Longhetti Annibale*
LONGHETTI ANNIBALE
Roccapietra (Vercelli) 1839 - Varallo (Vercelli) 1905
Fu allievo e assistente di C. Frigiolini presso la Scuola di Disegno di Varallo, perfezionandosi poi all'Accademia Albertina di Torino. Negli anni '80 soggiornò in Francia, in Dordogna e a Autun. Rientrato in patria, affrescò soggetti religiosi in Valsesia e nel Biellese (Valduggia, Locamo, Boccioleto, Crocemosso), riecheggiando schemi alla G. Ferrari. Esempi della sua attività di ritrattista sono conservati nella Pinacoteca di Varallo (Autoritratto, Il maggiore Franzoni e Alessandro Antongini).
Loffredo Michele*
LOFFREDO MICHELE
Alghero (Sassari) 1830 - Napoli 1903
Frate francescano con il nome di Bonaventura, visse a Roma nel convento di San Bartolomeo all'isola Tiberina; nella chiesa annessa dipinse verso il 1865 la volta della navata maggiore, l’abside e la cappella di S. Antonio. Legato alla corrente purista, fu anche attivo nella chiesa di San Cosimato (tela nella volta: Madonna con Bambino fra S. Severa e S. Cristina che appare a S. Francesco e S. Chiara; affreschi con figure di santi) e nella chiesa di Sant’Antonio a Via Merulana, dove eseguì i discussi affreschi della navata centrale (1889- 1890), in seguito scialbati, e l‘Apoteosi dell'Ordine francescano nel catino absidale.
Locatelli Achille*
LOCATELLI ACHILLE
Almenno San Bartolomeo (Bergamo) 1864 - 1948
Allievo dal 1878 di C. Tallone, presso l'Accademia Carrara di Bergamo, affiancò alla pittura di soggetto sacro la realizzazione di quadri ispirati ai paesaggi e agli uomini della sua terra (Tipi almennesi e La sera dal monte Albenza, esposti entrambi alla Permanente di Milano del 1888). Fu attivo anche in molte chiese del Bergamasco e del Bresciano e utilizzò modi legati alla tradizione, ma dotati di una immediata efficacia espressiva (pale di San Luigi e di Sant Antonio da Padova, 1892-1893, chiesa di Brembilla, Bergamo).
Li Volsi Giovanni*
LI VOLSI GIOVANNI
Palermo 1796 - 1837
Allievo di G. Carta, G. Velasco e V. Riolo, fece parte della scuola di scenografi guidata da L. Tasca, maggiore artefice delle realizzazioni scenografiche del palermitano teatro Carolino (poi Bellini); per lo stesso teatro dipinse un grande quadro a tempera, La Musica con diversi putti. Lavorò anche per il teatro Santa Cecilia (La Ninfa Talia che incorona Epicarno, Apollo e le Muse e una Danza di ninfe) e per il Palazzo del principe di Pandolfina (affreschi con figure mitologiche e storiche). La sua pittura presenta tutti i caratteri di un neoclassicismo di maniera, attento all’effetto decorativo ed estraneo ai valori espressivi.
Liverati Carlo Ernesto*
LIVERATI CARLO ERNESTO
Vienna 1805 - 1844
Figlio di un maestro di musica bolognese, si formò in Inghilterra con il pittore H. P. Briggs (del quale eseguì il ritratto, donato agli Uffizi nel 1844). Giunse a Firenze intorno al 1828 e da quell’anno frequentò l’Accademia di Belle Arti, partecipando anche alle esposizioni, con scene di genere e ritratti. Nei primi anni '30 fu copista nelle gallerie fiorentine, probabilmente su commissione delle famiglie straniere residenti in città, per le quali eseguì anche dipinti di un certo impegno (Cristo che raccomanda la Madre a Giovanni Evangelista, comissionatogli da D. Poniatowski per una chiesa di Kiev). Alla sua garbata pittura di genere appartengono soggetti edificanti come Lo entrare in santo (esposto all’Accademia nel 1843, Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti) o la Prima Comunione, commissionatogli da A. Demidoff e che, dopo la repentina morte del pittore, fu ultimato da G. Moricci.
Liverani Tancredi*
LIVERANI TANCREDI
Faenza (Ravenna) 1837 - Londra 1890
Figlio di Romolo, si formò sotto la guida del padre e, a partire dal 1855, collaborò con lui nelle imprese decorative e scenografiche dell’Umbria e delle Marche. Resosi autonomo, fu attivo a Roma e successivamente anche in diverse città europee e americane. Oltre a lavorare come scenografo, dipinse piccole vedute, in cui la sua spiccata vocazione verista si combina con suggestivi elementi di fantasia, che si rifanno ai modelli paterni e alla pittura nordica di gusto romantico conosciuta nel corso dei soggiorni all’estero.
Liverani Romolo*
LIVERANI ROMOLO
Faenza (Ravenna) 1809 - 1872
Scenografo, decoratore e pittore di vedute, crebbe a diretto contatto con l'ambiente artistico e teatrale faentino, grazie all'attività del fratello Antonio e del padre, che era macchinista e custode nel teatro di Faenza. Avviatosi allo studio della prospettiva nello studio dell'architetto P. Tomba, si perfezionò forse sotto la guida dello scenografo milanese A. Sanquirico. La sua sensibilità romantica, in perfetta corrispondenza con il clima del melodramma italiano dell’Ottocento, ne fece un fecondo e apprezzato autore di scenografie e di suggestive vedute, in cui gli effetti pittoreschi si combinano con lontane reminiscenze delle invenzioni grafiche di Giovan Battista Piranesi (Fantasia romantica, 1844, Faenza, Pinacoteca Civica; Paesaggio con mare e fontana, 1834, Ravenna, Pinacoteca Civica). Gli stessi motivi romantici sono presenti nelle decorazioni murali che realizzò in numerose abitazioni romagnole.
Litta Biumi Pompeo*
LITTA BIUMI POMPEO
Milano 1828 - 1888
Nato da una nobile famiglia milanese, unì all’amore per gli studi di geografia la passione per la pittura, alla quale venne iniziato da E. Sala. Si dedicò alla realizzazione di quadri di animali e al ritratto, comparendo saltuariamente alle esposizioni di Brera. Seguì i più affermati modelli della ritrattistica lombarda e in alcuni dipinti si tenne vicino all’esempio del maestro (Lo scultore Antonio Galli, 1858, Milano, Accademia di Brera), mentre in Il conte Antonio Durini a cavallo (1875, Milano, Galleria d'Arte Moderna) si nota l’attenzione per l’opera di S. De Albertis.
Licata Faccioli Orsola*
LICATA FACCIOLI ORSOLA
Venezia 1826 - dopo il 1885
Moglie di Antonino, si formò all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Dipinse quadri d'interno e di paesaggio, che espose alle mostre borboniche a partire dal 1851 e alle promotrici Salvator Rosa tra il 1862 e il 1885 (fra gli altri: 1862, Interno del coro dei cappuccini; 1867, Festa del 6 ottobre; 1875, Castel Gandolfo; 1879, Macchia dal vero al giardino Colonna a Capodimonte; 1885, Terrazza in San Marcellino). A Roma, dove soggiornò durante il pensionato artistico del marito, presentò due paesaggi alla Mostra della Società degli Amatori e Cultori del 1851 (Una veduta della Piazza Navona, Una veduta della facciata di San Giorgio al Velabro). Fu presente alle esposizioni nazionali di Firenze (1861), di Milano (1873, 1881, 1887), di Napoli (1877), di Roma (1883), di Torino (1884) e di Venezia (1887).
Levier Adolfo*
LEVIER ADOLFO
Trieste 1873 - 1953
Si formò a Trieste con G. Zangrando, per poi passare a Monaco alla scuola di H. Knirr. Qui si guadagnò fama di buon ritrattista, ma fu a Parigi che maturò il suo stile, a contatto con l'opera di V. Van Gogh, di P. Cézanne e dei Fauves. Caratterizzò la sua pittura con una grande libertà di tocco e con un vivace cromati-smo (Ritratto di Mr. Hay, Autoritratto, Trieste, Museo Revoltella; Il giardino pubblico, Trieste, coll. Cassa di Risparmio; Ritratto di Eutichios Zannetos, Trieste, Comunità Greco-Orientale). Espose a Venezia (1907, Signora di lusso), a Roma (1908, Mio nipote) e a Trieste fino alla morte.
