Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

De Albertis Giuseppe *

DE ALBERTIS GIUSEPPE
Arona (Novara) 1763 - Gallarate (Varese) 1845
Trasferitosi nel 1778 a Milano, si dedicò in un primo tempo a scenette di genere riconducibili all’esempio di P. Longhi (La lezione di danza, Milano, Museo Teatrale alla Scala). Nel 1782, entrato in contatto con A. Appiani, ne derivò suggestioni neoclassiche che svolse nell’attività di ritrattista (La Famiglia del pittore, esposto a Brera nel 1817, Gallarate, Museo degli Studi Patri), mettendo in luce doti che lo fecero apprezzare anche nelle opere in miniatura, per le quali ottenne commissioni di prestigio. Eseguì anche dipinti di soggetto religioso che espose a Brera nel 1826 e nel 1837.
DE ALBERTIS GIUSEPPE
Arona (Novara) 1763 - Gallarate (Varese) 1845
Trasferitosi nel 1778 a Milano, si dedicò in un primo tempo a scenette di genere riconducibili all’esempio di P. Longhi (La lezione di danza, Milano, Museo Teatrale alla Scala). Nel 1782, entrato in contatto con A. Appiani, ne derivò suggestioni neoclassiche che svolse nell’attività di ritrattista (La Famiglia del pittore, esposto a Brera nel 1817, Gallarate, Museo degli Studi Patri), mettendo in luce doti che lo fecero apprezzare anche nelle opere in miniatura, per le quali ottenne commissioni di prestigio. Eseguì anche dipinti di soggetto religioso che espose a Brera nel 1826 e nel 1837.
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