Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Bartolena Giovanni *

BARTOLENA GIOVANNI
Livorno 1866 - 1942
Cresciuto con lo zio Cesare che lo avviò alla pittura, si trasferì ventenne a Firenze per studiare con G. Fattori; esordì all’Esposizione di Torino del 1892, nella sezione Arte Moderna, con due paesaggi della campagna livornese (Strada di collina presso Livorno e Pascolo in Campo al Melo, presso Livorno), mentre fra il 1893 e il 1894 e nel 1896 espose a Firenze altri paesaggi e studi di animali. Dopo il dissesto finanziario della famiglia, nel 1898 tentò la fortuna a Marsiglia, rientrando dopo qualche mese a Firenze. Nel 1915 Bartolena si recò a dipingere, ospite di P. Nomellini, a Fossa dell'Abate, in Versilia, e qualche anno più tardi si stabilì definitivamente presso il fratello Adolfo, a Livorno. Solo nel 1927 Bartolena ottenne i primi riconoscimenti, fra gli altri quello di C. Carrà e l’ammirazione di A. Tosi. La critica apprezzò nelle sue opere, soprattutto i paesaggi e le marine, il recupero del formato ridotto delle tavolette macchiaiole e la rein-terpretazione della “macchia”, che viene spogliata del suo valore tonale e assunta nella pura funzione materica di un linguaggio semplificato, quasi naif.
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