Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Manzoni Ignazio *

MANZONI IGNAZIO
Milano 1799 - Clusone (Bergamo) 1888
Formatosi presso la milanese Accademia di Brera, completò la propria istruzione artistica con un soggiorno a Firenze e con viaggi all'estero. Fra il 1834 e il 1854 figurò alle rassegne braidensi con un gran numero di opere spesso su commissione. I suoi soggetti di genere assunsero un timbro caricaturale (Un antiquario, L'asso di cuori, Pavia, Museo Civico) di una crudezza tale da attirargli critiche, ma anche apprezzamenti, come quello di C. Baudelaire a proposito de La rixe des mendiants e L'assassinat nocturne (esposti al Salon di Parigi nel 1846). Attivo, sia pure con minore intensità, anche come pittore di temi sacri, nel 1845 dipingeva per la chiesa milanese di San Bernardino alle Ossa San Lucio martire. L'attenzione per i soggetti religiosi fu maggiormente sviluppata durante il lungo e attivissimo soggiorno a Buenos Aires, dove si trasferì nel 1854. Ricomparso a Milano all’Esposizione di Brera del 1877 con un cospicuo gruppo di opere (fra le altre, Fucina del fabbro ferraio, Divisione del bottino di denaro, Modo di cucinare la carne nelle campagne di Buenos Aires), fece definitivamente ritorno in patria poco prima di morire.
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