Di Chirico Giacomo *
DI CHIRICO GIACOMO
Venosa (Potenza) 1844 - Napoli 1883
Fu avviato all'arte dal fratello Nicola, scultore, e nel 1865 giunse a Napoli dove si iscrisse all'Accademia seguendo i corsi di F. De Sanctis e dove frequentò lo studio di T. De Vivo. Dopo un soggiorno romano (1868-1871) si avvicinò a F. Palizzi, ma fu poi maggiormente attratto dagli esiti dello storicismo romantico di D. Morelli. A questo indirizzo appartengono Mario Pagano (Consiglio Provinciale della Basilicata) e Buoso da Duera (Napoli, Museo di Capodimonte), esposti rispettivamente alle Promotrici partenopee del 1869 e del 1874. Con l’inizio degli anni '70 prese l’avvio anche l'interesse per il folclore della sua terra d'origine, tema di numerosi dipinti in cui la minuziosa tecnica descrittiva si univa all'attenta documentazione di costumi e usi locali, come in Uno sposalizio (costume di Basilicata), acquistato dal mercante A. Goupil e apprezzato alla Mostra Nazionale di Napoli del 1877. La scelta dei soggetti di genere e la sapiente resa verista (Un vecchio mendicante, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna) collaborarono alla diffusione delle sue opere, presentate a Milano (dal 1873 al 1879), a Torino (dal 1874 al 1880), oltre che alle Promotrici napoletane.
Detti Cesare Augusto *
DETTI CESARE AUGUSTO
Spoleto (Perugia) 1847 - Parigi 1914
Giovanissimo, fu allievo a Roma di F. Podesti, di F. Coghetti e di M. Fortuny. Passò presto dalla produzione di piccoli acquerelli di costume alla pittura a olio, prediligendo soggetti di genere che, grazie a una smagliante tavolozza, furono giudicati «irresistibili» da amatori e collezionisti. Trasferitosi a Parigi negli anni '70, iniziò a esporre al Salon fin dal 1879, con ampi consensi, pur continuando a inviare opere anche alle più importanti rassegne italiane (nel 1877, a Napoli, L'addio alla patria e nel 1880, a Torino, Bottino di guerra e Perduti tra la nebbia). L'attenzione del mercante A. Goupil contribuì al suo successo e allargò la notorietà del pittore anche al mercato inglese e americano. Fu presente alle mostre di Parigi (1889, Temps heureux, L’Aurore, Trois bons amis, Un mariage; 1890, Le tricheur), a Milano (1906, Ballo dell'Opéra-Paris, Raggio di sole, Preghiere della sera); la sua ricchissima produzione fu improntata a quel gusto pasticheur con cui l’artista combinò virtuosismi neofiamminghi (Il Duca di Guisa, teatro Nuovo, Spoleto) e leziose citazioni da esempi inglesi e francesi del Settecento (La passeggiata in villa, Le signorine Detti e il Ritratto di signora col cagnolino, tutti alla Pinacoteca Comunale di Spoleto), guardando anche a J. L. E. Meissonier e in parte a Fortuny.


