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Cei Cipriano *

CEI CIPRIANO
Biella (Vercelli) 1864 - Roma 1922
Studiò all'Accademia di Lucca con L. Norfini ed esordì a Venezia nel 1884 con quadri di genere. Partecipò con numerosi dipinti alla Mostra fiorentina del 1885 (fra gli altri: Pene di Tantalo, Pax vobis, Il riposo), alla Biennale di Venezia del 1887 e alle Triennali di Milano del 1894, 1897 e 1900. Il dipinto Una dama toscana (Lucca, Pinacoteca), fu presentato al Salon parigino del 1900. Con i ritratti, spesso di bambini, si assicurò un discreto successo, lavorando per qualche tempo anche in Argentina.


Cefaly Andrea *

CEFALY ANDREA
Cortale (Catanzaro) 1827 - 1907
Cresciuto in un ambiente colto e di idee liberali, seguì le lezioni di C. Malpica e F. De Sanctis a Napoli. Nel 1843 si iscrisse all'istituto di Belle Arti come allievo di F. Marsigli, al quale ben presto preferì G. Bonolis e la sua scuola libera. Nel 1848 combatté nella Guardia Nazionale in Calabria e per motivi politici solo nel 1855 poté tornare a Napoli.Da quest’epoca si accostò alternativamente ora al Romanticismo in veste realista di D. Morelli (La barca di Caronte, 1857, Catanzaro, Museo Provinciale), ora al Naturalismo di F. Palizzi (La tradita, Parigi, Louvre, esposto a Napoli nel 1859 assieme a Il giudizio di Minosse). Nel 1860 seguì Garibaldi fino alla battaglia del Volturno, esperienza tradotta sia in dipinti legati ad aspetti di quotidianità (Bivacco di garibaldini, Catanzaro, Museo Provinciale), sia in opere celebrative come La battaglia di Capua (Reggio di Calabria, Museo Archeologico, esposto a Firenze nel 1861). Con l’aiuto di M. Lenzi nel 1862 fondò la scuola d’arte a Cortale intitolata a Garibaldi. A questi anni risale anche l'inizio dell’impegno politico che lo portò a ricoprire diverse cariche ufficiali. Alla Promotrice di Napoli del 1866 presentò II miglior modo di viaggiare in Calabria (Napoli, Museo di Castel Nuovo), dipinto che per la vena polemica sollevò gli appunti di V. Imbriani e di F. Palizzi e che fu riproposto l’anno successivo assieme a un altro quadro di analoga denuncia sociale. La produzione tarda si arenò nella ripetizione di soggetti allegorici (Amore e morte, esposto a Napoli nel 1877) e storici (La Battaglia di Legnano, presentato a Torino nel 1884), mentre conservò maggiore vivezza nei ritratti e nei quadri ispirati alla vita quotidiana (La scuola obbligatoria, Catanzaro, Museo Provinciale), dove restò fedele alle forme del verismo paliziano.


Cecioni Adriano *

CECIONI ADRIANO
Firenze 1836 - 1886
Allievo all’Accademia di Firenze dello scultore A. Costoli, nel 1859 fu con O. Borrani e T. Signorini volontario nella seconda guerra d’Indipendenza. Tornato a Firenze e introdotto dal Signorini nell'ambiente del Caffè Michelangiolo, ne divenne uno degli animatori: del locale e dei suoi frequentatori Cecioni lasciò una viva rappresentazione in una caricatura all'acquerello (coll. privata). Nel 1860 vinse il concorso Ricasoli per il Ritratto di Carlo Alberto, ma l’esecuzione della statua non gli fu mai commissionata. Ottenuto nel 1863 il pensionato di studio, si trasferì a Napoli, dove divenne subito amico dei pittori della Scuola di Resina costituendo un importante elemento di stimolo e di confronto per quegli artisti e in particolare per M. De Gregorio (che lo ritrasse nel 1866 e nel 1868), F. Rossano e più tardi per G. De Nittis. Nel 1864 inviò a Firenze come prima prova di pensionato l'altorilievo Una visita al sepolcro (Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti), dove erano tradotti in scultura gli elementi formali e poetici della Macchia. Nel 1866 partecipò alla Promotrice napoletana con tre dipinti (Interno, La comodità di un balcone, Una signorina romantica). Nel 1867 rientrò a Firenze e vi espose il Suicida (Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti), opera che fu al centro di numerose polemiche. Ripresi i contatti con gli amici del Caffè Michelangiolo, eseguì in questi anni la maggior parte delle sue opere pittoriche in sintonia con la poetica di Piagentina, descrivendo con vivacità di colore e uno stile apparentemente ingenuo, interni domestici: Interno con figura (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), La zia Erminia (Arezzo, Museo d’Arte Medievale e Moderna), Ritratto della moglie (Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti). Nel 1867 aveva collaborato al Gazzettino delle Arti del disegno, fondato da D. Martelli per dare voce alle nuove istanze del Realismo: spirito arguto, battagliero e polemico, Cecioni rivestì, anche in seguito, un ruolo importante come critico d’arte e teorico della Macchia. Il successo ottenuto al Salon del 1870 dal Bambino con gallo, lo spinse a trasferirsi nella capitale francese, ma la sua indole nervosa gli impedì di ambientarsi a Parigi e dopo un soggiorno a Londra durante il quale lavorò anche come vignettista per Vanity Fair, tornò a vivere a Firenze. Dal 1873 al 1874 diresse II Giornale Artistico con T. Signorini e S. Grita. Fino al 1879, perseguitato dalle difficoltà finanziarie, l'artista dovette ricorrere costantemente agli amici, soprattutto a C. Banti; furono loro a consentire la traduzione in marmo di alcune sue opere fra cui il busto di Giacomo Leopardi (Roma, Musei Capitolini). Il riconoscimento della sua opera di scultore e la nomina a professore di disegno presso il Magistero permisero a Cecioni di trascorrere gli ultimi anni in relativa tranquillità, consentendogli anche di dedicarsi all’attività di saggista (La Domenica letteraria, 1884).


Cecconi Nicolò *

CECCONI NICOLO’
Firenze 1835 - 1901
Figlio del pittore Giuseppe, dal 1851 frequentò l'Accademia di Belle Arti di Firenze. Dopo una prima attività come copista di opere antiche nelle Gallerie fiorentine, si dedicò al ritratto (Ritratto di C. Collodi in uniforme, 1859,Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi) e alla pittura di genere. La sua presenza alle esposizioni, iniziata nel 1861, si fece assidua dopo il 1870, quando i suoi temi gradevoli e disimpegnati, come II fior d'amore (1871), Le prime impressioni (1872), Un articolo di Yorick (1880), incontrarono il gusto del pubblico. Nel 1883 espose a Roma Il contrabbasso dello zio, e l’anno seguente partecipò all’Esposizione Generale di Torino con Alla mia regina.


Cecconi Lorenzo *

CECCONI LORENZO
Roma 1863 - 1947
Appartenente a una nota famiglia di restauratori, studiò a Roma all’Accademia di San Luca con A. Tiratelli. Dipinse i primi paesaggi traendo spunto da figure e motivi della campagna romana (Lavandaie di Ceccano, esposto con la Società Amatori e Cultori a Roma nel 1886): alcune sue opere vennero notate da N. Costa alla Mostra della Città di Roma nel 1890 (Verso sera, Di ritorno dal paese). Accanto ai paesaggi (Il torrente, Pioggia autunnale, esposti alla Triennale milanese del 1900) dalla fine del secolo eseguì anche composizioni di genere che apparvero alle mostre romane “In Arte Libertas” (1901, Tra il sì ed il no; 1902, L'addio). Nel 1904 entrò a far parte dei “XXV della Campagna Romana”. Da un soggiorno in India compiuto per eseguire alcuni restauri riportò diversi studi, che espose alla Mostra Coloniale del 1934.


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