Sampietri Luigi*

SAMPIETRI LUIGI
Pontevico (Brescia) 1802 - Brescia 1853
Appassionato d’arte, ma insofferente alle regole accademiche, si formò come autodidatta. Nelle opere presentate nel 1837 all’Ateneo bresciano (Pia de' Tolomei, Le ultime ore di Missolungi) e all'Esposizione milanese di Brera (Greca ferita sopraggiunta dal nemico, Greco ferito sopraggiunto dal nemico) mostrava l’adesione a tematiche romantiche, sia letterarie sia di storia contemporanea. Un Autoritratto del 1830 ca. si conserva presso la Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia.


Salvatoni Quirino*

SALVATONI QUIRINO
Gandino (Bergamo) 1787- 1871
Autore di grandi cicli decorativi nel Bergamasco, risentì della lezione classicista di V. Bonomini e del gusto scenografico della pittura di L. Deleidi. Operò in numerose residenze aristocratiche di Bergamo e, fra l'altro, in Casa Quarti Marchiò, dove dipinse a fresco piccoli paesaggi a tempera, e a Palazzo Agosti (poi Pedrocca Grumelli). Il figlio, Giovanbattista (1806 -1864), si formò all'Accademia Carrara di Bergamo con G. Diotti e collaborò con il padre fino al 1845, anno nel quale si trasferì a Esine, vicino Brescia. La sua prima opera autonoma fu la decorazione di una sala del castello di Carobbio degli Angeli, per la famiglia Sonzogni.


Salomone Giovanni*

SALOMONE GIOVANNI
Napoli 1806 - 1877
Pittore di formazione neoclassica, esordì come allievo dell’Accademia di Belle Arti di Napoli alla Biennale Borbonica del 1830 (Vecchio filosofo a mezza figura, Cristo risorto, San Paolo a mezza figura). All'edizione del 1835 presentò L'atleta Milone (Napoli, Museo di Capodimonte), nel quale erano evidenti le qualità del disegno anatomico; a quella del 1851 figurò con un ritratto ufficiale di stampo tardosette centesco (S. M. il Re Ferdinando II, Caserta, Palazzo Reale). Dal 1855 fu professore di disegno presso l’Accademia napoletana.


Salmoni Giacomo*

SALMONI GIACOMO
Livorno 1866 - 1921
Studiò all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove seguì i corsi di G. Fattori e si accostò alla pittura dei fratelli Tommasi e di S. Lega, che ebbe l’opportunità di frequentare anche durante un soggiorno nelle campagne del Gabbro, presso Livorno. Partecipò all’Esposizione fiorentina del 1890-1891 con soggetti di paese connessi con la pittura dei campi (Sole, Ottobre, Paese-cavolaia) e fu tra coloro che in quegli anni suscitarono il malcontento di Fattori per aver introdotto alcune innovazioni di tipo impressionista. Con quadri di figura, ritratti e studi di paese, prese parte alle mostre della Società Promotrice di Firenze nel 1891- 1892 e nel 1892-1893.


Salghetti Drioli Francesco*

SALGHETTI DRIOLI FRANCESCO
Zara (Croazia) 1811 -1877
Avviò la sua formazione a Trieste come miniaturista e si perfezionò alle accademie di Venezia, Firenze e Roma. Tramite l’amicizia con T. Minardi, F. Overbeck e L. Bartolini entrò in contatto con il Purismo internazionale. Durante un soggiorno a Genova nel 1841 conobbe e sposò A. Isola (1817-1853), ritrattista e miniaturista. Dipinse opere a fresco (Scene della vita di Cristo, parrocchiale di Nervi, Genova) e quadri da cavalletto che presentò alle mostre di Trieste (1840, Il bardo morlacco; 1841, Mosè bambino alla corte de! Faraone; 1842, Costumi dalmati). Tornato a Zara, si dedicò principalmente alla pittura sacra (San Michele Arcangelo, parrocchiale di Risano di Cattaro, Montenegro; In morte della moglie Angelica, 1854-1861, chiesa di San Francesco, Zara) e al ritratto (Autoritratto, 1873, Firenze, Uffizi).


Salfi Enrico*

SALFI ENRICO
Cosenza 1857 - 1935
Tra il 1876 e il 1879 studiò all’Accademia di Napoli sotto la guida di D. Morelli, V. Marinelli, R. Postiglione e A. Mazzia. Dopo un primo avvicinamento alla corrente verista s’inserì, sull'esempio di Morelli, nel filone della pittura neopompeiana, arricchendone i temi alla luce degli studi umanistici compiuti a Cosenza, che in seguito lo portarono a maggiori impegni nei campi museale e della tutela artistica. Alle prime opere improntate a quell'indirizzo (I parassiti postulanti, 1880, coll. privata) seguirono Venditore di anfore a Pom-pei (Milano, Galleria d’Arte Moderna) e Licet? (Napoli, amministrazione provinciale), dove la pastosità del tocco è evidenziata da un suggestivo impianto luministico. Vicine agli esempi morelliani appaiono anche le sue opere di tema biblico (versioni del Cristo deriso, 1877-1878 e 1930-1935, coll. privata). A Napoli espose dal 1880 al 1890 e fu presente alle mostre di Torino (1884, Le maghe) e di Roma (1886; 1887, Alle nozze).


Salazaro Demetrio*

SALAZARO DEMETRIO
Reggio di Calabria 1822 - Pozzuoli (Napoli) 1882
Nel 1840 si trasferì a Napoli, dove studiò con F. Oliva e in seguito all'Accademia di Belle Arti. Esiliato dopo i moti del 1848, poté tornare a Napoli solo nel 1860. Avvalendosi di tecniche diverse, dipinse quadri di storia, scene di genere e soprattutto ritratti (Autoritratto, 1845, e Ritratto della moglie Dora, 1856, Reggio di Calabria, Museo Nazionale). Espose fra l'altro a Napoli, dal 1843 al 1863 (1863, La leggitrice; La suonatrice), a Genova (1855, Un raggio di speranza, Il proprio ritratto) e a Firenze (1858, La dama delle camelie, Ritratto virile). A partire dagli anni '60 abbondonò quasi del tutto la pittura in favore degli studi storico-artistici. La moglie, Dora Calcutt Macnamara (Galway, Irlanda, 1820 - Torre del Greco, Napoli, 1883), fu abile pastellista, soprattutto nei ritratti: la morbidezza delle velature, derivatale dalle esperienze pittoriche legate a un soggiorno giovanile a Parigi, la fece apprezzare dalla critica contemporanea (Ritratto di Demetrio Salazar, 1856, Reggio di Calabria, Museo Nazionale). Partecipò alle esposizioni di Genova (1855- 1856), Torino (1856), Firenze (1858) e Napoli (1859-1881).


Saja Pietro*

SAJA PIETRO
Sessano del Molise (Isernia) 1775 ca. - Napoli 1833
Formatosi all'Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di G. Tischbein, abbandonò presto i moduli della pittura tardosettecentesca (Madonna con anime purganti, 1792, chiesa del Rosario di Palazzo, Napoli) per aderire ai canoni dell'estetica neoclassica (Il ritorno di Ferdinando IV, 1799, Edimburgo, National Gal- lery of Scodand). Dal 1799 al 1804 fu a Roma: associato per merito all’Accademia di San Luca, in questa occasione offrì all'istituto romano la prima versione della Vestale sepolta viva (1803, Roma, biblioteca dell’Accademia di San Luca). Dopo il decennio murattiano (Gloria di angeli, 1805, chiesa di Santa Maria delle Grazie alla Vaccaria, San Leucio, Caserta; La morte di Ettore, uffici del teatro San Carlo, Napoli), il suo classicismo si espresse in dipinti storici e celebrativi della dinastia restaurata (La Gloria dei Borboni, 1816, Caserta, Palazzo reale). Partecipe del rinnovamento didattico dell'Accademia napoletana, dal 1822 vi ebbe l’incarico di docente; nel 1826 partecipò alla Biennale Borbonica con La forza della Religione e II potere del trono.


Sacerdote Anselmo*

SACERDOTE ANSELMO
Torino 1868 - 1926
Frequentò l'Accademia Albertina di Torino e si dedicò alla pittura di paesaggio, che aveva appreso sotto la direzione dei maestri V. Avondo e V. Cavalieri. Assiduo alle rassegne della Promotrice torinese, vi espose dal 1886 al 1925 paesaggi del Piemonte e della Valle d’Aosta, descritti con stretta aderenza al vero e risolti con segno nitido e cromia luminosa. Espose anche a Firenze (1901, Valtournanche, Mattino al campo; 1906, Settembre in collina) e a Milano (1910, Mattino a Champoluc). Va ricordata anche la sua attività di conservatore, svolta dal 1901 presso i Musei Civici di Torino.


Sacco-Oytana Alessandro Gustavo*

SACCO-OYTANA ALESSANDRO GUSTAVO
Casale Monferrato (Alessandria) 1862 - Torino 1932
Compiuti gli studi di giurisprudenza, si iscrisse nel 1884 all’Accademia Albertina di Torino. Due anni dopo si trasferì con la famiglia a Torre Annunziata e nel 1886 presentò a Palermo il ritratto del patrigno (F. Branchinetti). Soggiornò poi a Roma (1890), dove frequentò M. Fortuny e L. Serra, e quindi fu a Milano e a Brescia. Dal 1898 visse tra Torino e Villafranca Piemonte, dove ebbe lo studio. Espose poco, conducendo sulla figura e sul ritratto la sua appartata ricerca, secondo modi che rivelano l'influenza del suo maestro, G. Grosso, e una colta attenzione ai capolavori del passato. Dipinse anche anche quadri di genere (Lo spazzacamino, 1897, coll. privata) e soprattutto paesaggi, dai suggestivi richiami fontanesiani (Le rive del Po, 1905, coll. privata).