Costa Giovanni (Nino) *

Nato in una agiata famiglia borghese, ebbe un'educazione classica in collegio, a Montefiascone e a Roma; frequentò poi gli studi di V. Camuccini e di F. Coghetti, si accostò a E. Agneni per scegliere infine come maestri L. Massabò e F. Podesti. Volontario nel 1848, fu poi con Garibaldi nella difesa della Repubblica Romana. Fuoriuscito dalla città, dal 1850 visse ad Ariccia, spostandosi a lavorare nella campagna romana, tra la Sabina, Albano e la costa fra Ostia e Anzio: in questo periodo conobbe tra gli altri M. d'Azeglio, C. Coleman, A. Bӧcklin e nel 1853, a Cervara, strinse amicizia con F. Leighton e G. Mason. Appartengono a quest’epoca numerosi studi dal vero, molti dei quali rielaborati in seguito, come per le Donne che imbarcano legna a Porto d'Anzio (1852, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna); ma anche opere come il Paesaggio presso Ardea (1855, coll. privata), dove meglio si coglie l’immediatezza dell’impressione naturale. Nel 1859 con Mason dipingeva a Pratica di Mare paesaggi già rivolti al tipo di arcaismo che sarà attrazione costante nella sua poetica. Dopo la Campagna del '59 si spostò in Toscana e tramite S. De Tivoli entrò in contatto con i Macchiaioli. Di quell’anno e del successivo sono le vedute, spesso dipinte accanto agli amici, ricche di notazioni cromatiche e luminose, in un equilibrato intarsio di colori che furono fondamentali nell’incontro con G. Fattori (Bocca d'Arno, coll. privata; Tramonto sull'Arno, 1860, Milano, coll. Giacomo e Ida Jucker). Nel 1861 espose diverse opere a Firenze, alla Promotrice e all’Esposizione Nazionale (Spiaggia di Napoli, Lago di Albano) e nel 1862 presentò al Salon parigino la Spiaggia romana (Donne che imbarcano legna a Porto d'Anzio) e al Salon des Refusés uno Studio di alberi d'ulivo. Tra il 1862 e il 1863 fu più volte a Londra dove frequentò G. F. Watts ed E. C. Burne-Jones; a Parigi conobbe A. Décamps e C. Corot e a Fontainebleau ebbe l’ispirazione per La ninfa (1863- 1895, Roma, Galleria Comunale d’Arte Moderna) che testimonia del suo accostarsi a una visione idealizzata della Natura. Nel 1863 tornò a lavorare a Firenze, stringendo con V. Cabianca una duratura amicizia; rientrato a Roma l’anno seguente per proseguire l’attività politica, prese studio in via Margutta 33, frequentando il Caffè Greco e inviando opere alla Promotrice fiorentina. Nel 1865 a Londra strinse amicizia con il pittore G. Howard, membro della Confraternita preraffaellita. Nel 1867 fu con Garibaldi a Mentana, poi, di nuovo a Firenze, vi restò a lavo-rare, nei modi che lo collegavano agli amici inglesi, pur mantenendo il legame con i Macchiaioli. Rientrato nel 1870 a Roma da Porta Pia, assunse diversi incarichi amministrativi e fu impegnato nel promuovere il rinnovamento della vita artistica della capitale: nel 1873 organizzò la prima Esposizione del Circolo Artistico nella nuova sede della Casina del Pincio, separando polemicamente le opere di ispirazione realista dalla produzione ufficiale e dagli affermati fortunysti. Nel 1876 fondò il Golden Club che raccoglieva artisti italiani e inglesi e nel 1878 tentò una nuova esperienza con il Circolo degli Artisti Italiani. Aveva continuato a esporre ogni anno, fin dal 1869, a Londra, alla Royal Academy (1869, Porto d'Anzio, Near Leighorn; 1870, Casting the net; 1874, The shore of Mediterranean near Roma, 1876, Presso il Porto di Anzio), alla Gro- svenor Gallery (1877, A winter evening on the Sands near Ardea; 1878, On the Shore) e nel 1882 allestì alla Fine Art Society una personale con sessantotto opere. In Italia espose raramente, confermando la sua posizione critica nei confronti dell'arte ufficiale anche con gli articoli apparsi sul Fanfulla e sulla Gazzetta d'Italia (1882-1883). Nel 1883 con U. Panichi e U. Seratrice creò a Roma la Scuola Etrusca e nel 1886, con diversi artisti della nuova generazione e alcuni dei vecchi frequentatori del Caffè Greco, diede vita all’Associazione “In Arte Libertas”. Negli ultimi anni, che in parte trascorse nella casa di Marina di Pisa, portò a termine alcune opere coltivate per lunghi anni come Ad fontem Aricinum (1895, coll. privata), o II risveglio (1896, già Londra, National Gallery).
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