Cremonini Lodovico *
CREMONINI LODOVICO
Imola (Bologna) 1851 - Roma 1914
Dal 1870 al 1873 studiò presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze. Si avviò alla pittura sacra e di storia, senza interessarsi agli esiti dei Macchiaioli, né a quelli degli Impressionisti che ebbe occasione di vedere durante i suoi soggiorni in Francia nel 1876 e nel 1880. Dagli anni '80 partecipò alle esposizioni di Torino (1884, Il ritorno dalla festa- Quai de la Guillotière, Lyon; 1888, Una nuova edizione) e di Roma (1886, Mercato dell'erba). Nei primi anni del secolo le sue opere furono caratterizzate da un cromatismo caldo, dai toni dorati, e da un disegno leggero ed elegante, di gusto floreale (La maestà d'Italia, Imola, Pinacoteca Co-munale). Trasferitosi a Roma, nel 1901 e nel 1902 espose con la società “In Arte Libertas”; negli stessi anni realizzò la decorazione del complesso religioso di Fall River in Massachusetts.
Cremona Tranquillo *
CREMONA TRANQUILLO
Pavia 1837 - Milano 1878
Rimasto orfano in giovane età, dimostrò un precoce interesse per la pittura e si iscrisse nel 1848 alla Civica Scuola di Pavia, diretta da G. Trécourt. Qui ebbe per compagno di studi F. Faruffini e venne in contatto con l’opera del Piccio. Dal 1852 fu a Venezia, dove frequentò i corsi di M. Grigoletti e L. Lipparini presso l’Accademia di Belle Arti, ottenendo riconoscimenti nei concorsi scolastici e dove ebbe modo di studiare i maestri veneti del Quattrocento e del Cinquecento (Un falconiere del XVI secolo, esposto a Brera nel 1859). Trasferitosi nel 1859 a Milano, seguì a Brera i corsi di G. Bertini, indirizzando le proprie scelte sui temi di storia medievale: nelle opere di questi anni sono avvertibili non solo gli influssi del maestro ma anche di F. Hayez (Una visita alla tomba di Giulietta e Romeo, 1862, Milano, Galleria d'Arte Moderna). Se il Marco Polo alla corte del Gran Khan (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna), presentato all'annuale di Brera nel 1863, fu sgradito alla critica, forti consensi incontrò invece alla medesima esposizione la replica del Falconiere (Milano, Galleria d’Arte Moderna), opera nuova sia per il soggetto, prototipo dei ‘duetti’ amorosi cremoniani, sia per la composizione, inconsueta nella intensa concentrazione sentimentale. Allontanatosi dall'ambiente accademico e aperto uno studio in via Conservatorio, Cremona approfondì in questi anni i legami di amicizia con un gruppo di artisti, i futuri Scapigliati, di cui condivise le scelte poetiche e lo stile di vita; frequentò i letterati C. Dossi e G. Rovani (di quest’ultimo illustrò l’opera letteraria) e il musicista A. Catalani. Proseguiva intanto la produzione di soggetti romantici e quella dei ritratti (Nicola Massa, 1867, Pavia, Pinacoteca Malaspina; Luigi Perelli, 1867, Milano, Galleria d'Arte Moderna). Nel 1870 con I due cugini (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna) si concluse la fase di sperimentazione e di ricerca sulla luce e sul colore. Assorbita la lezione di Faruffini e del Piccio, prese avvio una nuova maniera, caratterizzata dall'abolizione della linea di contorno accademica, dal tocco liquido e vaporoso e dal progressivo disfacimento delle forme in favore della luce. A partire dal 1874, modella dei suoi dipinti fu quasi sempre Elisa Cagnoli, sorella della cantante Carlotta, moglie del pittore. I soggetti preferiti di quest’epoca furono i moti sentimentali della giovinezza (Silenzio amoroso, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna; L'edera, 1878, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna), i ritratti (V. Grubicy, 1877, coll. privata) o i costumi di Sar- zana. Nel corso degli anni '70 si intensificò inoltre la produzione di acquerelli, tecnica che ben si adattava alle ricerche di un tratto veloce e leggero (I cuginetti, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna; High-Life, Milano, Galleria d’Arte Moderna). Nel 1874 la nomina a socio onorario dell'Accademia di Brera e, poco prima della prematura scomparsa, quella a direttore della Scuola di Pittura di Pavia, confermavano il prestigio dell'artista.
Crema Giovanni Battista *
CREMA GIOVANNI BATTISTA
Ferrara 1883 - Roma 1964
Dopo i primi studi classici, iniziò a frequentare le lezioni del pittore ferrarese A. Longanesi e nel 1899 si trasferì a Napoli, dove fu allievo prima di D. Morelli e poi di M. Cammarano. Nel 1901 passò a Bologna, ospite del pittore D. Ferri e nel 1903 si stabilì a Roma, dove rimase fino alla morte. L’iniziale predilezione per temi a soggetto sociale, scelti per gli aspetti più patetici (L'istoria dei ciechi dolorosa, polittico esposto a Napoli nel 1904 e a Roma nel 1905, Ferrara, Pinacoteca) e la 'maniera' napoletana lasciarono progressivamente il posto a una trattazione divisionista vicina agli esiti di G. Balla e G. Previati (La vampata, Napoli, Municipio), artisti con i quali Crema era entrato in contatto durante la collaborazione alle pagine dell’ Avanti della Domenica (dal 1905 si accostò alle idee socialiste). Nel 1907 ebbe una personale a Roma presso la Società Amatori e Cultori. Successivamente si interessò a temi medievali, evocati in paesaggi notturni e resi con tecnica divisa.


