Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Coghetti Francesco *

COGHETTI FRANCESCO
Bergamo 1801 - Roma 1875
Avviato a studi letterario-filosofici, nel 1816 si iscrisse all'Accademia Carrara di Bergamo, dove divenne amico di G. Carnevali e dove apprese da G. Dotti un cromatismo chiaro e luminoso di tradizione lombardo-veneta che contraddistingue le opere giovanili e quelle della prima maturità. Alla fine del 1821 si trasferì a Roma dove frequentò lo studio di V. Camuccini da cui apprese il linguaggio neoclassico, la facilità del comporre grandioso e la perfetta distribuzione delle figure. Nella città pontificia si legò soprattutto ad artisti conterranei come il musicista G. Donizetti e lo scultore G. M. Benzoni, in un rapporto privilegiato con la terra d'origine che mantenne per tutta la vita; proprio a Bergamo furono destinate le prime opere eseguite a Roma come la pala per San Michele del 1828, dove appare evidente la componente neoveneta. A Roma trovò presto una committenza illuminata da parte della famiglia Torlonia: per Alessandro decorò la villa fuori Porta Pia, il teatro Apollo a Tordinona e il palazzo cittadino (distrutto nel 1900), in cui dipinse Francesco I re di Francia raccoglie il pennello di Tiziano, tema molto in voga e allusivo ai rapporti tra artista e committente, Le storie di Amore e Psiche e il Trionfo di Ercole; per Carlo ornò là villa di Castelgandolfo (1829-1842); infine per Don Marino eseguì nel palazzo di via Condotti Scene dalla vita dei Gracchi e Scene dai Promessi Sposi (1840-1841). Verso gli anni '40 operò una più decisa conversione al Purismo, pur felicemente interpretato dal linguaggio neoclassico mutuato dal Camuccini e vivificato dal cromatismo neoveneto della sua prima formazione. Questa evoluzione è evidente nei ritratti Presti e Tasca dell’Accademia Carrara, nei dipinti per la cattedrale di Porto Maurizio e nell’Immacolata dei SS. Apostoli a Roma. Negli anni '50 lavorò nella basilica di San Paolo e in San Carlo ai Catinari a Roma, decorò la cattedrale di Savona (1846-1849) e il Duomo di Bergamo (1851-1853). Dopo il 1870, nonostante i riconoscimenti ottenuti dal nuovo governo, visse isolato e quasi inattivo.
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