarsi delle vecchie forme del Previati, in "Mammina" delicato muovere di concordi trepidanze figliali e materne attraverso cespi fioriti. Alita in queste interpretazioni della realtà uno squisito senso ideale, che segna il trapasso ad altre forme. Il sentimento emotivo trae un'ispirazione più complessa, più lontana, da forme che furono costruite secondo più intense attività di pensiero, così che le figurazioni ideali vivono di fantasia, di quella fantasia originalissima, che al Previati diede modo di ricostruire le scene dei "Promessi Sposi" in un modo tutto speciale, e di accostarsi alle visioni meravigliose che Edgar Poë colpì per le sue novelle, fermandone alcune delle più caratteristiche immagini, in una commossa agitazione di linee rigirate nel più tormentoso gravare del sogno.

Questo senso della natura, questa fantasia ispirano le opere religiose, dove la fusione di questi due elementi si dimostra più necessaria.

Certamente questa attività di rappresentazione della natura, di fantasia e di scene religiose, sono parallele. Ma intercorre fra esse un legame intimo che abbraccia le varie produzioni di una stessa epoca, sia nelle intonazioni coloristiche, che nella scelta delle figure. Questo artista che dipinge senza modelli, traendo dal suo intimo pensiero tutte le forme che servono a rappresentare le sue fantasie, vive nella sua anima periodi d'evoluzione che si esplicano diversamente.

Ogni idea passa attraverso elaborazioni che la rendono più organica. Con una severità ed una coscienza d'arte che meraviglia, e testimonia dell'altezza dei suoi sentimenti, il Previati indugia lungamente nel pensiero che vuol svolgere. E dove più il pensiero  commuove più si ferma. Il moto ascensionale suo, vario e profondo, si stende in un'ampiezza che tutto comprende le infinite vie della passione religiosa e la concatena instancabile. La pura vita comprese delle cose: tra le cose vide il cielo, tra gli spiriti vide ed adorò lo stesso Iddio, quale il credente lo vede; comprese il poema superumano dell'uomo che morì per gli altri uomini, che sopportò  ciò  che un Dio solo poteva sopportare, aggiungendo ai tormenti materiali i più penosi dell'anima. L'esaltazione e la sofferenza di chi crede, e di chi ciò che crede fa preghiera e motivo di imitazione, sono in lui in un adorante spasimo che sublima l'opera e la fa creata e vivente solo per il pensiero che la mosse. Chi l'anima umana, non solo moderna, ma anche antica, interpretò  come il Previati (e le produzioni che illustrano i "Promessi Sposi", il trittico della "Battaglia di Legnano", in cui gli accenti che ispiranola scena della preghiera grandeggiano in una vibrazione d'anime , il grande trittico dell´"Eroica", la desolata tristezza del dipinto "La guerra", possono farne fede) quegli solo può  intendere l'intimità degli affetti che possono venire dall'animo di un uomo moderno  di fronte alle angoscie che, in esempio eterno, scendono dagli ammaestramenti evangelici.

 

 

 

 

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