Skip to main content

Castellini Tommaso *

CASTELLINI TOMMASO
Brescia 1803 - Gussago (Brescia) 1869
Allievo di G. Albertolli e D. Moglia presso la milanese Accademia di Brera, all’attività di illustratore affiancò quella di pittore di fiori, comparendo tra il 1839 e il 1845 alle esposizioni dell'ateneo bresciano. Per le sue composizioni, dove adottò modi di reminiscenza fiamminga, assai di moda al tempo, sperimentò l'uso di supporti diversi, dalla tela, al vetro, alla seta, alle lastre di rame.


Castellini Dario *

CASTELLINI DARIO
Attivo a Firenze fra il 1829 e il 1893
Castellini frequentò l’Accademia di Firenze fra il 1829 e il 1834, anno nel quale espose il saggio Tasso malato visitato in carcere dal cardinale Aldobrandini. Fu poi presente alle mostre accademiche del 1844 (Suonatore di trombone), del 1845 (San Giovanni nel deserto) e del 1847 (Dante da Castiglione capitano della Repubblica fiorentina). Nella sua produzione successiva, accanto ad alcune tele di soggetto religioso (Beato Crispino da Viterbo e S. Lorenzo da Brindisi per la chiesa di San Maurelio), appare emergente l’attività di ritrattista con numerose tele presentate alle mostre fiorentine dal 1853 al 1871; anche al concorso Ricasoli nel 1859 partecipò nella sezione dedicata ai ritratti di italiani illustri. Nel 1875, sempre a Firenze, l’artista presentò un Diogene e da quella data appare indicato nei cataloghi come professore. All’Esposizione fiorentina del 1892-93 presentò un Ritratto di Cristoforo Colombo, ricavato da un disegno di N. Barabino.


Castelli Filippo *

CASTELLI FILIPPO
Monza (Milano) 1859 - 1932
Frequentò l’Accademia milanese di Brera dove fu allievo di R. Casnedi e B. Giuliano. Attivo specialmente come ritrattista, Castelli propose a una committenza cittadina di gusto provinciale opere di compita impostazione accademica con qualche cauta apertura al linguaggio della Scapigliatura (Commendatore Carlo Ricci, Monza, Ospedale Civico). Assiduo alle esposizioni locali, nel 1918 presentò a Brera La madre profuga (Monza, Pinacoteca Civica).


Castelli Arturo *

CASTELLI ARTURO
Brescia 1870 - 1919
Allievo della scuola Moretto di Brescia, fu con G. Cresseri e C. Bertolotti tra i protagonisti della intensa stagione della decorazione bresciana tra Ottocento e Novecento con opere come la veronesiana Brescia armata nello scalone del Palazzo della Loggia (1902). Nelle opere da cavalletto, presentate a diverse biennali veneziane (1897, Musica; 1899, Le vergini) emerge il legame con la corrente simbolista come nel trittico I fiori (esposto alla Biennale del 1901, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo), grande meditazione sul tema della morte.


Castelli Alessandro *

CASTELLI ALESSANDRO
Roma 1809 - 1902
Dopo l’alunnato presso lo zio, S. Pomardi, frequentò l’Accademia di San Luca. Dedicatosi all’incisione si impiegò presso la Calcografia Nazionale, dove restano le tavole e i rami dei suoi Studi di paesaggio. In questi, come nei dipinti, mostrò di prediligere la qualità del segno nel comporre le sue vedute d'invenzione sulla base degli studi tratti dal vero: la formazione neoclassica è evidente anche nella nitida stesura delle Vedute di interni della Villa Paolina (1835, Roma, Museo Napoleonico). Nel 1849 partecipò alla Repubblica Romana prendendo spunto dagli eventi per alcune composizioni (Ricordi della difesa di Roma del 1849, esposto alla Società Amatori e Cultori nel 1889). Negli anni '50, con altri artisti inglesi e americani, si recò a dipingere nella campagna romana realizzando, sulla base di quegli studi, paesaggi di vena romantica (Campagna romana, 1854, coll. privata) che presentò alle mostre romane (1856). Coinvolto nei moti unitari del 1860, dovette fuggire all’estero soggiornando, fino al 1870, in Germania, Inghilterra e Francia. Ripresa poi la consuetudine a dipingere nei dintorni di Roma, presentò le sue opere alle esposizioni della Società Amatori e Cultori (1881, Bosco sui monti degli Equi; 1887, Le cascatelle, Al di là di Subiaco, I monti sopra le paludi). Dall’evoluzione della veduta romantica, volta al coinvolgimento emotivo dello spettatore, nacquero le grandiose ricostruzioni paesistiche de La distruzione di Ercolano (esposta a Roma nel 1881, Roma, Accademia Nazionale di San Luca) e La morte di Plinio (1890, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, in deposito a Palazzo Chigi). Fu tra i fondatori della Società “In Arte Libertas” partecipando alle prime mostre fino a quando, intorno al 1893, la sopravvenuta cecità non gli impedì di lavorare.


Istituto Matteucci
viale Buonarroti, 9 – 55049 Viareggio (LU)
tel +39 0584 54354 info@istitutomatteucci.it
privacy policy – cookie policy

Iscriviti alla Newsletter dell’Istituto Matteucci

Facendo clic per iscriverti, riconosci che le tue informazioni saranno trattate seguendo la nostra Privacy Policy

© 2025 Istituto Matteucci. All right reserved
Nessuna parte di questo sito può essere riprodotta o trasmessa con qualsiasi mezzo senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’Istituto Matteucci