Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Politi Odorico*

POLITI ODORICO
Udine 1785 - Venezia 1846
Intrapresi gli studi classici nella sua città, passò alla pittura sotto la guida dell’abate G. Tosolini. Si iscrisse all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove ebbe maestri P. Tantini e T. Matteini e nel 1809 seguì a Roma gli amici F. Hayez e G. B. De Min, vincitori dei pensionato accademico. Nella città pontificia entrò nella cerchia canoviana grazie a L. Cicognara (Ritratto di A. Canova, Udine, Museo Civico), esercitandosi su temi storici e mitologici. Riportò a Udine uno stile solenne, ispirato a Raffaello e al Classicismo secentesco, e un’ortodossia classicista alla quale rimase fedele durante tutta la sua carriera. Nella città natale realizzò opere a fresco nella propria residenza e a Palazzo Antonini e dipinse ritratti d’intensa caratterizzazione (Giovanni Battista Bartolini e Antonio Bartolini, Udine, Museo Civico). Nel 1818 si affermò vincendo il gran premio di Pittura all'Esposizione milanese di Brera con La lucerna di Anassagora (Milano, Pinacoteca di Brera), apprezzato per l’effetto di lume notturno. Nel 1830 espose a Venezia Elena giocata ai dadi da Teseo e Piritoo (Treviso, Museo Civico), grazie al quale nel 1831 ottenne la cattedra di pittura all'Accademia. Prima del 1837 eseguì l'opera più impegnativa della sua produzione, la grande composizione allegorico-celebrativa nel soffitto del salone di Palazzo Reale a Venezia, allusiva della pace imposta all'Europa dalla Santa Alleanza (La Pace circondata da Virtù e Geni dell'Olimpo). Nel'ambito della pittura sacra dipinse numerose tele per chiese di Venezia, Rovigo e Trieste (Gloria di S. Antonio, 1842, chiesa di Sant'Antonio Nuovo, Trieste).
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