Cornienti Cherubino *
CORNIENTI CHERUBINO
Pavia 1816 - Milano 1860
Avviato agli studi dal fratello Giuseppe, noto incisore, dal 1828 frequentò l'Accademia di Brera a Milano, nei corsi di L. Sabatelli, restando anche fortemente influenzato dalla pittura di F. Hayez. Distintosi durante gli studi, ottenne diversi riconoscimenti e, nel 1843, il gran premio di Pittura con Gian Giacomo Trivulzio innanzi a Luigi XII re di Francia ribatte le accuse del conte di Ligny (Milano, Accademia di Brera). Ottenuto anche il pensionato artistico a Roma, vi si trasferiva nel 1843 entrando presto in contatto con l'ambiente dell'Accademia di San Luca e con la colonia di artisti stranieri, in particolare i pittori russi F. Bruni e K. P. Brjullov: con quest'ultimo stabilì un rapporto d'amicizia testimoniato qualche anno più tardi dal Ritratto di Brjullov sul letto di morte (1852, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna). Durante il soggiorno romano terminò il Ludovico il Moro visita Leonardo da Vinci mentre dipinge il Cenacolo per G. Brambilla (esposto a Brera nel 1845 e a Parigi nel 1855, oggi disperso; replica tarda, su carta, presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano) ed eseguì opere di tema religioso per i Cappuccini di Tivoli (Roma) e per la chiesa di Sant’Alessandro a Milano. Inoltre, dai saggi di pittura inviati a Brera si confermava il progressivo allontanamento dalla cifra hayeziana a favore di un linguaggio personale, più attento alla definizione del colore che al disegno, come nel Mosè fanciullo calpesta la corona del faraone (Milano, Pinacoteca di Brera), saggio finale presentato, dopo numerose dilazioni, a Milano nel 1853 e che deluderà le aspettative della commissione. Alienatosi dunque i favori dell'ambiente accademico, fu sostenuto dai suoi mecenati, Brambilla e C. Testori: per quest'ultimo, fra l'altro, affrescò nella villa di Garlate un Ciclo del Prometeo. Appoggiato dalla critica meno tradizionalista, che ne apprezzava la stesura veloce e gli arditi accostamenti cromatici, Cornienti eseguì in questi anni dipinti di soggetto sacro e profano, tra cui numerosi episodi delle “vite illustri” come il Michelangelo in atto di mostrare il Mosè a Paolo III (esposto a Brera nel 1856). Nel 1860, poco prima della morte, ricevette la nomina a professore di pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna.
Cornelius von Peter *
CORNELIUS VON PETER
Düsseldorf (Germania) 1783 - Berlino 1867
Studiò dal 1805 al 1809 all’Accademia di Düsseldorf e dal 1809 al 1811 a Francoforte sul Meno. Dal 1811 al 1819 si stabilì a Roma dove, insieme a J. F. Overbeck, animò la Confraternita nazarena di San Luca. Il suo ideale artistico trovò piena espressione negli affreschi romani eseguiti nella residenza di J. S. Bartholdy in Palazzo Zuccari (1815-1817, trasferiti a Berlino, Nationalgalerie) e nel progetto per la decorazione del Casino Massimo (1818). Nel 1825 fu nominato Direttore dell’Accademia di Monaco dove si era trasferito nel 1819 e nel 1840 si stabilì a Berlino pur tornando di frequente a Roma. Nella pittura e nel disegno della figura fu prima legato al modello di A. Dürer e poi a quello del primo Rinascimento italiano, legame visibile nel linguaggio arcaicizzante del Doppio ritratto di Overbeck e Cornelius (1812, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna).
Corelli Augusto*
CORELLI AUGUSTO
Roma 1853 - 1918
Studiò a Roma all'Accademia di San Luca con A. Guerra e quindi all'istituto di Belle Arti di Napoli. Esordì all'Esposizione degli Amatori e Cultori di Roma del 1879 (La luna di Miele), avviando un’intensa attività espositiva anche a Torino, Milano e Firenze; oltre alle vivaci scene di genere (Amori campestri, esposto a Torino nel 1880), seguì fin dagli inizi la tradizione del paesaggio della campagna romana, con prove anche a pastello e acquerello (L'uliveto, Roma, Galleria Comunale d'Arte Moderna). L'opera con cui ottenne un primo considerevole successo (Povera Maria, esposto a Torino nel 1884, ad Anversa nel 1885 e a Berlino nel 1886, dove fu acquistato dall’imperatore di Germania) aveva per soggetto un funerale di campagna ad Anticoli Corrado, paese prediletto dai paesaggisti romani. Presente alle grandi mostre di Roma del 1883 (Venti d'aquilone, Varzitta), di Londra del 1888 e di Parigi del 1889 (Ave Maria), espose alle biennali veneziane degli anni ’90. Attivo anche con il gruppo romano “In Arte Libertas” (1902, Vita randagia), nel 1903 venne eletto consiglieredell'Associazione degli Acquarellisti, con cui aveva esposto a partire dal 1881.


