Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Ademollo Luigi *

ADEMOLLO LUIGI
Milano 1764 - Firenze 1849
Luigi Ademolli, detto Ademollo, studiò all'Accademia di Brera con il vedutista D. Aspari e in seguito fece pratica con i più affermati decoratori milanesi dell’epoca, i Gerii. Dal 1782 proseguì la sua educazione a Roma, dove associava lo studio della veduta scenografica di tipo piranesiano con copie delle tipologie di ornati classici e con la lettura di Omero, Virgilio e Plutarco. Inoltre, dai risultati stilistici successivi è evidente la sua partecipazione al clima preromantico che si andava creando a Roma nei circoli di artisti nordici e intorno a F. Giani. Nel 1789 realizzò la decorazione del teatro della Pergola di Firenze con soggetti mitologici, opera andata perduta ma che sappiamo apprezzata dai contemporanei per la novità dello stile e della scelta compositiva. Nella successiva decorazione della cappella Palatina in Palazzo Pitti (1791-1792) le composizioni dilatate e dinamiche che ornano le pareti (L'entrata di Cristo in Gerusalemme, Crocifissione) offrono l'esempio della sua interpretazione in chiave preromantica del Neoclassicismo romano. Passato a lavorare a Siena, nelle sale dei palazzi Venturi Gallerani (1793-1794, sala delle Guerre Puniche), Ser gardi (1794-1795, sala del Ratto delle Sabine), Malavolti (1796- 1798, sala della Caccia di Diana), Giuggioli e Bianchi (1796-1798 ca.) alternò composizioni neo-cinquecentesche classiche, furori espressivi e paesaggi idilliaci; mentre nell'abside di San Donato (1794) dipinse una Caduta degli angeli ribelli di chiara ispirazione neomanieristica. Con la Restaurazione non mutarono le fortune dell'Ademollo, che nel 1816 fu chiamato a ornare la sala della Musica e la sala dell’Arca di Palazzo Pitti; intorno al 1820 era impegnato nella sala del Trono del Palazzo Ducale di Lucca a narrare le Gesta di Traiano, e La Costanza borbonica trionfatrice dell'inganno, dell'invidia e del Tradimento e, pressoché negli stessi tempi e con alcune ripetizioni di repertorio, realizzava per Ferdinando III il Trionfo degli Asburgo nella Reggia fiorentina. Negli anni successivi si mantenne distante dalle tendenze contemporanee che volgevano al Purismo o all’Accademismo e nelle sue opere si rafforzarono i valori espressivi resi con una semplificazione di segno quasi secentesca. Si dedicò a diverse tecniche: la pittura a olio e a tempera, quella murale a fresco, mezzo fresco, encausto, il disegno per l'incisione; fra queste vanno ricordate le illustrazioni dell 'Inferno e del Purgatorio di Dante realizzate fra il 1817 e il 1819.
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