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Arrivabene Giulio Cesare*

ARRIVABENE GIULIO CESARE
Mantova 1806 – Firenze 1896
Formatosi all’Accademia di Brera, vi esordì nel 1833 con Aman in ginocchio davanti a Ester (Mantova, Galleria Comunale d’Arte Moderna), ove gli insegnamenti del suo maestro L. Sabatelli sfociano in un classicismo aulico e severo. Intrapresa anche l’attività di ritrattista, si trasferì prima del 1845 a Roma dove prese parte alla decorazione di Palazzo Torlonia. La sua lontananza da Milano non interruppe affatto i rapporti con la nobiltà lombarda (per il marchese Ala Ponzone dipinse II divorzio di Enrico VIII, per G. Arconati un Cola di Rienzo e l’Italia ai piè delle Vergine, esposto a Torino nel 1850); nel 1841 ottenne anche la prestigiosa commissione sabauda della Riconsacrazione di Altacomba per il castello di Racconigi. Alla nativa Mantova destinava tele sacre come Gesù tra i dottori per la chiesa di Sant’Egidio, o Sant’Antonio che rimprovera Ezzelino da Romano (1846, chiesa di Sant’Andrea): tela, quest’ultima, ove la pacatezza compositiva neoclassica si apre ormai a un’intensità espressiva di gusto romantico. Stabilitosi a Firenze nel 1853, trattò ancora temi storici e religiosi: Enrico IV a Canossa (Mantova, Accademia Virgiliana), L’apoteosi di San Leonardo (Mantova, chiesa di San Leonardo, abside), Imelda de’ Lambertazzi (esposta a Parma nel 1870).

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