Pascoli Luigia*
PASCOLI LUIGIA
Monfalcone (Gorizia) 1835 - Bologna 1885
Formatasi in ambito familiare sotto la guida di M. Angeli Pa-scoli, fu introdotta allo studio dell’antico, perfezionandosi poi a Milano presso il bassanese A. Nardello. Nota per l’attività di miniaturista, fu anche ritrattista e autrice di quadri di soggetto storico e di genere, preparatori per l’incisione o realizzati a pa-stello. Con gli anni '60 si trasferì a Venezia, inviando opere alle mostre di Trieste (1865, Paggio, Testa di donna; 1871, Margherita), di Torino, (1869, Dante, Margherita, Beatrice), di Parma (1870, Maddalena), di Roma (1876, La seduzione; 1877, Una romana), di Napoli (1877, Il primo amore, La maschera) e di Firenze (1881, Il più bel fiore).
Parravicini Persia Antonio*
PARRAVICINI PERSIA ANTONIO
Milano 1876 - dopo il 1930
Proveniente da famiglia aristocratica, studiò a Milano all'Accademia di Brera, come discepolo di C. Tallone, dal quale fu indirizzato alla ritrattistica. La sua produzione si orientò tuttavia soprattutto verso il paesaggio, con vedute del Lazio (Paesaggio Prenestino, Milano, Galleria d'Arte Moderna) e della Liguria, in forme comuni al tardo Naturalismo lombardo.
Parodi Antonio*
PARODI ANTONIO
Pegli (Genova) 1853 - Savona 1912
Fu allievo dell'Accademia Ligustica di Genova, dove venne premiato nel 1877; quindi si perfezionò a Milano e a Roma. Alla Promotrice genovese fu presente fino al 1891, con qualche raro paesaggio (1877, Riviera di Vado Ligure) e numerosi ritratti di borghesi e aristocratici.
Parlagreco Beniamino*
PARLAGRECO BENIAMINO
Attivo a Napoli nella seconda metà del XIX secolo
Fu soprattutto autore di scene di genere e più raramente di ritratti, sia a olio sia ad acquerello. Nel 1883 esordì con Inerzia e Benedette ragazze alla Promotrice partenopea, dove continuò a esporre fino al 1891 (1886, Dolce far niente; 1890, Testa, L'ultimo mestiere, Curiosità; 1891, I drammi della miseria, Ritratto del Prof. Carlo Parlagreco). Fu presente anche a Genova, nel 1886, con Ascetismo alla prova e a Milano, nel 1889, con II Cabalista.
Paravicini Tito Vespasiano*
PARAVICINI TITO VESPASIANO
Attivo a Milano fra il 1853 e il 1884
Architetto lombardo, realizzò rilievi e vedute architettoniche di edifici religiosi e civili della sua regione, per lo più disegnate oppure dipinte ad acquerello. Accanto a questa attività coltivò la pittura a olio con quadri di soggetto storico, vedute e paesaggi storici, ritratti. Presentò le sue opere alle mostre milanesi, fra le altre, a quelle del 1853 (Veduta del monte Pellegrino, dipinto a reminiscenza), del 1859 (Campagna al tramonto, Il bacio furtivo, Un cacciatore delle Alpi), del 1860 (Caterina Sequerana, Gian Giacomo de' Me- dici ed i Grigioni-Paesaggio), del 1863 (Due figure in costume del 1760, Paesaggio con figure rappresentanti Giotto e Cimabue), del 1875 (Una visita all'Abu-el-hool), del 1881 (Villa e giardino).
Parascandolo Alberto*
PARASCANDOLO ALBERTO
Attivo a Napoli fra il 1845 e il 1875
Allievo dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, fu artista poliedrico e pur essendosi specializzato nella natura morta, non mancò di misurarsi con temi letterari e religiosi, con la ritrattistica e i soggetti del folclore meri-dionale. Esordì nel 1845 alla Mostra Borbonica (Il giudizio di Salomone), tornando a esporvi nuovamente nel 1848, nel 1851 (Commestibili diversi, Cesta con frutti, Due angeli con istrumenti della Passione in mezzo ad una ghirlanda di fiori), nel 1855 (fra gli altri, Marco Bozzari, Giasone e Issipile) e nel 1859 (Mosè che difendele sette sorelle, Credenza con grande assortimento di commestibili). Partecipò inoltre alle promotrici partenopee nel 1871, nel 1873 (Costume sorrentino, Una fantesca in cucina) e nel 1874.
Parapini Giovanni*
PARAPINI GIOVANNI
Ozzero (Milano) 1850 - Milano 1920
Utilizzando le tecniche della pittura a olio, all’acquerello e a pastello realizzò quadri di paesaggio e vedute architettoniche. Espose saltuariamente alle mostre milanesi, presentando nel 1872 Abbazia di Chiaravalle, Angolo di un cortile della Certosa di Pavia, Ambone della basilica di S. Ambrogio in Milano; nel 1876 La chiesa di Viboldone, presso Melegnano, Vetta della Madonna del Monte presso Varese. Partecipò all’Espo- sizione del Cinquantenario, nel 1893, con un quadro di genere, Presagio funesto.
Paradiso Bartolomeo*
PARADISO BARTOLOMEO
Santeramo in Colle (Bari) 1878 - Bari 1973
Dopo un periodo di apprendistato presso il pittore barese M. Galiani, frequentò a Roma l'Accademia di Belle Arti. Con un gruppo di opere, per lo più ritratti, partecipò alla Mostra Artistica Pugliese (Bari, 1900). Già agli esordi, accanto alla ritrattitica, coltivò la pittura di paesaggio e le tematiche sociali, sostenute da un’autentica fede socialista e non esenti da notevoli influssi del Verismo sociale di T. Patini e G. Toma (Abbandonati, anche noto come Miseria e fame, 1901, documentato a San Pietroburgo). Frequenti spostamenti lo portarono in Europa (a Vienna e in Dalmazia) e in America (1910-1911), da dove fece periodicamente ritorno nella terra natale, fonte inesauribile d’ispirazione.
Paradis Francesco*
PARADIS FRANCESCO
Attivo a Genova fra il 1867 e il 1882
Artista di molteplici interessi, si dedicò alla natura morta, al paesaggio e alle vedute architettoniche. Espose con assiduità alle mostre della Promotrice ligure dal 1867 (Pesci e cacciagione; 1868, L’Acquasola e contorni, Palazzo Costa presso la Chiesa dei Cappuccini, Miniatura, Interno della Chiesa dei Cappuccini, Esterno della villetta di Negro; 1870, quattro Paesaggi; 1872, Villetta Di Negro, Effetto di notte, Fontana di Valchiusa). Nel 1882 fece ritorno al medesimo appuntamento con due acquerelli (Il Castello di Desenzano, Presso la villa Groppallo).
Pappacena Ferdinando*
PAPPACENA FERDINANDO
Attivo a Napoli fra il 1850 e il 1890
Come allievo dell’Accademia di Belle Arti di Napoli si presentò alle mostre borboniche (1851, Veduta di Napoli dalla strada nuova di Posillipo; 1855, Veduta delle due rocce). Dal 1862 al 1875 espose ancora paesaggi di composizione alla Promotrice partenopea, mentre nel 1867 si cimentò con un tema letterario presentando Il cadavere di Ezzelino gettato nel fiume dal paggio di Lara, poco apprezzato dalla critica per le tonalità scure. Inviò sue opere anche alle mostre di Milano(1863, 1872) e di Torino (1866, Un taglio d’alberi) e in seguito, probabilmente, soggiornò in Francia dove fu assiduo ai Salon parigini fra il 1876 e il 1879, con ritratti e vedute italiane.
