Dictionary of Artists

 

To meet the requirement of scholars, art dealers, collectors or simple amateurs of having a quick and effective tool at their disposal to satisfy the various exigencies connected with the world of art, first of all the in-depth analysis of the work of painters, sculptors, engravers, photographers, etc., the "Dictionary of artists" puts itself up as an annotated list of names, sometimes accompanied, if marked by an asterisk, by a biography and by some signature examples.

Each artist is matched with a series of index cards regarding the works registered in the Data Bank of the Matteucci Institute, which can be issued on request.

The biographies are taken from the Dizionario degli artisti edited by Cristina Bonagura, integral part of the work Pittori & pittura dell'Ottocento italiano (1996-1997), coordinated by Giuliano Matteucci with the cooperation of Paul Nicholls and realized by the Redazioni Grandi Opere of the "Istituto Geografico De Agostini", to whom the Matteucci Institute expresses its sincere thanks for authorizing the circulation of the texts on line.

 

Valli Augusto *

VALLI AUGUSTO
Modena 1867- 1945
Iscrittosi all’Istituto di Belle Arti modenese nel 1879, frequentò, fra le altre, le lezioni di A. Simonazzi, figura chiave nella sua formazione, e di G. Muzzioli. Esordì alla Triennale di Modena del 1881; a quella del 1883 inviò Ritratto d'uomo con fazzoletto (coll. privata), segno di un precoce interesse per il vero. A questi anni risalgono i primi viaggi in Africa (nel 1885 in Eritrea, nel 1886 nell’Hamar), che gli ispirarono i soggetti presentati con continuità alle mostre modenesi, accanto a temi di genere e di storia (nel 1888 vinse il premio Poletti con un quadro di storia sabauda, Modena, Galleria Poletti). In un fitto intreccio di interessi, si spostò fra Roma (1887-1890), Modena e i paesi africani. Qui realizzò sia bozzetti di vivace immediatezza sia opere di maggiore impegno, commissionate dal Museo Africano di Roma (Ritratto di Menelik II, 1892, Ro-ma, Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente). L’artista legò il suo nome al genere orientalista, dove seppe esprimere il gusto per i soggetti esotici e il recupero delle grandi scenografie ereditate da Muzzioli (Prigionieri Galla tradotti davanti a Ras Makonen, 1892; Semiramide morente sulla tomba di Nino, 1893, Modena, Museo Civico). È interessante il suo contemporaneo impegno (dal 1889) nella vasta impresa, con dipinti e affreschi, per la parrocchiale di Spilamberto (Modena), dove l'artista fece uso di un linguaggio preraffaellita con accenti simbolisti.
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