Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Palagi Pelagio *

PALAGI PELAGIO
Bologna 1775 - Torino 1860
La sua prima formazione avvenne a Bologna, sotto la protezione del conte C. F. Aldrovandi, e presso l’Accademia Clementina (1789-1790); nelle prove di questi anni rivelava già la tendenza alla semplificazione e all’astrazione nel disegno. L’importante rapporto con F. Rosaspina gli consentì di avvicinarsi alle istanze neoclassiche e a maturare l’inevitabile flusso delle opere di F. Giani (affreschi a Palazzo Aldini, Bologna). Dal 1806 proseguì i propri studi a Roma, dove eseguì per il conte Aldrovandi il Matrimonio di Amore e Psiche (esposto all’Accademia di Bologna nel 1808, Detroit, Institute of Fine Arts). Sollecitato dalla varietà di proposte della capitale pontificia e in cerca di un linguaggio personale, si rivolse in particolare al modello del Domenichino. Individuò in breve tempo un proprio stile, aperto a diverse possibilità tematiche, dalle solenni composizioni storiche (Mario a Minturno, 1809, esposto a Parigi nel 1910) alle disincantate composizioni mitologiche (Teseo e Piritoo rapiscono Elena, 1812-1813, Bologna, Galleria Comunale d’Arte Moderna). Durante il soggiorno romano entrò in rapporto con il giovane F. Hayez e probabilmente con J. A. D. Ingres. Stimato da A.Canova, in poco tempo assunse un ruolo di prestigio, confermato dalle committenze per il Quirinale e per Palazzo Torlonia (affreschi con Storie di Teseo). Nel 1815, dopo essere passato da Bologna, si trasferì a Milano. Qui, nella temporanea mancanza di personalità artistiche di rilievo, si impose con una sua scuola privata, rinomata per il rigore dell'insegnamento. Nel 1822 fu chiamato con Hayez a completare gli affreschi della sala della Lanterna a Palazzo Reale. Nella vasta produzione di questi anni compaiono opere di soggetto storico (Matteo Visconti ed Enrico VIII esposto a Brera nel 1820; Newton che osserva la rifrazione dei colori della luce, Brescia, Museo Civico) e ritratti (Cristina Archinto Trivulzio, 1824, coll. privata; Ritratto del Maestro Bellini, esposto alla Mostra Borbonica di Napoli nel 1835). La sua per-sonalità eclettica si espresse anche in opere di architettura, di scultura e di decorazione; grazie a queste capacità, fu chiamato nel 1832 dai Savoia con l'incarico di allestire i nuovi arredi per il castello di Racconigi e di impegnarsi nel rinnovamento del Palazzo Reale e nella decorazione del teatro Regio a Torino, imprese per le quali si avvalse della collaborazione di numerosi artisti. Nel 1834 fu nominato direttore della Scuola di Ornato, appositamente istituita presso la torinese Accademia Albertina.
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