Dictionary of Artists

 

To meet the requirement of scholars, art dealers, collectors or simple amateurs of having a quick and effective tool at their disposal to satisfy the various exigencies connected with the world of art, first of all the in-depth analysis of the work of painters, sculptors, engravers, photographers, etc., the "Dictionary of artists" puts itself up as an annotated list of names, sometimes accompanied, if marked by an asterisk, by a biography and by some signature examples.

Each artist is matched with a series of index cards regarding the works registered in the Data Bank of the Matteucci Institute, which can be issued on request.

The biographies are taken from the Dizionario degli artisti edited by Cristina Bonagura, integral part of the work Pittori & pittura dell'Ottocento italiano (1996-1997), coordinated by Giuliano Matteucci with the cooperation of Paul Nicholls and realized by the Redazioni Grandi Opere of the "Istituto Geografico De Agostini", to whom the Matteucci Institute expresses its sincere thanks for authorizing the circulation of the texts on line.

 

De Avendaño Serafino *

DE AVENDAÑO SERAFINO
Vigo (Spagna) 1838 - Villadolid (Spagna) 1916
Presso l’Accademia San Ferdinando di Madrid fu allievo di A. M. Esquival e di B. Villamil Marrachi. Dopo un breve soggiorno a Portland negli Stati Uniti, poté recarsi con una borsa di studio a Ginevra a studiare con il paesista A. Calame. Il soggiorno in Liguria nel 1863 e il definitivo trasferimento a Genova nel 1866 misero l’artista in contatto con i pittori della Scuola Grigia, E.Rayper, A. D’Andrade e T. Luxoro, grazie ai quali riuscì a superare l’accademismo dei maestri spagnoli e del Calame, per aderire alla nuova poetica del vero. Con i Grigi l’artista era già stato, nell'autunno del 1863, a dipingere dal vero lungo la Bormida a Carcare, nei pressi di Savona, consolidando in seguito i rapporti e la consuetudine di lavoro con loro (Motivo sulla Bor-mida, 1865, Genova, Galleria Civica d’Arte Moderna; Lungo la Bormida, 1866 ca., Genova, Accademia Ligustica di Belle Arti). Presto, tuttavia, all’interesse comune per C. Corot, C. F. Daubigny e per il naturalismo di A. Fontanesi, subentrò la predilezione per la pittura “a macchia”, personalizzata da una tavolozza intensa e brillante, estranea agli altri Grigi (Primavera, dopo il 1868, Imperia, Pinacoteca Civica). Partecipò alle promotrici genovesi, torinesi e fiorentine dal 1867 al 1896, anno del suo ritorno in Spagna: attraverso le esposizioni e i soggiorni in Toscana, il pittore ebbe modo di conoscere direttamente esempi del contemporaneo Naturalismo toscano, al quale fece riferimento nella produzione successiva e dove rivela un rigoroso impianto compositivo che accentua i valori tonali (Convento alla Castagna, 1875, coll. privata; Lo scoglio di Quarto, 1881, Genova, Galleria Civica d’Arte Moderna). Fu attivo almeno fino al 1910, anno in cui un suo Paese apparve alla Esposizione di Firenze.
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