Martinoli Pompeo*
MARTINOLI POMPEO
Meda (Milano) 1864 - 1905
Formatosi a Milano presso l’Accademia di Brera, seguì i torsi dello scenografo C. Ferrario. Fu attivo come decoratore in numerose ville lombarde (Villa Isacchi a Lentate sul Seveso, Milano; Villa Isimbardi Taverna a Novedrate, Como). A lui si devono gli affreschi del cortile e di diversi saloni del castello di Carimate (Como) eseguiti per commissione del conte B. Arnaboldi Cazzaniga, che ne promosse il restauro in forme neomedievali.
Martino Andrea Antonio*
MARTINO ANDREA ANTONIO
Palermo 1797 - 1864
Allievo di G. Velasco e G. Patania, studiò a Firenze con P. Benvenuti. Pittore di scene mitologiche e religiose e anche ritrattista, è ricordato come autore di un Prometeo (1841). Incerta è l'identificazione con l'Andrea Martino, pittore di nature morte, che fra il 1854 e il 1861 espose i suoi lavori a Genova, a Firenze e a Palermo.
Martini Sigismondo*
MARTINI SIGISMONDO
Pausula (Macerata) 1858 - ?
Con un sussidio comunale, poté frequentare i corsi dell'Accademia di Belle Arti a Firenze, dove ebbe come maestro S. Ussi. Quindi si dedicò all’insegnamento in scuole tecniche degli Abruzzi e delle Marche e in quelle regioni eseguì ritratti, quadri religiosi e decorazioni (cappella di San Donato a Castiglione Messer Raimondo; teatro di Penne). Un dipinto di storia contemporanea (Commemorazione di Garibaldi allo Sferisterio di Macerata) è conservato presso la Biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata.
Martini Salvatore*
MARTINI SALVATORE
Lenola (Caserta) 1823 - 1882
Studiò all'Accademia di Belle Arti di Napoli ed esordì alla Mostra Borbonica del 1855 con II prigioniero Chillon, che attirò l'attenzione per la sua crudezza e la sua forza espressiva. Pittore di storia, continuo a esporre temi cari al Romanticismo alle mostre della Promotrice napoletana, dal 1862 al 1885 (1862, Un episodio della peste a Firenze nel 1348; 1863, Eloisa e Abelardo; 1871, La Pia dei Tolomei nella Maremma). Le spose veneziane, già presentato a Napoli nel 1866 e riproposto alla Nazionale di Parma del 1870, è ricordato nella Reggia di Capodimonte.
Martini Luigi*
MARTINI LUIGI
Torino 1851 - dopo il 1908
Espose costantemente a Torino, sin dagli anni '70, paesaggi e scene campestri (1872, Cortile rustico; 1873, Un ricordo delle Alpi; 1881, Bizzarria), nature morte e agili composizioni a carboncino (1871, Boscaglia; 1873, Lo stagno; 1874, Il lago Albano). La sua attività è documentata ancora nel 1908, anno in cui presentò alla Quadriennale torinese i dipinti Ingresso al villaggio e Stagno presso il fiume Pesio.
Martens Wilhelm Johannes*
MARTENS WILHELM JOHANNES
Amsterdam 1839 - Berlino 1895
Formatosi nella sua città natale, compì numerosi viaggi in Italia, da dove trasse motivi per dipinti di paesaggio (Paesaggi italiani, Haag, Gemeente Museum). A Roma soggiornò a più riprese a partire dal 1871, quando partecipò all’Esposizione dell’Associazione Artistica Internazionale alla Casina del Pincio (Ricordi d'amore) e alla Mostra della Società degli Amatori e Cultori (Venerazione di una santa immagine, Veduta di Rocca di Papa, Veduta di Albano). Si affermò in particolare con i temi di genere, che seguitò a proporre alle mostre romane degli Amatori e Cultori (1881, 1888), a quelle della Società degli Acquarellisti (1881, Per l'amore della balia si bacia il pupo) e all’Esposizione Internazionale del 1883 (Due fanciulle che si sollazzano nel dar cibo ai colombi adunati al suolo).
Marrubini (Marubini) Giuseppe*
MARRUBINI (MARUBINI) GIUSEPPE
Montevarchi (Arezzo) 1815 - Firenze 1880
Studiò con G. Bezzuoli all’Accademia di Firenze, dove nel 1842 espose Manfredi in atto di congedarsi dalla consorte per andare a difendere il suo regno contro Carlo d'Angiò e nel 1844 un episodio del poema L'amore degli angeli. Nel 1848 partecipò alla Promotrice fiorentina con un dipinto di storia civile cittadina. Dai primi anni '50 insegnò disegno presso l'Accademia, affiancando una feconda attività di disegnatore di incisioni alla produzione pittorica. Le sue poche opere note riflettono la salda adesione ai modelli della tradizione, ora più scopertamente debitrice al dettato classicista (San Sebastiano assistito dalle pie donne, 1868, chiesa della Misericordia, Montevarchi), ora in linea con il gusto storico-rievocativo (Torquato Tasso, Montevarchi, Municipio). Nel 1876 dipinse un ritratto, eseguito al letto di morte dell’amico e collega E. Pollastrini.
Markò Francesco*
MARKÒ FRANCESCO
Roma 1832 - Budapest 1874
Allievo del padre Carlo, ne seguì i modelli figurativi iniziando con l'esporre all’Accademia fiorentina del 1849 una Veduta nei contorni di Pisa, a cui seguì un Paesaggio presso Oliveto di Pisa (1850). Dal 1851 fu presente alle mostre della Promotrice locale con soggetti affini, talvolta vivacizzati da figure, come nel caso di Capanna di zingari in Ungheria, esposto nel 1865 e forse già indicativo della sua residenza a Budapest.
Markç Carlo Junior*
MARKÒ CARLO JUNIOR
Budapest 1822 - Mosca 1891
Educato alla pittura di paese dal padre Carlo, esordì all’Accademia fiorentina nel 1846 (Veduta di Pisa). Dall’anno seguente cominciò a esporre alla Promotrice paesaggi e vedute della campagna toscana e umbra; nel 1853 vi presentò alcune vedute dei dintorni di Staggia, indicative del suo interesse per quei luoghi della campagna senese, forse da lui “scoperti”, per poi diventare la sede della ricerca sulla pittura di paese condotta dal gruppo di artisti che prenderà appunto il nome di Scuola di Staggia. Nella seconda metà degli anni '50 cominciò a dirigere con il fratello Andrea la scuola di pittura avviata dal padre. A quel tempo espose anche a Torino e a Genova. Nel 1861 partecipò alla I Esposizione Nazionale di Firenze con II tramonto e negli anni seguenti si recò spesso a dipingere motivi nelle Alpi Apuane. A quell'epoca i titoli dei suoi dipinti suggeriscono un innovativo interesse per le implicazioni intimiste e sentimentali connesse con il paesaggio (1863, Il riposo sotto l'ombra degli allori; 1864, La triste giornata d'autunno nei contorni di Firenze). Continuò a lavorare e a esporre a Firenze fino al 1884, quando lasciò definitivamente l'Italia per trasferirsi a Mosca.
Marini Cleomene*
MARINI CLEOMENE
Selci (Perugia) 1852 - dopo il 1909
La formazione all’Accademia perugina mise presto in evidenza l'attitudine dell'artista per l’ornato e per la grafica: già nel 1868 esponeva alla Promotrice umbra il saggio Arabeschi e una riproduzione della Fontana Maggiore. Oltre alla decorazione (Palazzo Bonucci, 1879, Perugia; Villa Franchetti, 1886, Città di Castello) si dedicò alla pittura di genere (Musica da cani, esposto a Roma nel 1877) e si impegnò nell'attività didattica a Firenze e poi a Parma.
