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Ghezzi Achille*

GHEZZI ACHILLE
Attivo nella seconda metà del XIX secolo
Pochissime le notizie biografiche su questo artista lombardo, che studiò a Milano e visse a Monza. Nature morte e selvaggine furono i soggetti dei suoi oli e acquerelli. Oltre a partecipare alle annuali di Brera, dove la sua presenza è documentata fra il 1875 e il 1883, espose alla Nazionale di Torino del 1884 Selvaggina morta e quattro acquerelli (Selvaggina) alla Nazionale di Venezia del 1887.


Ghedina Giuseppe*

GHEDINA GIUSEPPE
Cortina d'Ampezzo (Belluno) 1825 - 1896
Dal 1838 al 1844 fu allievo dell’Accademia di Venezia, dove seguì i corsi di L. Lipparini e di M. Grigoletti. Si trasferì poi a Roma, traendo da questo soggiorno la vena purista riconoscibile nelle sue opere successive, accanto ai più frequenti recuperi della pittura veneta del Cinquecento. Rientrato a Venezia nel 1852, vinse il concorso per la pittura di storia con Andrea Contarini costretto ad accettare il dogado (Venezia, Galleria dell'Accademia). Alle opere di argomento storico e letterario, frequenti agli inizi della sua carriera (Dante che visita Giotto, esposto a Brera nel 1859), alternò la pittura sacra, genere che gli valse numerosi incarichi in Veneto e in Friuli (chiese di Cortina d'Ampezzo, Solagna, Stevenà, Tarcento). Artista di fama ormai consolidata, nel 1876 fu incaricato del restauro degli affreschi del Pordenone nella loggia comunale di Udine. L'attività di decoratore è documentata anche dall'unico ciclo profano superstite (Celebrazione delle attività umane), eseguito nella casa cortinese della sua famiglia, in collaborazione con i fratelli Angelo e Luigi. Quest'ultimo (1829-1900) si cimentò in diverse tecniche artistiche e fu autore di ritratti, caricature e paesaggi.


Gerosa Carlo*

GEROSA CARLO
Canzo (Como) 1810 ca. - dopo il 1877
Allievo di P. Palagi, dal 1824 frequentò l’Accademia di Brera a Milano, segnalandosi ai concorsi del 1828 e del 1833. Fra il 1835 e il 1876 partecipò alle annuali braidensi con soggetti sacri destinati a chiese lombarde (1847, S. Luigi Gonzaga, per la Parrocchiale di Nave; 1860, S. Carlo e S. Sebastiano, per la chiesa di Valbrona), ma soprattutto fu presente come ritrattista (Ritratto di Giocondo Albertolli, Milano, Pinacoteca di Brera), presto accolto negli ambienti aristocratici e in quelli letterari (fu apprezzato da T. Grossi) e artistici (Luigi Rossari, 1830, Milano, Casa Manzoni; Il canonico Grossi, 1836, Treviglio, Scuola d’Arte e Mestieri).


Gentilucci Filomena*

GENTILUCCI FILOMENA
Roma 1836 - Fabriano (Ancona) 1902
Era figlia di R. Gentilucci, mercante d'arte e intelligente mecenate, che commissionò a diversi artisti le tele per la Galleria Shakespeariana e per la Galleria Dantesca (conservate a Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Museo di Palazzo Braschi). Fu allieva di F. Bigioli: dal maestro acquisì la correttezza accademica e la delicata intonazione dei colori, come è visibile nella Visita di Gesù in casa di Marta e Maria Maddalena della chiesa di S. Maria Maddalena a Fabriano.


Genova Pietro*

GENOVA PIETRO
Palermo 1841 - 1896
Iniziò l'attività come pittore-fotografo, cimentandosi con interventi ad acquerello su immagini fotografiche. Si distinse poi come autore di ritratti di impianto verista (Ritratto della Regina Margherita, esposto a Firenze nel 1886-1887; Ritratto di padre Michele Prizzi da Caccamo, Palermo, convento dei Cappuccini). Molte delle sue opere sono conservate in collezioni private siciliane.


Gemmi Giacomo*

GEMMI GIACOMO
Piacenza 1863 - Parma 1947
Allievo di N. Nani all’Accademia di Belle Arti di Verona, vi esordiva nel 1884 con due vedute prospettiche (La chiesa di S. Libera e La porta piccola del Duomo), un genere al quale sarebbe rimasto legato anche in seguito, unitamente al paesaggio e alle più rare scene di ambiente familiare. Nel 1886 si fece notare alla Mostra di Vienna con Arche scaligere e nello stesso anno ebbe inizio la consuetudine degli studi dal vero. Nel 1887 fu presente alla Mostra di Venezia con due quadri di genere e presso la Società d’Incoraggiamento di Parma espose anche diverse vedute, fra le quali figurava L'Adige a Verona (vinto dalla regina Margherita, che poi lo donerà alla Regia Galleria di Parma). Nel corso degli anni '90 realizzò alcune opere di soggetto sacro, anche con tecnica a fresco (chiesa di Sant’Antonio, Padova). Il ponte dell'Acqua morta a Verona fu apprezzato alle mostre di Torino del 1892 e lo stesso soggetto comparve alla Mostra parmense del 1900, dove fu acquistato dallo stato (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna).


Gemmi Antonio*

GEMMI ANTONIO
Piacenza 1795 - 1854
Ritrattista raffinato e molto richiesto fra le altre sue opere eseguì il Ritratto del conte Giuseppe Gazzola, databile alla metà degli anni '30 (Piacenza, Istituto F. Gazzola) e il Ritratto del dottor Luigi Ghizzoni, vicino a esempi di G. Landi (Piacenza, Museo Civico). Fu anche autore di quadri di soggetto sacro, come attestano la Via Crucis del 1837 (chiesa di San Vincenzo, Piacenza) e Paolo l'Eremita, ordinatogli nel 1841 dall'arciduchessa Maria Luigia.


Gelati Girolamo*

GELATI GIROLAMO
Busseto (Parma) 1796 - 1862
Allievo di G. Bertoluzzi all'Accademia di Belle Arti di Parma, fu attivo soprattutto come decoratore, coinvolto anche nel rinnovo del Palazzo Ducale, fra il 1834 e il 1835. La tradizionale attribuzione all’artista dell'acquerello La piazza grande a Parma (1850 ca., coll. Banca del Monte di Parma), proveniente da Villa Gelati, sembra trovare conferma nel confronto con la tela intitolata Interni del Palazzo ducale (Parma, Galleria Nazionale), nella quale sono recuperate le suggestioni compositive e il gusto analitico cari a G. Naudin.


Gazzarrini Tommaso*

GAZZARRINI TOMMASO
Livorno 1790 - Firenze 1853
Studente all'Accademia di Belle Arti di Firenze, nel 1820 vinse il pensionato a Roma dove rimase fino al 1824, inviando i suoi saggi annuali alle esposizioni accademiche (1823, Bacco giacente, Firenze, Opificio delle Pietre Dure). Fin dal 1825 si dedicò alla pittura devozionale, ottenendo importanti commissioni, come quelle per il Duomo di Livorno, per il quale eseguì nel 1832 la Traslazione del corpo di Santa Giulia e in seguito II riposo durante la fuga in Egitto, L'Eucarestia, La Trasfigurazione e L'apparizione del Sacro Cuore a Santa Maria Alacoque. Nel 1837 ottenne la nomina di professore all'Accademia fiorentina, ruolo che mantenne fino alla morte. Per la prima volta nel 1841, accanto ai consueti temi religiosi, presentò alla Mostra accademica una Veduta interna di un convento, opera vicina ai soggetti di M. Granet, e anche un quadro di genere (Mendicante). Nel 1842 espose a Trieste un San Carlo Borromeo, eseguito per la chiesa di San Benedetto di Livorno, e una Veduta del Trasimeno. Nel 1861 comparve all’Esposizione Nazionale di Firenze II divino infante adorato dagli angeli, passato poi nelle collezioni del Palazzo Reale di Torino.


Gavotti Giacomo*

GAVOTTI GIACOMO
Genova ? - Firenze 1870
Allievo a Savona di A. Oxilia e G. B. Magliani e a Genova di F. Peschiera, realizzò affreschi in diversi edifici religiosi e privati. Fu anche autore di quadri da cavalletto, che espose alla Promotrice genovese nel 1854 (tre Ritratti), nel 1857 (Federico Barbarossa ferito alla Battaglia di Legnano, Decollazione di S. Giovanni Battista) e nel 1863 (Episodio della battaglia di Sempach-Morte di Arnaldo di Winkelried).


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