Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Malenchini Meoni Matilde*

MALENCHINI MEONI MATILDE
Livorno 1779 - Fiesole (Firenze) 1858
Allieva dal 1807 di P. Benvenuti all’Accademia di Firenze, dopo una iniziale attività di copista, nel 1811 ottenne il pensionato a Roma, dove frequentò B. Thorvaldsen, V. Camuccini e A. Canova ed eseguì, sull’esempio di M. Granet, interni di chiese e conventi, secondo pacate cadenze e prospettive neoquattro-centesche (Interno di conservatorio, 1815 ca., Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti). Nel 1821 stabilitasi a Firenze, presentò alla Mostra dell'Accademia un Interno di San Miniato (Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti); da quel tempo iniziò anche a frequentare il Gabinetto di G. P. Vieusseux. Nel 1823 rientrò a Roma, ma tornò con frequenza in Toscana e fu anche a Parigi e a Bruxelles. Nel 1827 espose a Livorno un Ritratto delle granduchesse di Sassonia (Livorno, Museo Civico) e nel frattempo eseguì vari ritratti femminili, forse anche per la clientela straniera, per la quale dipinse pure un Interno del duomo di Pisa (1827). In seguito, a causa di fosche vicende personali, abbandonò la pittura.
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