Franchi Italiano *
FRANCHI ITALIANO
Pescia (Pistoia) 1860 - 1926
Frequentò i corsi di G. Fattori all’Accademia di Firenze ed esordì nel 1884 a Torino con un soggetto di genere (Quando sarò generale), continuando anche in seguito a proporre alle esposizioni fiorentine e genovesi quadri d’ambiente e di tema devozionale (1892, Sant'Agnese). Nella pittura di paesaggio scelse vedute della sua terra, come Una strada di Pontito (esposta con altre opere a Roma nel 1887) o Panorama di Pescia, conservato nel Museo Civico della cittadina toscana. Nei primi anni del secolo si recò a dipingere sul litorale di Viareggio, nei luoghi divenuti a quel tempo residenza prediletta di letterati e pittori. Nel 1906, con Ginestre in fiore, partecipò all'Esposizione milanese celebrativa per il traforo del Sempione.
Franchi Alessandro *
FRANCHI ALESSANDRO
Prato (Firenze) 1838 - Siena 1914
Grazie a una sovvenzione del comune di Prato, dal 1853 poté iscriversi all’istituto d’Arte di Siena, frequentando i corsi di L. Mussini. Nel 1860 eseguì una Santa Elisabetta di Ungheria e un San Luigi di Francia per la chiesa pratese di San Domenico, esposti nel 1861 a Firenze. Da questo momento la sua maniera accolse le accentuazioni espressive di uno stile vicino a I. Flandrin, come testimonia II trasporto di Santo Stefano del 1865 (coll. privata). Nello stesso anno portò a termine un ciclo di affreschi nella cappella funeraria della Villa Pieri Nerli a Quinciano. Nel 1871 espose a Milano la Madonna col Bambino e quattro santi (chiesa di San Pier Forelli, Prato), caratterizzata da una solennità neoquattrocentesca e soffusa di tenerezze espressive secondo uno stile che egli adotterà anche per gli affreschi della cappella Vinaccesi nel Duomo di Prato (1872-1876). Influssi preraffaelliti si avvertono in alcune opere senesi, realizzate nel cimitero della Misericordia (Le Marie aI sepolcro, 1880, cappella Bandini Piccolomini; decorazione della cappella Raffo, 1884) e nella sala monumentale del Palazzo Pubblico (Allegoria dell'Italia libera). Pure a Siena dipinse, fra il 1894 e il 1895, sette Episodi della vita di Santa Caterina nella casa della santa, in collaborazione con G. Marinelli, e per la chiesa di Santa Maria dei Servi eseguì nel 1898 il trittico a fondo oro raffigurante l'Immacolata Concezione tra i santi Michele e Clemente. Dal 1888, alla morte di Mussini, ricoprì la cattedra di pittura all'Istituto d’Arte di Siena.
Franceschini Vincenzo *
FRANCESCHINI VINCENZO
Casandrino (Napoli) 1812 - 1884
Conseguita la laurea in giurisprudenza, nel 1837 fu allievo di A. Sminck van Pitloo e studiò poi figura con F. Marsigli presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Durante un viaggio in diverse città italiane e un soggiorno a Roma si dedicò alla pittura di paesaggio e, rientrato a Napoli, espose alle biennali borboniche del 1845 (Paesaggio di composizione, Studio d'alberi) e del 1848 (due Studi di cipressi e sassi e Campagna romana con ruderi di architettura). Influenzato inizialmente dallo stile di J. P. Hackert (Gli scavi di Pompei, 1839-1849, Napoli, Museo di San Martino; Paesaggio con ponte, 1851, Napoli, Museo di Capodimonte) in seguito, pur conservando una attenzione puntuale al vero, di cifra tardosettecentesca, si avvicinò alle istanze romantiche di G. Smargiassi nella resa analitica del particolare botanico (Paesaggio di Sorrento, Giulianova, Pinacoteca Bindi) e nel paesaggio di composizione (Leone di Bisanzio, guidato dalla maga Melissa, esposto a Napoli nel 1855). In diverse prove (Veduta di Nola, Napoli, Museo di Capodimonte) assunse modi vicini a quelli di T. Duclère. Nel 1865 fu nominato professore onorario dell'Accademia napoletana.

