Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Bisi Giuseppe *

BISI GIUSEPPE
Genova 1787 - Milano 1859
Nacque in una famiglia di artisti: sia il padre sia il fratello Michele (Genova 1788 - Milano 1874), infatti, erano pittori, e fu a sua volta maestro delle figlie Antonietta e Fulvia. Presente a partire dal 1818 alle esposizioni di Brera, in breve tempo si guadagnò un posto di rilievo nel campo del Vedutismo lombardo, in competizione con M. Gozzi che sostituì presso la committenza aristocratica e nelle cariche accademiche. Già nel 1829 socio dell’Accademia di Brera, dal 1838 ottenne la cattedra di paesaggio, appositamente istituita, e poi mantenuta fino al 1856. Nelle opere anteriori al 1830 si limitò a raffinare, con sapienza descrittiva, la tradizionale veduta prospettica animata da piccole figure (Panorama di Genova e del porto visti dall'alto, 1825 ca., Milano, Galleria d'Arte Moderna). Nel 1829, da un viaggio di studio a Roma, rientrò con una grande quantità di studi e bozzetti, dai quali trasse negli anni seguenti numerose tele di soggetto laziale (Veduta di Castelgandolfo, 1830; Paesaggio di fiume, 1838, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo). Nelle vedute posteriori si accostò al genere di paesaggio “storico” (Orlando e Rodomonte che combattono sul ponte, 1838 ca., Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo), a quello “urbano e pittoresco” oppure di gusto aneddotico (Veduta della Villa Rajmondi presso Como un momento dopo l'arrivo di S.M. l'imperatore Ferdinando I, commissionato nel 1838 dall’imperatore).
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