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Conti Tito *

CONTI TITO
Firenze 1842 - 1924
Frequentò l’Accademia fiorentina dal 1855 ed esordì nel 1861 alla prima Esposizione Nazionale con Cristoforo Colombo dopo tanti rifiuti sopportati in patria, in Portogallo ed in Spagna ottiene finalmente da Ferdinando l'atto di partenza. Ai soggetti di genere storico il pittore rimase fedele presentando alle promotrici fiorentine del 1865,1866 e 1868 opere ispirate alla vita di Dante. Dopo il 1870 gli interessi del pittore si volsero piuttosto verso la pittura di genere (Le calende di Maggio a Firenze, esposto a Torino nel 1868), ma fu soprattutto con i ritratti che ottenne una fama autorevole, almeno in ambito toscano (R. William Spranger, Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti). La sua clientela, composta dall'alta società fiorentina, apprezzava le raffinate gamme cromatiche e la stesura perlacea dei suoi quadri: un preziosismo pittorico che trovava gli esiti più apprezzati nella raffigurazione della figura femminile come nei Nudi di donna esposti a Firenze nel 1907-1908 quando, dopo anni di assenza dalle mostre, il pittore si ripresentò al pubblico.


Conti Giacomo *

CONTI GIACOMO
Messina 1813 - Firenze 1888
Figlio di un sarto, si formò nella città natale alla scuola di L. Subba e sotto la guida dell’erudito messinese G. Grano. Dopo un presunto soggiorno a Napoli presso C. De Falco e forse in contatto con N. Carta, si trasferì a Roma beneficiando di una pensione municipale. All'Accademia di San Luca fu allievo di F. Podesti e F. Coghetti educandosi al gusto accademico e storico di matrice raffaellesca. Oltre ai saggi scolastici (1834), nel periodo romano eseguì copie da Tiziano e un Autoritratto (1836, Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti). Tornato a Messina, nel 1839 partecipò a una mostra dell’Accademia Peloritana e tra il 1841 e il 1842 prese parte alla progettazione di macchine e addobbi per la festa dell’Assunta. Nel 1843 si iscrisse all’istituto di Belle Arti di Siena, dove studiò sotto la guida di F. Nenci e nel 1845 vinse il premio triennale di pittura con Arsete Eunuco d'Etiopia (Siena, Soprintendenza ai Beni Culturali). Dagli anni '50 in poi l'artista si stabilì a Firenze, pur seguitando a lavorare per committenze siciliane: del 1854 sono gli affreschi con le Storie di san Benedetto nella volta di Santa Maria della Scala a Messina (distrutti) di cui restano disegni (Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi) e bozzetti (Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti); nel 1857 eseguì La danza delle Ore e delle Stagioni (Messina, Circolo della Borsa) e nel 1861 espose alla prima Mostra Nazionale di Firenze Federigo II riceve da Michele Scott la traduzione dei libri di Aristotele (Palermo, Palazzo dei Normanni) commissionata dal banchiere siciliano F. Grill. Nel 1870 eseguì II Buon Samaritano per il Pio Stabilimento degli Storpi (Messina, chiesa della Medaglia Miracolosa). Fra le opere disperse figura anche la tela de I Vespri Siciliani, della quale si conserva il bozzetto presso la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze, insieme ad altre opere dell'artista, donate dal figlio Giovanni. Alcuni ritratti restano in collezioni pubbliche (La famiglia Vitali, Messina, Museo Regionale) e private (Ritratto di Giulia Grill a cavallo, 1845 ca.).


Conti Eugenio *

CONTI EUGENIO
Crema (Cremona) 1842 - Milano 1909
Allievo di E. Scuri presso l’Accademia Carrara di Bergamo, studiò poi con A. Ciseri a Firenze e con C. Mariani a Roma, interrompendo gli studi artistici per militare, nel 1862, nelle fila garibaldine. All’impegno di frescante (tra l'altro, nella decorazione della chiesa di San Giacomo a Crema) affiancò l’interesse per la pittura di storia, meritandosi la medaglia d’oro all'Esposizione braidense del 1868 con Bianca Cappello. Attivo anche come ritrattista, si dedicò in seguito a disimpegnate scene di genere quali II guardaroba della nonna (1885, Museo Civico di Crema).


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