Danyell Tassinari Berto *
DANYELL TASSINARI BERTO
Attivo a Firenze fra il 1885 e il 1901
La mancanza di notizie biografiche consente di conoscere l’artista solo attraverso i titoli delle opere, esposte con continuità alle mostre italiane nell'ultimo ventennio del secolo XIX. Oltre alla pittura su stoffa a imitazione dell'arazzo, specialità della sua omonima, e certamente parente, Alice Danyell Tassinari, egli si dedicò alla pittura di paesaggio e, anche se più raramente, a quella di genere. A Firenze presentò acquerelli e oli raffiguranti vedute della città (1885, Cantonata di Or S. Michele) e dei dintorni (1891-1892, San Gimi- gnano); con spirito affine espose a Genova (1890, Estate, Primavera; 1891, Il Palo della Madonna a Venezia, L'autunno, Camogli; 1892, Spiaggia di Viareggio) e a Roma con la Società “In Arte Libertas” (1901, Alle porte d'Italia, Brughiere di Somma).
D'Antoni Andrea *
D'ANTONI ANDREA
Palermo 1811 - 1868
Intorno al 1827 iniziò a frequentare lo studio di G. Patania e i corsi dell’Accademia del Nudo. Dopo alcuni anni di apprendistato poté recarsi a Roma nel 1832 per studiare Michelangelo, Raffaello e Canova. Nel 1834 eseguì Sordello, primo di una serie di dipinti di ispirazione dantesca fra i quali figurava anche la tela Gli Spiriti Magni, iniziata a Roma nel 1834 e esposta nello studio palermitano dell’artista, a Palazzo San Lorenzo, verso la fine del 1840. Stabilitosi definitivamente nella città natale, prese a frequentare il salotto del marchese Corradino D’Albergo, punto di riferimento di numerosi intellettuali e artisti; in quel clima colto elaborò i soggetti legati al Romanticismo storico e ispirati a temi eroici con intento didascalico (Dante dormiente, La caduta degli angeli ribelli, Ritratto di G. Meli, 1841; La donna del camposanto, 1842; Il vespro, 1843 ca.): fra i più noti ci fu Le carceri politiche (coll. privata). Con la restaurazione del 1849, falliti gli ideali libertari, anche i suoi dipinti risentirono del mutato clima politico (Il galantuomo, coll. privata; L'esule, disperso). Nell’intensificata produzione di soggetti sacri (San Nicola di Bari, 1845, chiesa di Piana dei Greci; Deposizione, 1852, monastero della Trinità di Petralia Sottana) mantenne forme di freddo accademismo. Dopo l’Unità, l’artista tornò ai temi prediletti legati alle virtù civili e nel 1866 realizzò per il municipio di Palermo il Ritratto del Re a cavallo (Palermo, Liceo Vittorio Emanuele II). Un suo Atlante dantesco, album di disegni acquerellati, è andato disperso, mentre è pervenuta alla Civica Galleria di Palermo la Venere dormiente. È nota anche la produzione di ritratti dove, pur nella convenzionalità delle pose, emerge l’interesse dell’artista per il dato realistico.
