Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Chialli Vincenzo *

CHIALLI VINCENZO
Città di Castello (Perugia) 1787 - Cortona (Arezzo) 1840
Allievo di G. Crosti, dopo l’apprendistato nella sua cittàsi perfezionò a Roma con V. Camuccini, applicandosi allo studio dell’antico e dei maestri del secondo Rinascimento. Espresse il frutto delle sue prime esperienze in alcuni ritratti oggi irreperibili (Costanza Monti Perticari come Euterpe) e si specializzò su consiglio dell’amico A. Canova in temi di genere, sui modelli di F. M. Granet. Rientrato a Città di Castello nel 1809, fu sospinto da numerose commissioni a una febbrile attività fra l’Umbria e le Marche. A Pesaro il contatto con V. Monti gli consentì di affinare quelle conoscenze letterario-mitologiche che tradusse in alcune opere come Ebe che disseta Giove sotto forma di aquila (perduta). Un secondo soggiorno romano (1815-1822) lo avvicinò a T. Minardi e a J. B. Wicar favorendo l’evoluzione verso una produzione devozionale cara alla sensibilità purista (Visitazione di Santa Elisabetta, per la chiesa di San Romualdo; Madonna con il Bambino dormiente, Città di Castello, Pinacoteca). Si cimentò anche nella decorazione (Villa Torlonia a Grottaferrata, Roma) ma l’impresa destinata a dargli maggiore notorietà fu la realizzazione di due grandi tele per il Granduca di Toscana: Esequie di un cappuccino (1824, Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti, depositi) e il Coro dei cappuccini (irreperibile). Direttore dal 1836 dell’Accademia di disegno a Cortona, dedicò la sua ultima produzione a ritratti e temi di soggetto religioso e letterario. Il fratello minore, Fortu-nato (1798-1876), fu anch’egli alla scuola di G. Crosti, e agli inizi mise in luce doti non comuni di disegnatore. Amico di T. Minardi e di J. F. Overbeck, dopo la grave malattia che lo rese cieco a vent’anni rimase legato al mondo artistico con l’attività di critico e di saggista.
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