Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Altamura Alessandro *

ALTAMURA ALESSANDRO
Firenze 1856 - 1918
Nato dal matrimonio di Francesco Saverio con la greca Eleni Boukoura, apprese i primi elementi artistici dal padre, e fu in seguito allievo di D. Morelli e E. Dalbono presso l’Accademia napoletana. La produzione dei primi anni è rivolta essenzialmente al paesaggio e al quadro di genere. Esordì nel 1873 alla Promotrice di Napoli con II Vicolo delle lavandaie e nel 1874 esponeva La Cenerentola che fu acquistato dalla Società. Negli anni successivi restò legato soprattutto al quadro d’ambiente e di costume popolare: Canzone d'a-more (esposti nel 1877 a Napoli), Tarantella napoletana e Pascarella (esposti nel 1883 a Roma), O tempora, o mores! (esposto nel 1884 a Torino). Alla mostra Italiana di Londra del 1888 presentò per la prima volta un Ritratto, genere che in seguito doveva procurargli discreta fortuna. Dal 1890 si trasferì a Parigi dove lavorò e fu presente con assiduità ai Salon fino al 1911.
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