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Mancini Teodoro*

MANCINI TEODORO
Atina (Frosinone) 1796 - 1868
Allievo dell’Accademia di Napoli, nel 1815 ottenne un sussidio borbonico per completare la formazione a Roma. Trattò temi mitologici e sacri in forme neoclassiche convenzionali. Espose alle mostre borboniche del 1826 (Vulcano che mostra a Tetide lo scudo fabbricato per Achille, Bacco assiso, Marte ferito rivolto al cielo) e del 1835 (La Pentecoste). Eseguì ritratti (Ritratto di D. Gaspare Selvaggi, Emanuele De Simone, Il Consultore D. Gaspare Capone, esposti alla Mostra Borbonica del 1830) e affreschi nella sua cittadina d'origine (cattedrale e Palazzo Mancini).


Mancini Mariano*

MANCINI MARIANO
Rimini (Forlì) 1861 - 1928
Artista versatile, fu pittore, scenografo e apprezzato decoratore. Formatosi nella sua terra di origine, ben presto se ne allontanò per recarsi a Firenze e a Roma, dove si perfezionò nella pratica artistica, acquisendo una buona fama. Nel 1887 fu impegnato in Vaticano accanto a L. Seitz. Negli anni seguenti lavorò alla decorazione della Galleria Umberto I a Napoli, città nella quale, nel 1890, espose alla Promotrice Salvator Rosa Un interno di chiesa. Eseguì anche diversi dipinti a olio, prediligendo raffigurazioni di fiori e frutta (Asparagi, Forlì, Pinacoteca Comunale; Limoni, Rimini, Biblioteca Gambalunga).


Mancini Luigi (Il Sordo)*

MANCINI LUIGI (IL SORDO)
Jesi (Ancona) 1819 - 1881
Studiò a Roma presso T. Minardi, poi a Venezia. Delle sue opere giovanili è noto l’Autoritratto (1837, Jesi, Pinacoteca Civica). A Jesi nel 1850 dipinse la tela per la cappella delle Grazie nel Santuario e il sipario del teatro Pergolesi (Ingresso di Federico II in Jesi nel 1220). Dal 1851 al 1857 lavorò agli affreschi della cupola della chiesa di San Floriano con le Storie di San Francesco e le Virtù di San Floriano, che pur nella veste accademica rivelano un vivace e sicuro cromatismo. Per la cattedrale eseguì diversi stendardi e la serie di Ritratti di vescovi jesini (1869).


Mancini Enrico*

MANCINI ENRICO
Sassocorvaro (Pesaro) 1867 - 1913
Allievo di L. Nezzo all’Accademia di Belle Arti di Urbino, fra il 1880 e il 1888 lavorò alla decorazione del teatro del suo paese natale. Lasciò opere di soggetto storico e religioso nella provincia, come L'Immacolata Concezione fra sant'Antonio e sant'Isidoro Agricola, per la chiesa della Santissima Annunziata a Parchiule, e La battaglia di Lepanto e Pio V che riceve dall'angelo il segnale della vittoria, per la cappella del Sacramento nella cattedrale di Pennabilli. Nel 1903, si trasferì in Messico, da dove ritornò soltanto per brevi periodi.


Manca Simone*

MANCA SIMONE
Sassari 1809 - 1900
Dopo i primi studi si trasferì a Torino per frequentare l'Accademia Militare e rientrato a Sassari avviò un'intensa attività politica: nel 1862, quando ancora ricopriva la carica di sindaco di questa città, si impegnò con i principi di Savoia a eseguire una Raccolta di Costumi Sardi (1861-1876, Torino, Biblioteca Reale). Lo stesso tema venne ripreso in un’altra serie di cinquantotto acquerelli, in cui le vedute di Sassari, Porto Torres, Alghero, Bosa e Oristano assumono importanza di documentazione topografica.


Maluta Rina*

MALUTA RINA
Attiva a Padova fra il 1890 e il 1910
Allieva a Padova di G. Manzoni e di P. Paietta, si dedicò ai soggetti religiosi e alla pittura di genere. La sua attività, circoscritta al primo decennio del Novecento, è documentata dalla partecipazione alla Quadriennale di Torino del 1902 (Bambina, Quo vadis?), a quella del 1908 (Ritratto, Lotta intima) e all’Esposizione Nazionale di Milano del 1906 (Visione gioconda). Per la chiesa di Bassanello (Padova) eseguì l’Apparizione del Cuor di Gesù.


Malenchini Meoni Matilde*

MALENCHINI MEONI MATILDE
Livorno 1779 - Fiesole (Firenze) 1858
Allieva dal 1807 di P. Benvenuti all’Accademia di Firenze, dopo una iniziale attività di copista, nel 1811 ottenne il pensionato a Roma, dove frequentò B. Thorvaldsen, V. Camuccini e A. Canova ed eseguì, sull’esempio di M. Granet, interni di chiese e conventi, secondo pacate cadenze e prospettive neoquattro-centesche (Interno di conservatorio, 1815 ca., Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti). Nel 1821 stabilitasi a Firenze, presentò alla Mostra dell'Accademia un Interno di San Miniato (Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti); da quel tempo iniziò anche a frequentare il Gabinetto di G. P. Vieusseux. Nel 1823 rientrò a Roma, ma tornò con frequenza in Toscana e fu anche a Parigi e a Bruxelles. Nel 1827 espose a Livorno un Ritratto delle granduchesse di Sassonia (Livorno, Museo Civico) e nel frattempo eseguì vari ritratti femminili, forse anche per la clientela straniera, per la quale dipinse pure un Interno del duomo di Pisa (1827). In seguito, a causa di fosche vicende personali, abbandonò la pittura.


Maldura Lilla*

MALDURA LILLA
Attiva a Napoli fra il 1876 e il 1887
Fu avviata all'arte da F. Maldarelli e F. Mancini e si dedicò principalmente alla pittura di paesaggio e d'interni. Prese parte assiduamente alle promotrici napoletane, dal 1876 al 1887, (1882, In cerca di patelle, Venditrice di polli; 1885, Interno della cappella dell'Immacolata nella chiesa dei Gerolomini; 1887, Un vicolo di Napoli). Figurò alle esposizioni nazionali di Napoli (1877, Studio dal vero a Posillipo) e di Roma (1883, Arde...!).


Maldura Carlo*

MALDURA CARLO
Attivo a Milano fra il 1834 e il 1863
Artista poco studiato, esordì a Milano nel 1834, presentando al concorso della annuale Esposizione di Brera un gruppo di quatto ritratti. Al medesimo appuntamento tornò in seguito anche con quadri di figura e con nature morte (1853, Diversi oggetti di gastronomia). Dagli anni '60 prese a trattare temi risorgimentali (Garibaldino ferito che racconta le proprie vicende ai suoi ospiti, esposto a Milano nel 1861; L'assedio di Gaeta, esposto con altre quattro opere alla Promotrice di Genova del 1863).


Malatesta Massimo*

MALATESTA MASSIMO
Modena 1810 ca. - ?
Fratello di Adeodato, nel 1833-1834 prese a frequentare l'Accademia Atestina di Modena, dove seguì le lezioni di B. Rossi e G. Fantaguzzi, in un clima nutrito di retaggi neoclassici e nuove aperture puriste. Partecipò alle mostre dell’Accademia dal 1844 al 1863, con ritratti (1852, Due fanciulle ritratte dal vero; 1854-1856, Ritratto a cavallo, Cacciatore a mezza figura), quadri di genere (1852, Suonatore-quadretto di due mezze figure; 1863, La fioraia) e copie. Lavorò anche accanto al fratello, a cui talora sono attribuite opere da lui eseguite (Concezione della Vergine, 1855, chiesa dell'Osservanza, Cesena).


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