Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Frascheri Giuseppe *

FRASCHERI GIUSEPPE
Savona 1809 - Genova 1886
Si formò a Genova, presso l'Accademia Ligustica, a Firenze, dove fu allievo di G. Bezzuoli, e a Roma. Nel 1839 fu nominato accademico di merito alla Ligustica e dal 1842 vi diresse la Scuola di Pittura. Dipinse ritratti, quadri religiosi e storico-letterari, spesso ispirati a personaggi illustri della Liguria (come B. As- sereto, O. Spinola, G. L. Fieschi, G. F. Serra e i pittori P. Piola e L. Cambiaso): sono note soprattutto le numerose versioni degli episodi danteschi di Paolo e Francesca, conservate nei musei liguri (Galleria Civica d'Arte Moderna di Genova Nervi, Pinacoteche Civiche di Savona e di Imperia) e di Pia de' Tolomei (una versione alla Pinacoteca Civica di Savona). Il suo romanticismo si avvalse degli esiti della cultura britannica (sposò l'inglese Annetta Bracken) e di quella francese, che poté conoscere direttamente attraverso viaggi e soggiorni fuori d'Italia, dove ebbe modo di lavorare e farsi apprezzare. Oltre che per l'aristocrazia genovese più aggiornata (i Durazzo, i Serra, i Pallavicino), lavorò per la committenza sabauda, realizzando alcune tele ispirate alla storia della dinastia e collaborando fra l'altro alla decorazione del Palazzo Reale di Genova. Della sua attività di ritrattista si conservano testimonianze presso diversi musei italiani (fra gli altri, Ritratto di Tommaso Salvini, Pinacoteca Civica di Savona). Espose con frequenza alle mostre genovesi e, dal 1861, anche a quelle di Firenze e di Torino. Nella fase finale della sua attività aderì ai nuovi orientamenti veristi.
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