Cavalli Giovanni *
CAVALLI GIOVANNI
Torino 1865 - Milano 1932
Allievo a Milano di F. Carcano, risentì nella produzione giovanile dell'influenza del maestro e delle direttive accademiche. Si dedicò essenzialmente alla pittura di paesaggio partecipando ad alcune pubbliche esposizioni in Piemonte e in Lombardia (Venezia, Lungo il Ticino, esposti a Milano nel 1888; Lago di Vivero- ne, esposto a Como nel 1899). Poco conosciuto in Italia, fu maggiormente apprezzato all'estero. Espose alle Biennali di Venezia del 1912 (Veduta di Newport) e del 1914 (Ultima neve).
Cavalli Enrico *
CAVALLI ENRICO
Santa Maria Maggiore (Novara) 1849 - 1919
Figlio del pittore Carlo Giuseppe, nel 1854 si trasferì con il padre in Francia: frequentò l’Accademia di Lione, soggiornando a Parigi e a Marsiglia. Nel 1880 i due rientrarono in paese, impegnandosi nella locale scuola d’arte. Enrico rimase poi in val Vigezzo, traendone paesaggi (Impressione di Valle Vigezzo, Il monte, Novara, Galleria d'Arte Moderna P. e A. Giannoni); a questi affiancò ritratti e quadri di figura mediati dallo studio del Cinquecento e Seicento veneto e nature morte vicine al cromatismo di H. de Fantin-Latour. Iniziò alla pittura un gruppo di artisti ossolani fra i quali C. Fornara, G. M. Rastellini, L. Peretti.
Cavalleri Vittorio *
CAVALLERI VITTORIO
Torino 1860 - 1938
Dal 1878 studiò all’Accademia Albertina di Torino con E. Gamba, A. Gastaldi e P. C. Gilardi. Fu assiduo alle manifestazioni del Circolo degli Artisti di Torino dal 1883 (Sentiero, Un raggio di sole) al 1917 e a quelle della Promotrice dal 1885 al 1923. Nel 1884 ottenne i primi consensi all'Esposizione Generale torinese con tre opere che riassumono i soggetti preferiti dall’artista: una scena di genere, un ritratto e uno studio dal vero. Il successo venne confermato l’anno successivo, alla Promotrice, da Le zappe abbandonate, d’ispirazione prossima a J. F. Millet. Nel 1885 si stabilì a Gerbido, presso Torino, lavorando dal vero con par-ticolare attenzione alla definizione della luce (Triste inverno, 1889; Ritratto di bimba, 1896; Flora alpina, 1902, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna). Nel 1889 soggiornò a Parigi, senza tuttavia modificare il proprio stile, e dal 1895 al 1910 partecipò alle Biennali di Venezia. Nel Cortile del castello di Issogne (1908, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna), la resa atmosferica del motivo, ripreso più volte dall’artista, mostra la progressiva assunzione di valenze simboliste. Cavalieri trattò anche la pittura religiosa con opere da cavalletto (Veduta della Palestina, esposta alla Mostra d'Arte Sacra di Torino nel 1898) e decorazioni murali: fra l'altro, nel Santuario della Colletta in val Strona (1895) e nella cappella del Cimitero di Luzzogno, entrambi nel novarese.
Cavalleri Giovanni *
CAVALLERI GIOVANNI
Sabbio (Brescia) 1858 - Bergamo 1934
Allievo di E. Scuri all’Accademia Carrara di Bergamo, dal 1882 al 1884 soggiornò a Roma in compagnia dell'amico R. Agazzi aprendosi, sulla scia di A. Mancini e della scuola napoletana di Portici, a suggestioni veriste (A mare, esposto a Milano nel 1884) riconoscibili anche nei ritratti (Ritratto virile, Bergamo, Ac-cademia Carrara). Più fedele a schemi tradizionali appare l'intensa attività di frescante svolta dal Cavalleri dal 1888 per chiese del bergamasco e culminata, tra il 1908 e il 1912, nella decorazione neoquattrocentesca della Parrocchiale di Ponte Nossa.
Cavalleri Ferdinando *
CAVALLERI FERDINANDO
Savigliano o Racconigi (Cuneo) 1795 - Roma 1865
All'Accademia torinese fu allievo, fin dal 1808, di F. Bonsignore. Passò quindi a studiare a Roma, dove è ricordato fra i premiati dell'Accademia del Nudo in Campidoglio (1811) e dell’Accademia di San Luca (1812); in quegli stessi anni inviava i suoi saggi alle esposizioni accademiche di Torino. Nella capitale pontificia, che divenne di lì in avanti la sua residenza privilegiata, eseguì le prime opere note, legate ai modelli del Neoclassicismo romano (Maddalena, 1816, Agliè, Castello). All’Esposizione torinese del 1820 partecipò con dipinti di soggetto storico e biblico, eseguiti per Carlo Alberto. Dai contatti con l’ambiente internazionale e in particolare con l’Accademia di Francia, l'artista assunse i toni di sensibilità romantica ravvisabili nelle opere successive (Rapimento di Jolanda di Francia, 1826, Torino, Palazzo Reale). Nominato nel 1828 pro-fessore di pittura all’Accademia di Firenze, nel 1831 divenne “pittore di Gabinetto” del re di Sardegna e “direttore degli studi d'arte dei reali allievi in Roma”. Negli anni '30, ritrattista affermato, effigiò i sovrani (Carlo Alberto, 1832; la Regina con i Principi, 1833, Racconigi, Castello) ma anche personaggi dell’aristocrazia e della cultura; rare, invece, le opere di soggetto sacro (Beato Sebastiano Valfré, 1834, chiesa dell’Immacolata Concezione, Torino). La sua produzione successiva, legata alle commissioni sabaude e apparsa alle mostre del Valentino (1838, Carlo Emanuele I affidato al marchese di San Germano, 1850, Riconciliazione di Enrico IV e Gregorio VII per opera di Amedeo II), subì un progressivo rallentamento alla fine del regno di Carlo Alberto.
Cavalla Giuseppe *
CAVALLA GIUSEPPE
Torino 1859 - 1935
Avviato all'arte dal padre Francesco, decoratore, studiò all'Accademia Albertina con A. Moja, E. Gamba e A. Gastaldi. La formazione accademica influì in modo determinante sulla produzione dell'artista, mai svinco-lato da una professionalità convenzionale e sostanzialmente legato a un indirizzo teorico dalla stessa carica di insegnante all'Accademia che ricoprì per quarant’anni. Si specializzò nella decorazione murale di carattere sacro, lavorando spesso in collaborazione con il padre e con R. Morgari. Cavalla fu anche ritrat-tista, scenografo e autore di aggraziate scene di genere (Idillio, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna) che espose alle mostre annuali della Promotrice torinese (1884, Bonjour mon vieil ami; 1896, Preparazione agli esami; 1898, Alla banca di beneficenza).



