Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Ferrarini Giuseppe *

FERRARINI GIUSEPPE
Parma 1846 - Brighton (Gran Bretagna) dopo il 1896
Figlio di un orefice, si formò con G. Carmignani all’Accademia di Parma, dove entrò sedicenne e fu premiato nel 1865 e nel 1866. Passato a studiare a Firenze, abbandonò certi schematismi prospettici delle prime opere (Chiostro di San Quintino, 1865, Parma, Galleria Nazionale) per aprirsi a nuovi stimoli riconoscibili in una tela oggi attribuitagli, Baracconi di Porta Nuova (Parma, Galleria Nazionale), avvicinandosi alle soluzioni di V. Cabianca, che poté conoscere nel 1864 a Parma. Espose soggetti prevalentemente agresti a Milano, a Torino, a Genova, a Parma, (Il ritorno all'ovile, 1870, Parma, Municipio). Compì numerosi viaggi che lo portarono nel 1872 a Nizza (decorazione della sala Maggiore del Casinò), quindi in Australia (1881-1887) e poi a Roma, dove espose nel 1901 (L'albero che cade) e nel 1906 (La Piastra). Spesso confuso col più giovane Pier Giuseppe, lasciò poche opere che hanno subito alterne attribuzioni.
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