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Gigante Giacinto *

GIGANTE GIACINTO
Napoli 1806 - 1876
Avviato all’arte dal padre Gaetano, si impiegò giovanissimo presso il Real Ufficio Topografico di Napoli. Abile disegnatore ed esperto incisore, nel 1820, nello studio dello svizzero W. Huber, fu avviato all’uso dell’acquerello e della camera ottica e realizzò le prime vedute a semplice linea di contorno (Marina grande di Capri, matita, inchiostro e acquerello, Napoli, Museo di Capodimonte). Entrato nel 1822 alla scuola di A. Sminck van Pitloo, si applicò alla pittura en plein air, attento allo studio della luce e delle atmosfere (Il lago di Lucrino, 1824, Napoli, Museo di San Martino): insieme a lui erano A. Vianelli, T. Duclère, R. Carelli e G. Smargiassi, il gruppo della cosiddetta Scuola di Posillipo, di cui Gigante fu uno dei principali esponenti. Nel 1826 frequentò a Roma l'atelier dell'acquerellista tedesco J. J. Wolfenberger, per il quale dipinse numerosi paesaggi. Lo stesso anno inviò alla I Esposizione Borbonica quattro dipinti con soggetti romani e campani e nel 1827 vinse un premio di Paesaggio presso l’Accademia napoletana. Fra il 1829 e il 1832 illustrò con Vedute di Napoli e dintorni l’opera Viaggio Pittorico del regno delle due Sicilie, edito da Cuciniello e Bianchi. Intorno al 1835 entrò in contatto con l’ambiente della diplomazia russa, nel quale ricevette numerose commissioni, come le due grandi tele per lo zar Nicola I Veduta di Napoli dalla Tomba di Virgilio e Veduta di Napoli dalla villa Graven (studi preparatori a Napoli, Museo di Capodimonte e Museo di San Martino). Rifugiatosi a Sorrento durante i moti del 1848, al ritorno a Napoli fu vicino alla corte e incaricato di eseguire vedute del regno; nel 1851 fu nominato insegnante di disegno delle principesse. Durante i lunghi soggiorni nella residenza borbonica di Gaeta eseguì numerose vedute di quei luoghi, a cui affiancò la produzione di paesaggi di Napoli (Il golfo di Napoli, 1859, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna), di Sorrento e di Pompei (Sorrento, Museo Correale di Terranova). In alcune vedute degli anni '50 è stato individuato un possibile accostamento a opere di W. Turner, che l’artista napoletano poté vedere esposte a Roma nel 1828 (Campagna di Caserta, 1857, Napoli, Museo di San Martino). A partire dagli anni '60 si volse anche alla pittura di interni prediligendo chiese e conventi (Interno di San Giovanni a Carbonara, varie versioni, e Interno di Donnaregina, tutti a Napoli, Museo di San Martino; Cappella del tesoro di San Gennaro, 1863, Napoli, Museo di Capodimonte).


Gigante Gaetano *

GIGANTE GAETANO
Napoli 1770 ca. - 1840
Capostipite di un'illustre famiglia di artisti, fu avviato dal suo maestro, G. Diano, sulla strada della tradizione decorativa tardobarocca. Fu attivo in diverse chiese, con affreschi (Santa Maria a Piedigrotta, Napoli, 1818- 1822) e pale d’altare (Assunta, chiesa di Santa Maria della Vigna, Pietravairano). Nel 1811 eseguì per Murat Banchetto in Villa Reale offerto ai legionari da Gioacchino Murat (Caserta, Palazzo Reale), un’ampia tela fedele ai modelli vedutistici settecenteschi. Sospinto dalle richieste del mercato, realizzò anche vedute partenopee e vivaci scene tratte dal folclore campano, che si richiamano agli esempi di H. Vernet e di L. Robert: con questa produzione fu presente alle mostre borboniche del 1830 (Bambocciata, Napoli, Museo di San Martino) e del 1833, dove accanto a diverse bambocciate figurarono Ritorno dalla festa di S. Gennaro a Pozzuoli e Ritorno dalla festa di S. Paolino di Nola. Del 1837 è invece Via Toledo dalla Piazza dello Spirito Santo (Napoli, Museo di San Martino).


Gigante Ercole *

GIGANTE ERCOLE
Napoli 1815 - 1860
Allievo del fratello Giacinto e di A. Vianelli, si dedicò alla pittura di paesaggio seguendo le ricerche della Scuola di Posillipo. Compì viaggi in Italia meridionale, da cui trasse spunto per diversi dipinti a olio, ma anche per disegni a seppia (questi ultimi conservati a Napoli, nella coll. Astarita del Museo di Capodimonte e nella coll. Ferrara Dentice del Museo di San Martino). Nel 1838 fu in Irpinia, in Puglia e in Lucania in compagnia di Vianelli, che in seguito forse accompagnò anche in un viaggio a Parigi (1857). I suoi paesaggi, pur vicini a quelli di Giacinto, se ne distinguono per l’impostazione vedutistica più tradizionale e per la minore maturità stilistica (La valle dei Mulini ad Amalfi, 1851 e Porta Capuana, 1855, entrambi a Napoli, Museo di San Martino).


Gigante Achille *

GIGANTE ACHILLE
Napoli 1823 - 1846
Terzogenito di Gaetano, seguì le orme del fratello Giacinto, ma la morte prematura non ne consentì la piena maturazione artistica. Le sue prove migliori sono i disegni e le incisioni, spesso su carta di colore e rialzati a biacca. Collaborò con F. Alvino, illustrando le sue guide per uso dei viaggiatori (Due giorni a Capri, 1838; La penisola di Sorrento, 1842; Viaggio da Napoli a Castellammare, 1845). Trattò i soggetti prediletti della Scuola di Posillipo, utilizzando un segno minuzioso e sottile (Il porto di Gaeta, 1844, Napoli, Museo di San Martino). Gran parte della sua produzione grafica è conservata a Napoli presso il Museo di San Martino (coll. Ferrara Dentice), il Museo di Capodimonte (coll. Astarita) e la Società Napoletana di Storia Patria.


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