Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Moja Federico *

MOJA FEDERICO
Milano 1802 - Dolo (Venezia) 1885
Frequentò l'Accademia di Brera a Milano fra il 1818 e il 1820, seguendo poi le orme di G. Migliara, dal quale trasse l’indirizzo per la veduta storico-romantica, determinante per la sua carriera futura. Esordì a Brera nel 1824 e negli anni seguenti presentò soggetti molto prossimi a quelli del suo maestro (1828, fra l’altro, Interno di S. Maria presso S. Celso e Ritiro di Comingio presso i Trappisti). Dal 1830 al 1834 fu a Parigi, dove raccolse studi che utilizzò in seguito più volte (Veduta del Pont-Neuf a Parigi, Milano, Galleria d'Arte Moderna). Riprese a esporre a Milano, avvicinandosi ai modi di C. Canella (Interno della chiesa di S. Eustor- gio, 1841, Milano, Museo di Milano). Dal 1842 comparvero le prime vedute veneziane, che divennero tipiche nella sua produzione successiva al trasferimento a Venezia, dove fu chiamato nel 1845 alla cattedra di prospettiva dell’Accademia (Rotonda emiliana dell'isola di S. Michele, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna). Dal 1875 si ritirò a vivere a Dolo sul Brenta.
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