Pio Antonio*
PIO ANTONIO
Cesena (Forlì) 1809 - Londra 1871
Dopo una prima formazione artistica cesenate, intorno al 1830 passò a Roma, dove fu allievo di T. Minardi all’Accademia di San Luca. Esordì come pittore di storia con Rizzio alla corte di Maria Stuarda (Cesena, Pinacoteca Comunale), che donò al municipio della sua cittadina natale, per la quale realizzò anche il sipario del teatro (Il divino Alighieri condotto da Virgilio e da Omero al tempio della Gloria, 1844). Negli anni '60, dopo essersi trasferito in Francia, inviò sue opere alle mostre di Milano (1863, Musica sacra, Pescatrice di Boulogne-sur-mer; 1864,Una schiava greca), di Torino (1864; 1865, Giovane contadina romagnola in abito da festa, Amore e fedeltà); al Salon di Parigi espose nel 1866 (Jeune villageoise italienne, Rimembranza-maremme de l’Italie centrale). Fu per qualche tempo anche a Londra, dove realizzò quadri di genere e ritratti in miniatura.
Pintore Angelo Raffaele*
PINTORE ANGELO RAFFAELE
Bonorva (Sassari) 1831 - Genova 1914
Noto con il nome di “Maestro Eligio”, dopo l'iniziale formazione artistica a Siena, si trasferì a Genova, dove frequentò l’Accademia Ligustica, allievo di G. Isola e G. Frascheri. Nel 1855-1856 prese parte alla guerra di Crimea e ne trasse una serie di bozzetti e disegni, oggi conservati presso il Museo del Risorgimento di Genova. Dal 1862 al 1872 partecipò alle mostre della Promotrice ligure con ritratti e dipinti di soggetto allegorico e storico (1862, Roma e Venezia; 1863, L'Italia; 1867, Giotto visitato da Dante nella Cappella degli Scrovegni in Padova; 1870, Cristoforo Colombo a Palos). A Genova lavorò come illustratore per il giornale Lo Specchio e nel 1892 disegnò i costumi per le celebrazioni colombiane. La Galleria Civica d'Arte Moderna di Genova Nervi conserva il suo Commedia greca (1900).
Pina Enrico*
PINA ENRICO
Casalnoceto (Alessandria) 1872 - Torino 1912
Frequentò dal 1884 al 1896 la Civica Scuola di Pittura di Pavia sotto la guida di P. Michis. Nel 1891 si aggiudicò il premio Lauzi con Bimba che declama una poesia e nel 1897 il premio Frank con II professore Reale fa scudo della sua persona a difesa degli studenti (Pavia, Museo Civico), dove il taglio fotografico che inquadra l’evento contemporaneo non esclude il ricorso a una gestualità accademica. Trasferitosi a Torino, coltivò la pittura di storia e quella di genere.
Pillini Margherita*
PILLINI MARGHERITA
Attiva a Torino nella seconda metà del XIX secolo
Di origine lombarda, l'artista realizzò con buona mano ritratti e dipinti d'intonazione sentimentale (Fratellanza, esposto a Milano nel 1881; Stracciajuolo di Quinper, La carità, presentati a Roma nel 1883). Partecipò poi all'Esposizione Generale Italiana di Torino del 1884 con quattro opere (fra le quali Ritratto del Principe di Napoli) e alla Triennale di Milano del 1900 (Il giardino). Presso la Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino si conserva un suo Autoritratto.
Pietrasanta Angelo*
PIETRASANTA ANGELO
Codogno (Milano) 1834 - Milano 1876
Fu allievo di G. Sogni e F. Hayez alla milanese Accademia di Brera e nel 1854 vinse il premio annuale con il dipinto La moltiplicazione dei pani e dei pesci (Milano, Accademia di Brera). Grazie al pensionato Oggioni, poté completare la propria formazione a Roma e a Firenze fra il 1858 e il 1861, epoca alla quale risale Cola di Rienzo (Milano, Pinacoteca di Brera). I successivi invii alle esposizioni braidensi lo videro allinearsi ai temi del Romanticismo storico (1864, Gli Orti Rucellai, Milano, Palazzo Reale). Dell’intensa attività di decoratore e frescante furono esempi significativi L'Europa per la galleria Vittorio Emanuele II di Milano (1867, oggi sostituito da un mosaico), le due allegorie La Giustizia e La Carità nel cimitero di Codogno (cappella Biancardi) e la decorazione di Villa Oppenheim a Firenze. La morte lo colse quando lavorava ai cartoni degli affreschi per la chiesa di Santa Maria Incoronata di Lodi, mai eseguiti.
Piervittori Mariano*
PIERVITTORI MARIANO
Tolentino (Macerata) 1817 - Orvieto (Terni) 1888
Dopo una prima formazione presso la perugina Accademia di Belle Arti, l’artista è documentato nel 1837 a Roma. Gli esordi della sua intensa attività, svolta per lo più in Umbria, coincisero con interventi decorativi in edifici religiosi, che gli consentirono di mettere a punto un ricco repertorio di motivi rivisitato poi più volte (chiesa del Carmine, Perugia, 1854-1858, con V. Baldini; chiesa della Maddalena, Castiglione del Lago, 1858). Fu tuttavia nell’ambito della decorazione profana che seppe pienamente esprimere una fastosa creatività neobarocca, incontrando il favore della committenza pubblica e privata. Allegorie e temi storici, inseriti in un vivace tessuto ornamentale, ispirarono gran parte delle invenzioni con cui ornò numerose dimore della ricca borghesia umbra (fra le altre, Casa Panbuffetti, Montefalco, 1858-1859; Palazzo Baldeschi al Corso, Perugia, 1867-1868; Palazzo Bonelli-Farina, Città della Pieve, 1875; Palazzo Felici, Orvieto, 1880-1883) e vari teatri (Porto San Giorgio, sipario, 1860; Città della Pieve, sipario, 1870; Perugia, teatro Morlacchi, 1871-1874). Intervenne in diversi palazzi comunali (Bevagna, 1862- 1863; San Severino Marche, 1882-1886; Foligno, 1884-1887) traendo spunto da episodi e personaggi legati alla storia locale; nei palazzi della Prefettura e della Provincia di Perugia (1871-1875) collaborò con D. Bruschi all'esecuzione di allegorie e di scene di genere.
Pierotti Giuseppe*
PIEROTTI GIUSEPPE
Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) 1826 - 1884
Da non confondere con l’omonimo scultore cuneese, fu allievo di G. Bezzuoli e di T. Gazzarrini all'Accademia di Firenze. Agli inizi realizzò tele di soggetto devozionale (Madonna col Bambino e il Beato Simone Carmelitano, 1849) mentre si esercitava anche nella scultura, ottenendo il premio Canonica nel 1855 con Gladiatore ferito (Milano, Galleria d'Arte Moderna); in seguito fu attivo nel Duomo di Milano. Tornò alla pittura nel 1870, quando espose a Parma Ritratto muliebre e Veduta di Firenze da Palazzo Pitti. Da allora predilesse le scene di genere e le nature morte di fiori, dedicandosi nel contempo alla copia di opere cinquecentesche nelle gallerie fiorentine. Al 1874 risale un suo Autoritratto, conservato agli Uffizi.
Pierini Andrea*
PIERINI ANDREA
Firenze 1798 - Roma 1858
Studiò all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove nel 1825 vinse il concorso triennale di Pittura con il quadro La Peste di Firenze del 1348. In quello stesso periodo, intanto, sviluppò una proficua attività di copista presso le gallerie fiorentine. Nel 1828 dipinse Pluto e Proserpina porgono a Psiche il vaso letale (Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti), opera di gusto neoclassico che gli procurò una pensione granducale a vita. Nel 1836 si stabilì a Roma dove, a contatto con T. Minardi e sull'esempio dei pittori Nazareni, maturò il suo stile in direzione purista e affrontò temi storico-letterari cari al Romanticismo (Pier Capponi con Carlo VIII e Incontro di Dante e Beatrice nel Purgatorio, 1856, Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti). Dal 1843 entrò a far parte dell’Associazione romana degli Amatori e Cultori delle Belle Arti, alle cui esposizioni fu presente nel 1856 (La coronazione della Madonna, Cornelia romana) e nel 1857. Nel 1858 dipinse Dante alla corte di Guido Novello, lasciato in eredità a Leopoldo II di Toscana e tutt’oggi conservato a Firenze, a Palazzo Pitti.
Picozzi Carlo*
PICOZZI CARLO
Milano ? - Monza 1883
Attivo come ritrattista, lavorò per l'Istituto dei Luoghi Pii Elemosinieri a Milano, che di lui conserva cinque opere, tra cui un Ritratto di Francesco Gusberti (1841), nel quale, come nel Giovanni Antonio Valtorta (1849), conservato nella Quadreria dell’Ospedale Maggiore di Milano, si evidenzia un’abilità mimetica di timbro calligrafico e smaltato. La perdita di una mano nel 1848, durante i combattimenti delle Cinque Giornate, contribuì ad allontanarlo progressivamente dalla pittura. Si dedicò allora all’incarico di restauratore e conservatore presso la biblioteca Ambrosiana.
Pich (Pick) Raffaele*
PICH (PICK) RAFFAELE
Gorizia 1832 ? - 1871
La sua formazione è documentata nei registri dell'Accademia di Venezia, dove frequentò il corso di pittura dal 1854 al 1857. Nella produzione giovanile si annoverano Davide e Golia (Gorizia, Musei Provinciali), di stampo prettamente accademico, e il progetto per la decorazione del soffitto del teatro di Società di Gorizia (La Civiltà Europea, realizzato poi da R. Pitacco). Buon ritrattista (Giovanni Periz, Giovanna Periz; L'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria, 1866, Gorizia, Musei Provinciali), si dedicò anche all'arte sacra (S. Barbara, 1861, chiesa di Sant'Ignazio, Gorizia) e alla pittura di genere (Le devote, La curiosità, esposti a Trieste nel 1870).