Dictionary of Artists

 

To meet the requirement of scholars, art dealers, collectors or simple amateurs of having a quick and effective tool at their disposal to satisfy the various exigencies connected with the world of art, first of all the in-depth analysis of the work of painters, sculptors, engravers, photographers, etc., the "Dictionary of artists" puts itself up as an annotated list of names, sometimes accompanied, if marked by an asterisk, by a biography and by some signature examples.

Each artist is matched with a series of index cards regarding the works registered in the Data Bank of the Matteucci Institute, which can be issued on request.

The biographies are taken from the Dizionario degli artisti edited by Cristina Bonagura, integral part of the work Pittori & pittura dell'Ottocento italiano (1996-1997), coordinated by Giuliano Matteucci with the cooperation of Paul Nicholls and realized by the Redazioni Grandi Opere of the "Istituto Geografico De Agostini", to whom the Matteucci Institute expresses its sincere thanks for authorizing the circulation of the texts on line.

 

Querena Lattanzio *

QUERENA LATTANZIO
Clusone (Bergamo) 1768 - Venezia 1853
A Verona apprese dal suo primo maestro, S. Della Rosa, il delicato plasticismo della scuola locale. Iscrittosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove si diplomò nel 1806, acquistò forza cromatica e sperimentò più decisi contrasti chiaroscurali nel segno del piazzettismo di F. Maggiotto. Negli anni successivi si convertì a un classicismo ispirato ai modelli della pittura veneziana del Cinquecento. Fu noto copista e restauratore e, nel campo della pittura d'invenzione, divenne il principale interprete a Venezia del pietismo religioso tipico dell'età della Restaurazione e fu capace di mutare continua mente registro espressivo, a seconda della richiesta della committenza o della destinazione delle opere. Così nelle pale d’altare delle chiese veneziane di San Giobbe (Teofania di Giobbe, 1819), del Nome di Gesù (S. Francesco, 1820 ca.), di San Servolo (Deposizione, 1824), dei Tolentini (Deposizione, 1837), di Sant'Aponal (Martirio di sant'Apollinare, 1843), variò i riferimenti figurativi rintracciandoli di volta in volta in G. G. Savoldo, J. Tintoretto, J. Bassano e Tiziano. Anche nei ritratti, rispetto al raffinato gusto neoclassico delle prime prove (Ritratto di Maria Angela Paganello-Fapanni, 1808, coll. privata), nella maturità guardò ad A. Longhi e alla tradizione secentesca (Ritratto del parroco Giovanni Rado, 1820 ca., Ritratto del parroco Andrea Moro, 1827, Venezia, seminario patriarcale). Gli incarichi più prestigiosi furono la partecipazione, richiestagli da A. Canova, all'omaggio offerto dalle province venete per le nozze dell'imperatore d'Austria Francesco I (Mosè chiede al Faraone la libertà d'Israele, 1818) e il cartone del Giudizio Universale per il mosaico dell’arcone centrale della basilica di San Marco. Lavorò anche per numerose chiese di terraferma (Carpenedo, Martellago, Maerne, Mestre) e del Bergamasco.
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