Gigola Giambattista *
GIGOLA GIAMBATTISTA
Brescia 1769 - Tremezzo (Como) 1841
Allievo di D. Aspari presso la milanese Accademia di Brera, dal 1791 al 1796 soggiornò a Roma: qui frequentò la Scuola del Nudo in Campidoglio e poi l'Accademia di San Luca, dove fu premiato con Battaglia in cui morì Giuliano l'Apostata. Prese parte all'insurrezione bresciana del 1796 e nel 1800 rientrò a Milano, iniziando nell'età napoleonica la sua fortunata carriera di ritrattista, soprattutto in miniatura: fra l’altro, nel 1802 ebbe la commissione per i ritratti di U. Foscolo e di A. Fagnani Arese (perduti). Da un soggiorno parigino (1802- 1804) ricavò precoci suggestioni troubadour, a cui improntò la propria già avviata attività di miniatore, apprezzato dall'aristocrazia lombarda sia per i ritratti (Annetta Calini Bolognini, 1808, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo) sia per i soggetti storici (L'addio di Lodovico il Moro alle ceneri della moglie Beatrice d'Este, 1830, Milano, Pinacoteca Ambrosiana).
Gignous Lorenzo *
GIGNOUS LORENZO
Modena 1862 - Porto Ceresio (Varese) 1958
Nipote di Eugenio, si formò a Milano presso l'Accademia di Brera e dal 1880 iniziò a esporre a Milano (Giochi infantili, Una via di paese alpestre) e a Firenze (Un cortile, Una stalla); alla pratica artistica affiancò un impiego nelle Ferrovie. Nel 1882 partecipò al premio Fumagalli con due dipinti (Malavedo sopra Lecco e Strada postale-Valsassina) e nel 1884 si aggiudicò il premio Mylius con Sesto Calende (Milano, Accademia di Brera, in deposito a Roma, Palazzo Montecitorio): il dipinto, anche se privo di valenze illustrative, evoca l'impresa garibaldina del passaggio del Ticino nel maggio del 1859, riprendendo nel taglio e nell'impaginazione la monumentale tela di E. Pagliano del 1865. I suoi paesaggi, di generica ascendenza fontanesiana (Torrente, Piacenza, Galleria Ricci Oddi) rappresentano scorci della riviera ligure e dintorni di Varese (Cuasso al piano; Bisuschio; Arcisate e Porto Ceresio, esposti alla Permanente di Milano nel 1895).
Gignous Eugenio *
GIGNOUS EUGENIO
Milano 1850 - Stresa (Novara) 1906
Di origine francese, fra il 1864 e il 1870 seguì i corsi di paesaggio di L. Riccardi presso l’Accademia di Brera a Milano, ottenendo i primi riconoscimenti alle mostre annuali (1870, Cortile rustico alla Colombera, Milano, Museo di Milano). Fondamentale fu in quegli anni l'amicizia e la frequentazione del gruppo della Scapigliatura e in particolare di T. Cremona, con cui condivise anche lo studio: a testimonianza di questo legame restano Faust e Margherita nel bosco, dipinto a quattro mani con l’amico nel 1873, e Tranquillo Cremona mentre dipinge all'aperto il ritratto di Benedetto Junck (1874, Milano, Galleria d'Arte Moderna). Partecipava abitualmente alle serate organizzate dalla Società degli Artisti e Patriottica e dalla Famiglia Artistica; la sua presenza si diradò nel corso degli anni '70, quando lasciò sempre maggiore spazio ai soggiorni in Brianza, sui laghi d’Iseo e di Como e sulle Alpi. Nascono così i paesaggi en plein air, resi attraverso piccoli, densi tocchi di colore: in queste opere, la lezione di Cremona è ravvisabile nel cro-matismo intenso, né manca qualche affinità con la pittura della Scuola di Rivara (Temporale imminente, 1876 ca., coll. privata). Nel frattempo proseguiva la sua attività espositiva: nel 1877 presentò con successo a Brera I fiori del chiostro (Milano, Pinacoteca di Brera) e a Napoli Veduta di Fusio (Valle Maggia). Nel 1878 fu per la prima volta a Roma, mentre a partire dall'anno seguente la sua presenza è documentata a Stresa, sul Lago Maggiore, in compagnia di F. Carcano: nel 1887 vi si trasferì definitivamente. A questi anni risalgono, oltre alle numerose vedute del lago (Dintorni del Lago Maggiore e Laveno, esposti a Milano nel 1881) e ai paesaggi di Gignese e del Mottarone (Sul Mottarone, 1886, Milano, Galleria d'Arte Moderna), le marine dipinte in Liguria e a Venezia (Venezia e Riviera di Ponente, esposti a Roma, alla Mostra della Società degli Amatori e Cultori, nel 1882). L'impetuosità elegante e sempre misurata d’ombra e di luce lasciò spazio nelle opere più tarde agli esiti di una pennellata più luminosa e libera.
Gigliarelli Fernando *
GIGLIARELLI FERNANDO
Perugia 1848 - ?
Appartenente alla terza generazione degli allievi di S. Valeri all'Accademia perugina, fu buon ritrattista, copista e miniatore. Nel 1879 espose a Perugia alcuni interni (Interno del coro di San Pietro), riproposti a Roma nel 1883 insieme a due copie (tra cui il Presepio tratto dal dipinto del Perugino a Città della Pieve) e a Torino nel 1884. All'Esposizione perugina del 1899 presentò, oltre alle consuete copie e vedute di interni, una miniatura della Madonna del libro di Raffaello. Dal 1882 ricoprì la cattedra di prospettiva e geometria all'Accademia di Belle Arti di Perugia.



