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De Tivoli Felice *

DE TIVOLI FELICE
Livorno 1824 - Londra 1873
Giunto a Firenze con la famiglia quand'era ancora giovinetto, insieme al fratello Serafino fu guidato da C. Markò senior alla pittura di paese. Dopo l'esordio alla Promotrice fiorentina nel 1848, vi espose con regolarità vedute e paesaggi toscani, lombardi e romani, questi ultimi impreziositi dalle rovine classiche, vicini alle opere coeve di N. Costa, conosciuto a Roma durante la difesa della Repubblica nel 1849. Nel 1850 presentò un nutrito numero di opere anche alla Promotrice genovese. Dai primi anni '50 prese la consuetudine di recarsi in campagna a dipingere dal vero, con l'intento di rinnovare la pittura di paesaggio attraverso notazioni atmosferiche e luministiche, ricerca che dal 1854 lo avrebbe portato a partecipare insieme al fratello, a C. e A. Markò, a S. Altamura, a E. Donnini e a L. Gelati, alla cosiddetta Scuola di Staggia. Nel 1859 espose a Brera l'opera Due piccoli quadretti. Studi dal vero e nel 1861 partecipò alla Promotrice torinese con ben sette dipinti. Quell'anno si trasferì in Inghilterra, dove nel 1864 lo raggiunse anche il fratello: abbandonò la pittura per dedicarsi al mercato d’arte e si legò ad artisti italiani che risiedevano a Londra, e in particolare ad A. Betti.


De Strobel Daniele *

DE STROBEL DANIELE
Parma 1873 - Camogli (Genova) 1942
Di nobile famiglia tirolese, fin dalla giovinezza conobbe personalità della cultura mitteleuropea che frequentavano la casa paterna. Dal 1880 al 1886 studiò al Regio Collegio Maria Luigia di Parma e nel 1887 passò all’istituto d'Arte con C. Barilli. Nel 1891 si trasferì a Roma dove conobbe A. Mancini, frequentò la Scuola del Nudo dell'Accademia di Francia e l'Accademia di San Luca, si iscrisse al Circolo Artistico di via Margutta. Dopo un breve soggiorno spagnolo, tornò in patria nel 1892: vinse il premio Artistico Perpetuo (La piccola vedetta lombarda), primo di una lunga serie di riconoscimenti, tra cui il premio Fumagalli a Milano nel 1906, con Faida di Comune (coll. privata). Dal 1911 insegnò all'Accademia di Belle Arti di Parma e nel 1925 passò a Milano, a quella di Brera. La sua produzione oscillò tra suggestioni nordiche, con insistenza per le atmosfere cupe e drammatiche (Il delitto di don Garcia, 1906-1910, Parma, coll. Cassa di Risparmio), alla F. von Stuck, e aperte adesioni alla tecnica divisionista (Il cavallo morente, coll. privata). Nella sua vasta attività, documentata dalla presenza alle mostre milanesi (1895, Povera nonna) e parmensi (1897, Ultimi raggi, Parma, Galleria Nazionale), a quelle di Roma, Venezia e Londra, predilesse i soggetti storici (Il giuramento di Pontida, Traversetolo, Parma, Palazzo Comunale; Sopra gli spalti delle mura di Parma. Il boia, Parma, coll. Cassa di Risparmio), i temi mitologici (Pigmalione e Galatea, 1893 ca., Parma, coll. Cassa di Risparmio) e quelli di genere (La piccola mendicante, 1890, Soragna, Parma, Palazzo Comunale). Dai primi anni del Novecento si dedicò anche all'attività grafica.


De Stefano Vincenzo *

DE STEFANO VINCENZO
Barletta (Bari) 1861 - 1942
Dopo l'apprendistato presso il pittore barlettano G. B. Calò, si iscrisse all'Accademia di Napoli e nel 1882 espose alla Promotrice Salvator Rosa il quadro Una pagina dolorosa. In seguito frequentò la Scuola del Nudo a Roma e fu assiduo alle mostre della Società Amatori e Cultori (1885, Napoli da Posillipo, Una nota simpatica; 1887, In chiesa; 1888, Ritratto; 1889; 1890). Rientrato a Barletta insegnò disegno presso le Scuole Tecniche di Andria e di Trani. Espose a Milano nel 1894 (Effetto di sole, interno di Santa Maria del Popolo-Roma, Barletta, Museo Civico) e prese parte a mostre pugliesi (Bari 1900; Barletta 1922; Lecce 1928). Oltre che alla ritrattistica e al paesaggio si dedicò anche alla natura morta.


De Stefani Vincenzo *

DE STEFANI VINCENZO
Verona 1859 - Venezia 1937
Allievo di N. Nani all'Accademia Cignaroli, esordì con successo a Verona nel 1882 e l'anno successivo partecipò alle esposizioni di Roma e di Milano. I dipinti di questo periodo sono generalmente caratterizzati da un bozzettismo di derivazione favrettiana, apprezzato dal mercato e comune anche ad altri artisti veneti suoi coetanei, come A. Milesi e A. Dall’Oca Bianca (La Lisa, 1889, Verona, Galleria d'Arte Moderna). Al precoce successo della sua opera seguì il riconoscimento ufficiale con la nomina a socio attivo dell'Accademia Cignaroli nel 1883. Fu premiato nel 1891 a Monaco per A lavoro finito e nello stesso arco di tempo si dedicò alla decorazione, eseguendo un ciclo di affreschi, ispirati a temi risorgimentali per la Torre di San Martino della Battaglia (La carica dei granatieri di Sardegna nella battaglia di Goito e Difesa presso la Cernaia, 1891), dove la varietà di riferimenti rivela l’assimilazione sia dell’esperienza romana, nellostudio di C. Maccari, sia la ripresa del modello realista di F. Carcano e di G. Fattori. Nel 1896 ricevette l’incarico per la decorazione della sala del Consiglio Provinciale di Venezia, condotta sulla linea di un allegorismo neoquattrocentesco all'epoca in voga (Venezia in gloria, La Legge, La Sapienza, Il Mare, La Terra e Una solenne processione in piazza San Marco). Risalgono al 1899 gli affreschi realizzati nel Santuario del Monte Berico a Vicenza (I misteri del Rosario), in collaborazione con V. Bressanin. A queste esperienze si alter-narono, a partire dagli ultimi anni del secolo, ricerche di spirito simbolista (Un'ombra, Verona, Galleria d'Arte Moderna), cronologicamente coincidenti con la partecipazione alle Biennali di Venezia, dove fu regolarmente ospitato dal 1895 al 1932.


De Simoni Publio *

DE SIMONI PUBLIO
Roma 1872 - 1948
Esordì come scenografo per le società di produzione cinematografica Guazzoni e Cines, attività che abbandonò dopo un incidente in un teatro di posa. Si dedicò principalmente al paesaggio e al ritratto con modi di accentuato colorismo. Espose nel 1901 e nel 1902 con la Società Amatori e Cultori delle Belle Arti di Roma (Ore vespertine, Estate-Studio dal vero). Eseguì su commissione copie di dipinti antichi, soprattutto di primitivi, e si dedicò alle arti applicate, dipingendo ceramiche e arazzi.


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