Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Martini Biagio *

MARTINI BIAGIO
Parma 1761 - 1840
Allievo di P. M. Ferrari e G. Callani all’Accademia parmense, vi ottenne diversi premi fra il 1781 e il 1791. Questo stesso anno vinse il pensionato di studio a Roma con il neoclassico La morte di Socrate (Parma, Galleria Nazionale). Professore consigliere alI’Accademia di Parma dal 1795, nel periodo seguente eseguì alcuni dipinti religiosi (Immacolata e santi, 1803-1805, Duomo di Fidenza; Martirio dei Santi Gervaso e Protaso, 1815, chiesa della SS. Annunziata, Parma, lodato da V. Camuccini). Per conto del governo, nel 1815 si recò a Milano per trattare la restituzione delle opere d'arte sottratte a Parma nel periodo napoleonico. Nel 1816 fu nominato primo pittore di corte dalla duchessa Maria Luigia, che lo incaricò di importanti tele di celebrazione asburgica, come Paolo III che incontra Carlo V nella rocca di Busseto nel 1543 (presentato solo nel 1827 e collocato nel Palazzo di Riserva, ora a Parma, coll. del Comune), fastosa scenografia impreziosita da raffinatezze manieriste locali. La posizione di prestigio raggiunta e i rapporti con la corte ebbero in seguito momenti critici derivanti dalla mancata nomina, nel 1820, a direttore dell'Accademia: fra l’altro l’artista attuò un singolare “sciopero pittorico” rifiutandosi di ultimare la grande tela della Deposizione (per la chiesa dei Cappuccini di Parma), commissionatagli nel 1796 ma consegnata solo nel 1839, dopo aver ottenuto l’onorificenza di cavaliere dell'ordine di San Giorgio.
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