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Guidotti Andrea*

GUIDOTTI ANDREA
Piacenza 1811 - 1894
Allievo del piacentino Istituto d’Arte Gazzola (1826-1833 ca.), collaborò come scenografo con P. Giorgi e G. Badiaschi al teatro Comunale di Piacenza. Professore di disegno presso la Scuola Tecnica comunale (1860) e presso la Normale femminile, lavorò accanto ad altri pittori nella chiesa di Sant’Antonino, in modi che suscitarono le critiche di E. Pagliano, che si trovava di passaggio a Piacenza nel 1856. Fra il 1847 e il 1866 decorò il Palazzo cittadino del marchese F. Landi e la rocca della stessa famiglia a Rivalta. Legò il suo nome soprattutto ai progetti dei celebri “macchinoni” da far scoppiare in piazza Cavalli per la festa della Madonna d’Agosto.


Guida Carlo*

GUIDA CARLO
Trapani 1838 - Palermo 1870 ca.
Specializzato nelle co pie da originali antichi e nell'intarsio di cammei su corallo e conchiglia, frequentò inizialmente le Scuole Nautiche, per dedicarsi poi allo studio del disegno presso il Real Liceo di Trapani, sotto il magistero di G. Mazzarese. Nel 1862 si trasferì a Firenze all’Accademia di Belle Arti, dove fu allievo di A. Ciseri. Eseguì copie nelle gallerie fiorentine (Ritratto della duchessa di Urbino, da Tiziano) e a Trapani dai dipinti della Raccolta Fardella di proprietà del municipio (1856). Fra le opere autonome è ricordato un Ritratto della nonna.


Guglielmi Eugenio*

GUGLIELMI EUGENIO
Asiago (Vicenza) 1809 - Resana (Treviso) 1846
Trasferitosi a Padova con la famiglia, fu avviato al disegno da M. Macoppe e dal 1828 frequentò i corsi dell'Accademia di Venezia. Si dedicò alla ritrattistica (Ritratto di Sebastiano Melan) e alla pittura religiosa, documentata nella regione da alcune opere superstiti: la Beata Eustachio, nella chiesa di San Pietro a Padova, S. Luigi nella chiesa di San Francesco a Montagnana e S. Margherita da Cortona nella chiesa di San Biagio a Lendinara. Fu anche autore di opere di soggetto mitologico e letterario, commissionategli per alcune residenze padovane (fra gli altri, due temi tasseschi per il principe d'Aremberg, 1838). L'amore degli angeli (1840 ca., Padova, Museo Civico) testimonia dei modi di elegante classicismo maturati dall'artista nell'ambiente accademico veneziano.


Guerrini Francesco*

GUERRINI FRANCESCO
Trieste 1818 - 1873
Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Venezia, allievo di O. Politi e di M. Grigoletti, dai quali ricevette una formazione di stampo neoclassico. Si dedicò al ritratto e alla pittura di genere, mostrando di subire l'influenza di N. Schiavoni nel rigore disegnativo e nella tavolozza smaltata (Autoritratto, Donna al bagno, Trieste, Museo Revoltella). Trattò anche la pittura di soggetto sacro (San Pietro, Trieste, Civico Museo di Storia e Arte), partecipando all'esecuzione della Via Crucis per la chiesa di Sant’Antonio Nuovo di Trieste. Due sue opere (Ragazzo e Contadinella di Muggia) comparvero all’Esposizione della Società Triestina di Belle Arti del 1843.


Grana Virginio*

GRANA VIRGINIO
Sobiaco (Genova) 1833 - Genova 1888
Formatosi a Genova all’Accademia Ligustica con G. Isola, dal 1858 fu presente alle mostre della Promotrice genovese con soggetti d’ispirazione romantica (1858, L'abbandono; 1860, Oderigo degli Amidei giura di vendicare la figlia abbandonata dal Buondelmonte). Nel 1862 vinse la pensione Durazzo, che gli consentì di perfezionarsi a Firenze: nelle sue opere successive, il contatto con l’ambiente toscano si fece sentire sia per la scelta dei temi (Una famiglia di Ghibellini fuggendo la persecuzione dei Guelfi, 1863) sia per le cadenze puriste assunte in David e Micol (Genova, Accademia Ligustica), presentato alla Mostra genovese nel 1865. Si dedicò anche al paesaggio, alla pittura a fresco (chiesa di San Francesco di Albaro, Genova) e alla miniatura. Dal 1873 fu accademico di merito della Ligustica.


Grace Bartolini Louisa*

GRACE BARTOLINI LOUISA
Bristol (Gran Bretagna) 1818 - Pistoia 1865
Giunse in Italia con la famiglia nel 1837 e fra il 1840 e il 1841 si stabilì a Pistoia, dove divenne colta e amabile animatrice di salotti intellettuali, primo fra tutti quello di N. Puccini. Pittrice per diletto e musicista, donna di vasta cultura, fu amica di artisti e letterati, con cui intrattenne rapporti anche epistolari. Nel 1860 sposò l’ingegnere pistoiese F. Bartolini e condivise gli ideali risorgimentali del marito. Copiò sovente opere degli amici pittori ed espose nel 1857 a Pistoia un dipinto a olio: Innocenza. Si conservano un Autoritratto, databile ai primi anni '60 (Firenze, Uffizi), e sei album di disegni dall'antico e dal vero (Firenze, Biblioteca Marucelliana).


Gordini Silvio*

GORDINI SILVIO
Russi (Ravenna) 1849 - Bologna 1937
Figlio di un artigiano che integrava l'attività di decoratore con quella di imbianchino, fu avviato inizialmente al mestiere paterno. Solo nel 1870, grazie a una sovvenzione del comune di Russi, poté iscriversi all'Accade- mia di Bologna, dove fu allievo di A. Puccinelli. Nel 1875 si aggiudicò una borsa di studio che gli permise di perfezionarsi presso l'Accademia di Firenze. Ebbe così occasione di avvicinarsi alle opere dei Macchiaioli, dai quali fu attratto senza però condividerne la poetica. La sua pittura, ricca di grazia e freschezza, riscosse notevole successo e al suo rientro a Bologna gli fu offerta la cattedra di ornato presso l’Accademia, incarico che mantenne per oltre un trentennio. Privilegiò la tecnica dell’acquerello e dipinse soprattutto paesaggi (Bosco, Ravenna, coll. Cassa di Risparmio), ma anche numerosi ritratti e soggetti floreali. Lasciò decorazioni a fresco in palazzi e teatri della sua regione (fra le altre, a Russi e a Civitella di Romagna).


Goldoni Carlo*

GOLDONI CARLO
Livorno 1822 - Modena 1874
Figlio di Pio Gustavo, titolare di un noto studio litografico modenese, entrò all'Accademia Atestina di Modena nel 1836, sotto la guida di B. Rossi. Frequentò i corsi con successo almeno fino al 1841 e nel 1844 presentò alla Mostra accademica una copia dello Sposalizio della Vergine di A. Malatesta, del quale sposò la sorella Claudia. Assorbito sin dal 1851 dall’impegno didattico presso l’Atestina e dall'attività litografica e di restauro, realizzò un limitato numero di opere pittoriche: fra queste la pala con la Comunione di san Luigi Gonzaga (esposta a Modena nel 1847, Parrocchiale di Redù, Modena), di evidente ispirazione malatestiana e troubadour, e il Ritratto di Obizzo II d'Este per la serie degli antenati estensi (Modena, Galleria Estense), dove è evidente il gusto per l'attenta definizione degli interni. Nel 1850 presentò altri ritratti alla Mostra di Incoraggiamento di Modena e nel 1866 espose la Beata Margherita Alacoque, eseguito per la chiesa modenese delle suore Salesiane.


Gnecchi Francesco*

GNECCHI FRANCESCO
Milano 1847 - Roma 1919
Di agiata famiglia milanese, frequentò l’ambiente artistico erede della Scapigliatura, legandosi di amicizia con M. Bianchi e A. Formis, grazie al quale si avviò alla pittura. Coltivò il paesaggio, recandosi a dipingere in Engadina, in Liguria e sull’altopiano di Asiago, spesso in compagnia del cognato G. Brini e di A. Vanotti. Nel nono decennio dell’Ottocento la sua attività espositiva fu intensa. Infatti prese parte alle mostre braidensi e alle permanenti di Milano (1881-1890), alle promotrici di Torino (1882, 1884) e alle mostre internazionali: a quella di Roma del 1883 presentò Riviera di Levante e San Maurizio-Engadina, ad Anversa nel 1885 Un angolo tranquillo e Riviera, case peschereccie al lago Maggiore. Influenzato dall’esempio di F. Carcano, sviluppò la propensione verso un Naturalismo espresso in folte pennellate a tocco (Un bosco al Masino, coll. privata, esposto nel 1886 a Milano insieme a Una sera al Masino). Uomo di vasta cultura, coltivò accanto alla pittura la passione per la numismatica.


Giusti Salvatore*

GIUSTI SALVATORE
Napoli 1773 ca. - 1851
Studiò all’Accademia di Napoli sotto la guida di A. Dominici e di P. Hackert. Autore di una produzione poliedrica, passò dai soggetti sacri alle nature morte, dalle vedute ai paesaggi romantici con guerrieri (Notturno con bivacco di cavalieri, Napoli, Prefettura). Nel 1822 fu nominato professore onorario dell’Acca- demia e dal 1824 iniziò l’attività di decoratore con una sigla briosa e piacevole (Il carro di Venere, 1837 ca., Napoli, Palazzo Reale). Studiò la pittura del Seicento fiammingo e napoletano traendone, in particolare nelle nature morte, una marcata esuberanza decorativa (Composizione di fiori, di frutti, di quadrupedi, volatili ecc. con vaso di pesci nel mezzo, Napoli, Museo di Capodimonte). Partecipò con assiduità alle mostre borboniche, dal 1826 al 1843; tra i quadri esposti nel 1826 figuravano SS. Vergine col Bambino accerchiata da una ghirlanda di vaghissimi fiori, Cucina con figure, Un cane da caccia, Suonator di cetra assiso alla marina di Sorrento e Due quadri di polli da “ordinarsi” (acquistati dalla famiglia reale per quarantotto ducati). All'Esposizione del 1839 si fece apprezzare per i «bei paesi e bellissimi cavalli di genere tutto fiammingo» (Veduta con pergolato e Paesaggio con riposo di alcuni soldati).


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