Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Ardy Bartolomeo *

ARDY BARTOLOMEO
Saluzzo (Cuneo) 1821 - Torino 1887
Studiò pittura a Ginevra con A. Calame, la cui influenza si coglie nei temi e nei tagli delle sue composizioni, caratterizzate da toni drammatico-scenografici ottenuti con sapienti effetti chiaroscurali. Dipinse vedute della Savoia, della Svizzera e del lago di Ginevra (1851-1852) cui presto si sostituirono le immagini della campagna romana, derivanti dal soggiorno a Roma tra il 1853 e il 1857 ca. Con questi motivi esordì nel 1854 alle Promotrici di Torino (Campagna romana) e di Genova (Il lago delle Ninfe, Un tramonto a Roma, Una fontana a Cervara), e che ricorreranno più di frequente nella sua lunga attività espositiva: fra le altre ricorderemo la sua presenza alle mostre di Milano nel 1859 (Un oliveto con campo di frumento presso Albano, Le paludi di Ostia), a Firenze nel 1861 (Una giornata d'inverno nella Campagna romana) e nel 1867 (Un bosco con fauni), a Parma nel 1870 (La solitudine, Torino, Accademia Albertina), a Napoli nel 1877 (Porta Pia), a Torino, dove fu assiduo per oltre trent'anni (Gli acquedotti di Claudio, 1860; Il mattino nell'Italia meridionale, 1861, Torino, Avvocatura dello Stato; Un bosco nella Romagna, 1863; Un mattino a Fenestrelle, 1867; Valle della ninfa Egeria, 1871). Come incisore collaborò alla rivista L'Arte in Italia e agli albi della società l"Acquaforte' con soggetti spesso tratti dai suoi stessi dipinti. Dal 1865 economo dell’Accademia Albertina, vi frequentò il corso di pittura su maiolica per dedicarsi, dai primi anni '70, quasi interamente a questa tecnica, traducendovi i temi consueti alla sua passata produzione: con queste opere, e con qualche studio a olio, fu presente alle esposizioni torinesi fino al 1881. Nel 1883, alla morte di G. Devers, ereditava la direzione della scuola di pittura industriale all’Albertina.
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