Vercelli Francesco*
VERCELLI FRANCESCO
Torino 1842 - 1927
Affiancò l'impiego in un ufficio pubblico con gli studi presso l’Accademia Albertina di Torino, dove ebbe per maestri E. Gamba, A. Gastaldi e quindi A. Fontanesi. Seguì la vocazione per la pittura di paesaggio compiendo studi dal vero, spesso realizzati come appunti a carboncino durante i numerosi viaggi e i soggiorni di lavoro in Sicilia e in Calabria. Dal 1868 fu presente alle mostre della Promotrice torinese (Campagna pisana, 1869, Lungo la Dora-dintorni di Torino, dal vero; 1876, Pianure di Catania). Dopo un periodo di inattività, nel 1894 riprese a dipingere e a esporre alle mostre torinesi (1898, Tramonto, Pianura, Rive del Busento).
Venuti Ludovico*
VENUTI LUDOVICO
Napoli 1785 ca. - Roma ?
Figlio del ceramista Domenico, si stabilì a Roma con il padre nel 1799. Frequentò lo studio di V Camuccini e si dedicò alla pittura di storia e di tema sacro fino ai trentotto anni, quando abbandonò l'arte per dedicarsi all’insegnamento. Di lui si ricorda la grande composizione Napoleone rinchiuso nell'isola di Labau nel Da-nubio che straccia le convenzioni impostegli dagli Austriaci, eseguita su commissione di G. Murat per il castello di Versailles e le tele di soggetto biblico per la chiesa romana di Santa Maria in Montesanto (1822 ca.). Amico del paesaggista M. Verstappen, lo ritrasse in un dipinto conservato presso l'Accademia romana di San Luca. Fu maestro di F. Grandi. Il nipote Filippo, attivo a Roma nel corso degli anni '80, fu allievo di F. Grandi con il quale lavorò in San Giovanni in Laterano (1886 ca.). Ritrattista, pittore di genere e di storia sacra fu presente alle mostre romane degli Amatori e Cultori (1882, Dopo il lavoro, Studio di testa, 1885, Agar ed Ismaele) e all’Esposizione Internazionale del 1883 (Una sentinella araba, Un giorno di riposo).
Venturini Tancredi*
VENTURINI TANCREDI
Brescello (Reggio nell'Emilia) 1857 - ?
Noto soprattutto come architetto, è documentato fra gli allievi dell'Accademia di Parma nei corsi di G. Magnani. In pittura realizzò vedute d’interni, costruite probabilmente secondo le nitide prospettive di L. e S. Marchesi (Interno di San Giovanni, esposto a Torino nel 1878). Dagli anni '90 insegnò disegno presso la Scuola Ala Ponzone di Cremona, proseguendo nella realizzazione di vedute prospettiche (Nel duomo di Cremona, esposto alla Mostra dell’incoraggiamento di Parma nel 1893 e assegnato al ministero della Pubblica Istruzione).
Venturini Adelchi*
VENTURINI ADELCHI
Viazzano (Parma) 1843 - 1902
Agli studi intrapresi dal 1854 alla Scuola di Paesaggio dell Accademia di Parma, affiancò dal 1856 le lezioni private di L. Marchesi. In compagnia di C. Barilli e G. Carmignani, iniziò a dipingere dal vero nella campagna parmigiana. I paesaggi di questi primi anni ripropongono le tradizionali costruzioni prospettico-scenografiche apprese dal Marchesi (La serra nel giardino di casa Venturini in Viazzano, 1859 ca., coll. privata), ma già con uno spiccato gusto per i contrasti di luce e ombra che preludono alle successive ricerche. Con il 1861 iniziò un periodo di assidua presenza alle esposizioni e di evoluzione artistica: a Firen-ze, dove si era recato per la prima Esposizione Nazionale, fu colpito dalle nuove tendenze della scuola toscana e di quella napoletana e già nel Canale Naviglio nell'interno di Parma del 1862 (Parma, Galleria Nazionale) mostrava la pronta adesione a una forma più sintetica e contrastata. Nel 1868 compì un viaggio a Napoli, poco documentato da risvolti pittorici. Le opere seguenti mostrano tagli molto ravvicinati, alla L. Bertelli, e impasti cromatici stesi con pennellate grasse (I Pinolai, 1871, coll. privata). Dalla metà degli anni '70 abbandonò la pittura.
Ventura Domenico*
VENTURA DOMENICO
Macerata 1812 - Roma 1896
Frequentò a Roma lo studio di T. Minardi, tra il 1833 e il 1841, e l'Accademia di San Luca, dove la sua attività è documentata nel 1834. Autore di dipinti di tema storico e sacro, fu anche minia-turista, ritrattista (Autoritratto, coll. privata) e maestro di dise-gno per giovani dell'aristocrazia romana. Della sua produzione ricordiamo Episodio della battaglia di Lepanto (per don P. Grazioli, palazzo Grazioli, Roma), Consa-crazione di un vescovo (per il cardi-nale S. Vitelleschi), Concezione di Maria Vergine e uno stendardo con La religione portata in gloria dagli angeli per la chiesa di San Francesco a Civitavecchia.
Venanzi Alessandro*
VENANZI ALESSANDRO
Ponte San Giovanni (Perugia) 1838 - Assisi 1916
Formatosi sotto la guida del purista S. Valeri alPAccademia di Perugia, fu chiamato a insegnare disegno a Cagli, nelle Marche, dove collaborò a lungo anche con l'ebanista F. Pucci. Si stabilì poi ad Assisi: nel 1870 nella cittadina umbra decorò due sale del Palazzo Comunale (Castelli del contado; Allegoria della città di Assisi) e nel 1872 realizzò delle tempere di soggetto mitologico in palazzo Fioretti ove, più tardi, si cimentò anche con la decorazione del piano nobile (Allegorie delle Arti, Trionfo di Dante e Beatrice). Dopo i lavori per il teatro di Cagli (sipario e soffitto della sala), si dedicò ad altri consistenti interventi decorativi in chiese di Assisi (duomo di San Rufino e Santa Chiara) improntati a quello stesso eclettismo verso cui il pittore indirizzerà tutta una generazione di allievi (fra gli altri F. Bergamini e lo scultore V. Rosignoli).
Vela Spartaco*
VELA SPARTACO
Torino 1853 - Ligornetto (Ticino) 1895
Figlio dello scultore Vincenzo, studiò a Milano con E. Pagliano e all'Accademia di Brera con G. Bertini. Fu attivo soprattutto come paesaggista, figurando saltuariamente dal 1878 alle esposizioni braidensi e alle promotrici di Torino con alcune vedute ispirate a scorci del Ticino e dei laghi lombardi. Presso il Museo Vela di Ligornetto è conservato un gruppo di sue opere, tra cui Alla Madonna dei Ghirli presso Campione e Gita in montagna.
Veit Johannes*
VEIT JOHANNES
Berlino 1790 - Roma 1854
Insieme al fratello Philipp (Berlino 1793 - Magonza 1877), frequentò dal 1809 l’Accademia di Dresda e poi quella di Vienna dove assimilò l'idea romantica di un'arte religiosa e patriottica. Sull'esempio della madre e del secondo marito di questa, il filosofo F. Schlegel, nel 1810 i due fratelli si convertirono al cattolicesimo. Per conoscere l'arte italiana, nel 1811 Johannes venne nel nostro paese con J. Wintergerst, uno dei fondatori della Confraternita di San Luca. A Roma, dove scelse come maestro F. Overbeck, si stabilì in casa dello scultore G. Pulini (Ritratto della famiglia Pulini, Karlsruhe, Kunsthalle) e frequentò la confraternita dei Nazareni, di cui diverrà membro nel 1816. Il fratello Philipp, dopo aver partecipato alla guerra di liberazione contro i Francesi, nel 1815 raggiunse Johannes a Roma, dove risiedette fino al 1830. Entrò anch’egli nell'ambiente dei Nazareni e partecipò alla decorazione, in palazzo Zuccari, della residenza dello zio, il console prussiano S. Bartholdy (Giuseppe in Egitto, Giuseppe e la moglie di Putifarre e i Sette anni grassi, 1816- 1817). Nel 1816 fu chiamato da A. Canova ad affrescare una delle lunette del Museo Chiara- monti in Vaticano (Trionfo della religione). Nel 1818 subentrò a Cornelius nella decorazione della stanza di Dante nel Casino Massimo, dove realizzò (1822- 1824) gli affreschi della volta ispirati alla pittura di Beato An-gelico. Alla fine del 1830 si tra-sferì a Francoforte sul Meno per dirigere la scuola d'arte Stàdel, dove dipinse a fresco II Cristianesimo che introduce le arti in Germania, manifesto dell'ideale dell'arte al servizio della religione.
Varni Gerolamo*
VARNI GEROLAMO
Attivo a Genova fra il 1853 e il 1873
Studiò all’Accademia di Genova, per passare poi a Firenze dove, sotto la guida di F. A. von Sturler, si avvicinò al Purismo. Come frescante lavorò a Napoli e a Corigliano, presso Cosenza (chiesa di Sant'Agostino e Antonio eremita). Dal 1853 partecipò con ritratti, temi romantici e soggetti sacri alla Promotrice genovese (1854, Madonna con Bambino, Ritratto, Cristo con gli Apostoli, 1856, Dante che incontra Piccarda nel cielo della Luna, 1873, Gesù Cristo nel deserto, compiuto il digiuno).
Variano Edoardo*
VARIANO EDOARDO
Trieste 1860 - 1934
E documentato alla fine degli anni '70 fra gli allievi dell’Accademia di Venezia, dove seguì i corsi di P. M. Molmenti, vincendo un premio nel 1878. In seguito fu forse all’Accademia di Monaco di Baviera. Strinse amicizia con gli artisti U. Veruda, I. Grùnhut e C. Wostry, partecipando attivamente alle riunioni del Circolo Artistico Triestino. Connotò le sue opere di un'accurata esecuzione formale (Veduta di Vdla Murat a Trieste, Trieste, Museo Civico di Storia e Arte; Autoritratto, Trieste, Museo Revoltella).