Dictionary of Artists

 

To meet the requirement of scholars, art dealers, collectors or simple amateurs of having a quick and effective tool at their disposal to satisfy the various exigencies connected with the world of art, first of all the in-depth analysis of the work of painters, sculptors, engravers, photographers, etc., the "Dictionary of artists" puts itself up as an annotated list of names, sometimes accompanied, if marked by an asterisk, by a biography and by some signature examples.

Each artist is matched with a series of index cards regarding the works registered in the Data Bank of the Matteucci Institute, which can be issued on request.

The biographies are taken from the Dizionario degli artisti edited by Cristina Bonagura, integral part of the work Pittori & pittura dell'Ottocento italiano (1996-1997), coordinated by Giuliano Matteucci with the cooperation of Paul Nicholls and realized by the Redazioni Grandi Opere of the "Istituto Geografico De Agostini", to whom the Matteucci Institute expresses its sincere thanks for authorizing the circulation of the texts on line.

 

Gaibazzi Giovanni*

GAIBAZZI GIOVANNI
Parma 1808 - 1888
All'Accademia di Parma conseguì nel 1834 il gran premio di Pittura con Ulisse e Pirro si presen-tano a Filottete nell'isola di Nasso (Parma, Galleria Nazionale), opera carica di citazioni da G. Landi, modello recuperato attraverso G. Tebaldi, che di Gaibazzi fu maestro. Negli stessi anni eseguiva Samuele con David fanciullo (Parma, Pinacoteca Stuard) e due ottagoni con lo Stemma di Maria Luigia nella sala della par-mense biblioteca Palatina. Fra il 1836 e il 1840 soggiornò a Roma, di dove inviava nel 1837 il Gladiatore ferito e nel 1839 La disperazione di Caino (entrambi a Parma, Galleria Nazionale). Per la duchessa Maria Luigia portò a termine la tela con i Santi Pietro e Paolo (1837, ora nel Vescovado di Parma) e San Carlo Borromeo (1839, Parma, Galleria Nazionale), nella quale ai modi nazareni dello sfondo si contrappone il forte verismo del volto del santo. Nel 1840 l'artista era ancora a Roma, dove lavorava nella Villa di M. Torlonia. Una sanguigna con La S. Famiglia con San Giovannino (coll. privata), di delicata intimità domestica, attesta l’adesione ai modi minardiani. Ritornato a Parma, divenne professore di pittura all’Accademia e proseguì la sua fruttuosa carriera, lavorando per la committenza privata e per quella eccle-siastica, sia in città (chiese di Santa Maria del Quartiere, Gesù che risana gli infermi, 1842; di San Vitale, Madonna Assunta, 1843; di San Rocco, Crocifisso, 1857; Duomo, affreschi) sia in provincia (Parrocchiale di Vaestano, Assunta, 1857). Dal 1864 fu assiduo alle mostre della Società d’Incoraggiamento di Parma, spesso con ritratti ufficiali (1864, Ritratti di S. M. il re e di Garibaldi; 1879, Ritratto della regina) e con soggetti di genere (1874, Accattone). Alla Mostra Nazionale di Parma del 1870 presentò Una battaglia tra Greci e Turchi e a quella di Bologna del 1888 un Vecchio che fa le calze.
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