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Cisterna Eugenio *

CISTERNA EUGENIO
Genzano (Roma) 1862 - 1933
Trasferitosi a Roma in giovane età, fu accolto nella bottega di A. Monti, frequentando anche lo studio di P. Gagliardi; nel 1882 sposò la figlia del Monti, Emilia, e dagli anni ’90 partecipò a numerose imprese decorative in collaborazione con il cognato Virgilio (fra le altre, nella chiesa del Corpus Domini a Porta Pia e in San Gioacchino ai Prati). La prima opera autonoma di un certo impegno era stata la decorazione della cripta di Sant’Agnese in Agone con scene dell’Apocalisse e della vita della santa (1885-1886), cui seguirono realizzazioni di affreschi e pale d’altare per un gran numero di chiese erette sotto il pontificato di Leone XIII, soprattutto a Roma e nel Lazio. “Pittore cristiano” come si definiva egli stesso, Cisterna fu apprezzato dalla committenza ecclesiastica per la conoscenza delle tecniche del passato e per la fedeltà al linguaggio accademico.


Ciseri Francesco Giuseppe *

CISERI FRANCESCO GIUSEPPE
Firenze 1858 - 1933
Secondo figlio di Antonio, dal 1871 al 1876 frequentò l'Accademia di Firenze e poi quella di Roma, ma il suo vero maestro fu il padre, col quale condivise anche l'interesse per il ritratto e per la pittura devozionale. Nel 1883 partecipò alla Promotrice fiorentina con L'annaspo. Fra il 1884 e il 1886 eseguì, in collaborazione con il padre, un Sacro Cuore e un Trapasso di San Giuseppe per la chiesa di San Salvatore a Gerusalemme. Una grave situazione familiare lo distolse dal lavoro, precludendone la carriera. Nel 1924 donò la sua collezione di dipinti alla Galleria d’Arte Moderna di Firenze.


Ciseri Antonio *

CISERI ANTONIO
Ronco (Svizzera) 1821 - Firenze 1891
Trasferitosi a Firenze nel 1833 con il padre decoratore, frequentò l'Accademia di Belle Arti ed esordì nel 1842 con un soggetto tipico del Romanticismo storico: Carlo V che si china a raccogliere il pennello a Tiziano. L’anno seguente vinse il concorso triennale dell’Accademia con un San Giovanni che rimprovera Erode e Erodiade. Da allora si dedicò ai soggetti religiosi, inizialmente influenzati dallo stile di G. Bezzuoli, poi dagli esempi di D. Morelli. Intraprese anche una fortunata attività di ritrattista e dal 1849 il suo studio assunse la funzione di una vera scuola privata. Dal 1852 al 1863 fu impegnato nel Martirio dei fratelli Mac-cabei per la chiesa fiorentina di Santa Felicita, opera della complessi genesi creativa e di assoluta novità nell’evoluzione del quadro di storia. Sposatosi nel 1855 con Cesira Bianchini, nello stesso anno ritrasse la Famiglia Bianchini (coll. privata), dono del pittore ai parenti della sua sposa; le doti di raffinato ritrattista emergono anche dalle numerose effigi di personalità della cultura e della politica toscane degli anni del Risorgimento (F. Domenico Guerrazzi, 1873-1874; Gino Capponi, 1876; Giovanni Dupré, 1886). Nel 1870, terminato il Trasporto di Cristo al Sepolcro per il Santuario della Madonna del Sasso (Locarno) ottenne dal governo l’incarico di dipingere un’opera a suo piacimento ed egli scelse come tema l’Ecce Homo (Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti): nel quadro, che lo impegnò fino alla morte, veniva esemplificata la sua idea di rappresentazione storiografica del soggetto religioso, in equilibrio fra il Naturalismo e l’estetismo accademico contemporaneo. Negli anni della maturità di dedicò a una vasta serie di quadri devozionali (chiesa del Santo Sepolcro, Gerusalemme) soprattutto per le chiese fiorentine, continuando a un tempo la sua intensa attività di ritrattista.


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