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Gozzini Giuseppe *

GOZZINI GIUSEPPE
Livorno 1806 - Ferrara 1886
Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Firenze dal 1821 al 1829 e fu allievo di P. Benvenuti, iniziando nello stesso tempo l'attività di copista presso gli Uffizi. Dal 1849 partecipò alle mostre della Promotrice fiorentina con soggetti devozionali e di ispirazione letteraria: nel 1849 espose Amore che lega a un albero una bac-cante e nel 1851 Fuga in Egitto e Tizio (soggetto ispiratogli da un’elegia di Tibullo). In seguito, sia a Firenze sia a Genova, presentò anche vedute e nature morte. Nel 1859 partecipò al concorso Ricasoli con Morte del colonnello Morelli a Montebello, riproposto nel 1861 anche alla I Esposizione Nazionale di Firenze insieme a un soggetto storico, La partenza per caccia del falcone di Alfonso ed Eleonora duchi di Ferrara. Nel 1866 presentò a Firenze Madonna col Bambino, secondo i modi del Sassoferrato (1860, Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti). Nel 1872 si trasferì a Ferrara, dove continuò a lavorare con alacrità.


Gozzi Marco *

GOZZI MARCO
San Giovanni Bianco (Bergamo) 1759 - Milano 1839
Di umili origini, studiò a Bergamo, spaziando agli esordi fra pittura di tema sacro, ritrattistica e affreschi decorativi. Appartengono alla sua prima attività le scene goldoniane, alla maniera di G. D. Tiepolo, realizzate per il cortile di una casa bergamasca (oggi nel Palazzo della Congregazione della Carità di Bergamo) e la decorazione di tema paesistico per Villa Gosis a Redona (Bergamo), dove mostra di collegarsi agli esempi di V. Bonomini. Il trasferimento a Milano segnò la sua fortuna artistica: nel settembre del 1807 ebbe l'incarico dal viceré E. Beauharnais di realizzare tre quadri di paesaggio l’anno in cambio di una pensione governativa (1817-1827). Concepite come rilievi del territorio lombardo, tali opere lo sollecitarono a discostarsi progressivamente dalla tradizione del paesaggio arcadico per aderire con maggiore puntualità all’aspetto dei luoghi raffigurati: esemplare in tal senso è La fonderia dei cannoni a Caionvico (1809, Milano, Pinacoteca di Brera). Un soggiorno a Roma e a Napoli nel 1812 non lo distolse da quest’orientamento, che assecondò anche dopo l’avvento dell'amministrazione austriaca, per la quale documentò numerose opere di ingegneria civile (Paesaggio con ferriera, 1820 ca.; Veduta della casa e prima galleria di Varenna a Bellano, 1829; Veduta dei ponti di Sedrina, 1830, Milano, Pinacoteca di Brera). Ritornò con assiduità alle esposizioni accademiche di Brera, dove aveva esordito nel 1813. Fu indicato dai contemporanei come l'iniziatore del Paesaggismo lombardo, ma nel corso degli anni '30 la sua pittura, sempre ancorata alla puntuale analisi del dettaglio, parve ormai sorpassata, rivelando anche i segni di una certa stanchezza cromatica e compositiva (Paese di composizione, 1836, Milano, Pinacoteca di Brera).


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