Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Diotti Giuseppe *

DIOTTI GIUSEPPE
Casalmaggiore (Cremona) 1779 - 1846
Dopo un primo apprendistato a Casalmaggiore, presso la bottega di P. Araldi, grazie all’interes-samento del concittadino G. Vicenza Ponzone frequentò per un biennio l’Accademia di Parma, seguendo i corsi di G. Callani. Ottenuta la pensione quadriennale di Brera si trasferì a Roma nel 1805. Già nel saggio di secondo anno (La morte di Socrate, cartone, 1807, Milano, Accademia di Brera; dipinto, 1809, Cremona, Museo Civico) sono evidenti i modelli scelti dal giovane pittore: V. Camuccini, J. L. David e N. Poussin. Chiamato nel 1811 all'Accademia Carrara di Bergamo fu professore di pittura e, per trent’anni, direttore; si attenne ai principi di un rigoroso classicismo, senza tuttavia precludere la possibilità del dibattito artistico all’intemo dell’istituto, che fu anzi così ricco di sollecitazioni da generare esiti diversi in allievi come F. Coghetti, G. e L. Trécourt, E. Scuri, G. Carnovali. Svolse un’intensa attività di pittore di soggetti sacri nelle chiese della regione (affreschi nel Duomo di Cremona, 1830- 1834) e offrì un ricco contributo alla pittura di tema romantico, come nelle molte versioni del Conte Ugolino (la prima del 1817, dispersa; un’altra, del 1832, peri il conte Tosio, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo), in La corte di Ludovico il Moro (1823, Lodi, Museo Civico) e in II giuramento di Pontida (1836, Milano, Galleria d’Arte Moderna), e ne La morte di Antigone (1834-1845, Bergamo, Accademia Carrara). Collezionista e intenditore d’arte antica, si ritirò negli ultimi tempi a lavorare a Casalmaggiore.
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