Rosa Costantino*

ROSA COSTANTINO
Bergamo 1803 - 1878
Avviato alla professione di orafo, frequentò l’Accademia Carrara di Bergamo sotto la guida di G. Diotti e P. Ronzoni, dal quale fu indirizzato alla pittura di paesaggio. Nel 1833 esordì a Milano all'Esposizione di Brera e negli anni 1834 e 1835 vi espose numerose vedute “di composizione”, quasi tutte per committenti bergamaschi (1835, Una sagra campestre, Veduta del porto e Castello di Trezzo). Dal 1835 al 1837 soggiornò a Roma e a Napoli, riportando soggetti che comparvero alla mostra dell’Accademia di Bergamo del 1838. I dintorni di Brescia e del lago di Lecco e le vedute della città natale furono in seguito i temi pre-diletti del pittore, apprezzati per gli aspetti suggestivi (Veduta delle Alpi, Pavia, Museo Civico) e per la vivacità di composizione (Piazza Vecchia in Bergamo Alta, Bergamo, Collezioni comunali). L'Accademia Carrara conserva un buon numero di suoi studi con vedute boschive della val Brembana.


Roncalli Pietro*

RONCALLI PIETRO
Redona (Bergamo) 1750 ca. - dopo il 1815
Attivo a Bergamo dal 1795, insegnò presso la scuola d’arte istituita dal conte G. Carrara e presso il collegio Mariano, dove ebbe fra i suoi allievi G. Berlendis. Fu autore di pale d’altare per chiese cittadine (La predicazione di Santa Caterina, chiesa di Santa Caterina) e dei dintorni di Bergamo (Santa Maria con i santi Carlo e Francesco, parrocchiale di Fontanella).


Roncaglia Luigi*

RONCAGLIA LUIGI
Attivo a Modena fra il 1835 e il 1866
Sulla formazione di questo artista si hanno poche notizie: entrò all’Accademia di Modena a metà degli anni ’30, ottenendo premi di riconoscimento quasi ogni anno (Cena in Emmaus, 1853, premio Magnanini, Modena, Istituto Venturi). Risentì della forte influenza di A. Malatesta, soprattutto nella ritrattistica, dove privilegiò la resa espressiva (Ritratto di Luigi Pagliani, 1866). Alla mostra dell'incoraggiamento modenese del 1854-1856 espose un soggetto storico-letterario, Margherita Pusterla prima di essere condannata a morte.


Ronca Benvenuto*

RONCA BENVENUTO
Verona 1881 - 1944
All’Accademia Cignaroli di Verona fu allievo di S. Bersani e di A. Savini, al quale si sentì particolarmente legato; in seguito frequentò la Scuola Libera del Nudo dell’Accademia di Brera, a Milano, sotto la guida di C. Tallone. Inizialmente attratto dalla pittura sociale, nella quale predilesse le tonalità grigie e terrose (La madre, 1902; Ultimi sorsi, esposto a Milano nel 1906; Povertà ribelle e Rimembranze, esposti a Roma nel 1911; Vecchie all'ospizio, coll. Cassa di Risparmio di Verona), si dedicò successivamente anche al paesaggio (Lungadige Redentore, Verona, Galleria d'Arte Moderna).


Romolo Enrico*

ROMOLO ENRICO
Attivo a Milano fra il 1859 e il 1881
Si formò presso la milanese Accademia di Brera, alle cui esposizioni comparve fra il 1859 e il 1881. Con la tecnica dell'acquerello eseguì studi di costume (Venditrice di frutta-Studio bellunese, esposto a Milano nel 1859) e copie da dipinti antichi. Meno frequenti furono i quadri di paesaggio, tratti nel Comasco e in Trentino (Monti del Trentino, esposto a Milano nel 1881).


Romano Michele*

ROMANO MICHELE
Molfetta (Bari) 1842 - 1936
Pittore-decoratore poco documentato, studiò a Firenze e a Roma. Rientrato a Molfetta, associò all’attività didattica quella pittorica, con una produzione di ritratti, marine e vedute urbane, appartenenti per lo più a collezioni private locali. Come decoratore realizzò nel seminario vescovile della sua cittadina natale le tempere delle volte nella biblioteca (1890-1891) e i Quattro Evangelisti nella cappella. Decorò anche le volte della nuova cattedrale (1898, Folgorazione di San Paolo, Cristo consegna le chiavi a Pietro, Giuditta, Ester davanti ad Assuero, Cristo e l’adultera, Il profeta Geremia, Apocalisse).


Romano Domenico*

ROMANO DOMENICO
Attivo a Napoli nella seconda metà del XIX secolo
Sono scarse le notizie su questo artista, autore di accurate scene di genere caratterizzate da minuzia descrittiva e dalle tonalità scure della tavolozza (I tristi effetti della guerra, Napoli, Amministrazione Provinciale). Esordì alla Promotrice partenopea nel 1864 con La Madonna di Maria, dipinto che la critica contemporanea ammirò per «l'ingenuità carissima e intelligente dell’invenzione», pur rilevandone «il colore sporco». Fu presente ancora alle mostre napoletane con La Malata nel 1866, con II Bagno nel 1867 e nel 1869 con Un sacro retaggio. All'Esposizione Nazionale di Napoli del 1877 inviò I ricordi del ballo.


Rollini Giuseppe*

ROLLINI GIUSEPPE
Intra (Novara) 1842 - Torino 1904
Studiò pittura a Torino, all'Accademia Albertina, con A. Gastaldi. Dal 1867 espose dipinti d’intonazione religiosa o sentimentale a Genova (1868, Un fallo di vocazione), a Torino (1870, Un caro ricordo), a Milano (1881, Il bimbo ammalato). In occasione dell’Esposizione di Torino del 1884 collaborò alle opere di decora-zione del borgo e del castello medievale al Valentino. Solo di recente rivalutato dalla critica, fu essenzialmente pittore di soggetti religiosi, legato a importanti committenze dei Salesiani, presso i quali era stato studente. A Torino lavorò nella basilica di Santa Maria Ausiliatrice (1872- 1894), nella chiesa di San Giovanni Evangelista (1882), nella parrocchiale del Regio Parco (1889); inoltre eseguì dipinti nel Duomo di Pinerolo e nel santuario di Cussano (Mondovì).


Rolland Giulio*

ROLLAND GIULIO
Modena 1859 - Roma 1913
Partecipò all'Esposizione Internazionale di Roma del 1883 (Scherzo infantile) ed espose con la romana Società degli Amatori e Cultori nel 1886 (Ritratto) e nel 1895-1896 (Avanguardia, Cavalleria, Campagna romana). Realizzò la produzione più ampia nel campo della decorazione: eseguì affreschi nel teatro Flavio Vespasiano di Rieti (Il trionfo di Vespasiano, 1901) e nell’aula Magna dell’Università di Macerata; a Roma lavorò ai graffiti decorativi del Villino Venturino e della Villa Santini. Fu professore di figura e direttore dell’Istituto di San Michele.


Roi Pietro*

ROI PIETRO
Sandrigo (Vicenza) 1819 - Venezia 1896
La precoce vocazione artistica trovò sostegno e incoraggiamento presso la famiglia dei conti Franco, che lo ospitarono a Vicenza. Nel 1837, grazie a una sottoscrizione cittadina, entrò all’Accademia di Belle Arti di Venezia, venendo in contatto con P. Selvatico e con i pittori M. Grigoletti, O. Politi e L. Lipparini. Si dedicò alla copia dei maestri veneti del Rinascimento e completò l’alunnato con il classicheggiante Ritorno di Tobia del 1840. Tornato a Vicenza quell’anno, vi eseguì raffinati ritratti, come quelli della sua mecenate Lucia Muttoni Franco e del Conte Ottaviano da Porto (coll. privata). A Roma, dal 1843, frequentò il nazareno F. Overbeck e i puristi T. Minardi, N. Consoni e P. Tenerani, orientandosi verso il recupero figurativo dei primitivi, tanto che una sua ammirata Deposizione (forse da identificare con quella della parrocchiale di Sandrigo) fu scambiata per l’opera di un quattrocentista. Nel 1848 partecipò come volontario alla I guerra d'Indipendenza, che fu per lui un'esperienza fondamentale. Del suo ardente patriottismo, oltre al commosso ritratto postumo dell'amico Camillo Franco (1850 ca., coll. privata), sono testimonianza i dipinti di storia italiana, letta in chiave risorgimentale, come Manfredi riconosciuto dai suoi familiari dinanzi a Carlo d'Angiò (1855-1895, Sandrigo, municipio), elaborato per quarant'anni e ricco di colti rimandi alla pittura veneta. Si stabilì definitivamente a Venezia nel 1869, dopo soggiorni a Roma e a Vicenza e lunghe permanenze in Francia e in Germania. Oltre ai quadri di storia, alle composizioni allegoriche (Italia e Francia amiche, esposto a Parigi nel 1867) e letterarie (Giulietta e Romeo, 1880 ca., Vicenza, Museo Civico) continuò la sua produzione ritrattistica (Ritratto della Contessa Giuseppina Muzzarelli, Bassano del Grappa, Museo Civico; Autoritratto, Firenze, Uffizi).