Piccina Giovanni*

PICCINA GIOVANNI
Boccioleto (Vercelli) 1839 - 1901
Dopo la formazione alla Scuola di Disegno di Varallo e la frequenza dei corsi alla milanese Accademia di Brera, si trasferì in Francia, dove si specializzò nella pittura di soggetto religioso ricavando un discreto successo, come attestano le numerose commissioni ottenute anche in Spagna, Svizzera e America. In Italia realizzò opere nel Novarese (Gesù che appare a S. Margherita Maria Alacoque, Novara, Ospedale Maggiore), in Lombardia (Apparizione del Sacro Cuore, Monza, ospedale) e nel Veneto. La Pinacoteca di Varallo conserva un suo Autoritratto.


Piazza Enrico*

PIAZZA ENRICO
Ravenna 1864 - 1945
Studiò presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, dove strinse amicizia con D. Miserocchi ed E. Saporetti. Nel 1887 la sua presenza è documentata a Roma, dove iniziò una feconda attività di decoratore. Tornato definitivamente nella città natale nel 1896, si dedicò all'esecuzione di nature morte e di ritratti, apprezzati per la caratterizzazione psicologica e la freschezza cromatica. Partecipò alle esposizioni di inizio secolo, a Roma, con il gruppo “In Arte Libertas” (1902), e a Firenze (1903; Bolle di sapone, Le nacchere, 1904, Ven-demmia, Giovinezza; 1905, Amici). Come frescante fu attivo nella chiesa di Santa Lucia a Forlì e nella chiesa ravennate di Santa Maria in Porto. A partire dal 1906 fu docente di figura presso l'Accademia ravennate.


Piattini Giuseppe*

PIATTINI GIUSEPPE
Muzzano (Svizzera) 1814 - Agno (Svizzera) 1885
Formatosi dapprima nella cittadina natale sotto la guida di F. Ferri e poi a Milano, fu pittore di vedute architettoniche e decoratore. Attivo tra il capoluogo lombardo, Torino e Venezia, nel 1869 figurava alle mostre di Brera (Il portico della chiesa di Biogno) e di Genova (San Lorenzo Cattedrale di Lugano). Una coppia di vedute architettoniche si conserva presso il Museo Vela di Ligornetto (Bellinzona). Negli ultimi anni di attività, fece definitivamente ritorno in Svizzera.


Piani Pietro*

PIANI PIETRO
Faenza (Ravenna) 1770 - Bologna 1841
Secondo la tradizione, l’artista si sarebbe formato da autodidatta. Svolse la sua attività a Faenza, a Bologna e presso la corte di Monaco di Baviera, dove risiedette intorno al 1830. In gioventù si dedicò anche alla pittura su ceramica e dal 1796 al 1800 fu direttore della fabbrica di ceramiche Ferniani di Faenza. Eseguì raffinate vedute (Paesaggio con cascata, La via dei Sepolcri e Resti di tempio antico, Faenza, Pinacoteca Comunale), composizioni floreali e nature morte. L'impostazione scenografica delle sue rappresentazioni paesistiche, arricchita di componenti neoclassiche e romantiche, trovò eco nelle decorazioni murali realizzate dai fratelli Liverani, tanto da far supporre una sua attività anche in quel genere di pittura.


Pianello Giambattista*

PIANELLO GIAMBATTISTA
Chiavari (Genova) 1812 - 1866
Al seguito del suo protettore, il cardinale A. Fieschi, soggiornò a Bologna, a Spoleto, dove fu allievo dell'Accademia di Belle Arti, e a Macerata, dove seguì gli insegnamenti dell'architetto e pittore F. Spada Medici. Si stabilì poi a Roma, entrando nello studio di G. Catena e, almeno dal 1833, seguendo i corsi del- l'Accademia di San Luca; grazie alla presentazione di Fieschi, frequentò anche lo studio di T. Minardi. Sono poche le opere note eseguite a Roma: la tavola con L'adorazione dei pastori nella capanna di Bethlem (esposta alla Mostra degli Amatori e Cultori del 1847) e l'affresco con San Paolo nell'Areopago per la basilica di San Paolo fuori le Mura (1858 ca.). Dal 1860 ritornò definitivamente in Liguria, dove fu attivo con opere a fresco e pale d'altare. Lavorò fra l'altro nel Duomo di Chiavari (volta della cupola con Angeli in adorazione e giubilo, 1865 ca. e pareti della navata con Episodi della vita di S. Giovanni) e nella chiesa di Santo Stefano a Sestri Levante (affreschi con Episodi della vita del Santo).


Pian Antonio*

PIAN ANTONIO
Venezia 1784 - Vienna 1851
Figlio di Giovanni, disegnatore e incisore, si formò a Venezia e a Vienna, dove nel 1816 ricoprì la carica di costumista del teatro di corte. Nel 1821 divenne pittore del medesimo teatro e fra il 1820 e il 1830 soggiornò in Italia. Dipinse per lo più vedute architettoniche con spunti da G. A. Canaletto, esponendo di frequente a Vienna (1820, Veduta del Duomo di Santo Stefano; 1832, Piazza San Carlo a Torino; 1835, La Dogana e il Canal Grande a Venezia; 1839, Un chiostro). Negli allestimenti teatrali fu l’estremo rappresentante a Vienna dello stile alla Galli-Bibiena. Il figlio Giovanni Battista (1813- 1856) fu anch’egli scenografo, litografo (Alfabeto pittoresco, 1844 ca., Vienna, Graphische Sämmlung Albertina) e pittore di vedute (Interno del battistero di San Marco a Venezia, 1837, Vienna, Ӧsterreichische Galerie).


Pforr Franz*

PFORR FRANZ
Francoforte sul Meno (Germania) 1788 - Albano Laziale (Roma) 1812
Si formò a Kassel sotto la guida di J. H. Tischbein. Nel 1806 conobbe all’Accademia di Belle Arti di Vienna F. Overbeck, con il quale condivise il ripudio dell’insegnamento accademico e il bisogno di un rinnovamento artistico, basato sugli esempi della pittura italiana dal medioevo fino a Raffaello. Nel 1808 mise mano a L'ingresso di Rodolfo d'Asburgo in Basilea nel 1273 (Francoforte, Städtelsches Kunstinstitut), dove rievocò un medioevo cavalleresco mitico e letterario. Con Overbeck fondò nel 1809 la Confraternita di San Luca (Lukasbund) e nel 1810 si stabilirono insieme a Roma, dove dipinse alcune tavole per il Götz von Berlichingen di J. W. Goethe, ispirandosi al linguaggio di A. Dürer. Minato dalla tisi, lasciò all’amico Overbeck come pegno spirituale la tavoletta Sulamith e Maria (coll. privata).


Pezzotta Giovanni*

PEZZOTTA GIOVANNI
Albino (Bergamo) 1838 - Bergamo 1911
Fu allievo di E. Scuri presso l’Accademia Carrara di Bergamo, dove terminò la propria formazione nel 1869, quando fu premiato per un soggetto garibaldino trattato in chiave sentimentale: Quando ti raggiungerò?. Attivo come pittore di temi sacri, nel 1874 presentò all'Esposizione di Brera a Milano Voto di San Giuliano e di Basilissa sua sposa, eseguito per la parrocchiale di Albino, dove si conservano anche le quattordici tele della Via crucis (1878 ca.) e Il martirio di San Giuliano. In ambito bergamasco, la fama dell’artista fu legata soprattutto alla sua feconda attività di pittore di genere, in cui si distinguono soggetti infantili resi con verismo cromaticamente vivace (La memoria del nonno, 1882; Manifestazione di genio, Bergamo, Accademia Carrara).


Pezzi Cesare*

PEZZI CESARE
Milano 1821 - 1854
Fu allievo di G. Sogni alla milanese Accademia di Brera, aggiudicandosi premi scolastici con saggi esposti nel 1838 e nel 1839. Presente dal 1844 alle rassegne braidensi, fu attivo come ritrattista prendendo a soggetto, in opere ricordate dalle fonti, i suoi committenti aristocratici, come la principessa C. Belgioioso (1845), la contessa R. Poldi Pezzoli (1854), oppure giovani artisti come V. Vela (1844). Del suo talento, improntato a una vena lirica sottile e delicatamente sentimentale, fa fede un gruppo di ritratti di proprietà della Galleria d’Arte Moderna di Milano, tra i quali si segnala il Ritratto deI pittore Benedetto Cacciatori (1844 ca.), da accostare per sensibilità introspettiva a Irene Marozzi Quadri (1849), appartenente alla Quadreria dell’Ospedale Maggiore di Milano.


Petroni Ercole*

PETRONI ERCOLE
Bologna ? - 1839
Scarse e incerte le notizie sulla vita di questo artista, che si formò presso l'Accademia bolognese, allievo di J. Calvi. Nel 1798 si aggiudicò un premio Curlandese di Pittura con l'opera Attillo Regolo lascia Roma (Bolo-gna, Pinacoteca Nazionale). Nel 1802 dipinse una Religione per la macchina funebre realizzata in occasione delle esequie del pittore G. Gandolfi e pochi anni dopo eseguì un San Michele Arcangelo per la chiesa bolognese di San Giovanni in Monte. Operò in assonanza con la tradizione tardosettecentesca bolognese: in particolare, sono evidenti le affinità stilistiche con il lirismo e la morbidezza naturalistica tipici di U. Gandolfi.